martedì 28 giugno 2016

La poesia si fa per strada, con la rassegna letteraria "Per certi versi"

 
Alessandra Racca
 
L'estate pullula di eventi all'aria aperta e di buone iniziative. Che siano dedicate all'arte, al cinema, o alla letteratura poco importa. Purché la gente possa sfruttare queste occasioni al fine di migliorarsi, di arricchirsi.
 
Anche perché, le cose belle accadono di fuori. Questo è un po' il grido di battaglia della rassegna letteraria Per certi versi, giunta ormai al suo quinto incontro, e che si terrà in quel di Cagliari presso il Bar Le streghe, venerdì 1 luglio alle 20:30.
 
La rassegna è curata dalla scrittrice Valentina Neri, a moderare l'incontro sarà invece il giornalista e poeta Giuseppe Mereu. Gli ospiti della serata, Alessandra Racca e Arsenio Bravuomo, sono molto attivi nel portare i versi tra la gente e con l'occasione presenteranno le loro ultime fatiche.
Rispettivamente Consigli di volo per bipedi pensanti (Neo Edizioni) e Son sempre solo (Miraggi).
 
Vi lascio con le parole di Alessandra Racca, molto convincenti e convinte, a mio avviso. E auguro a molti di voi di poter partecipare a questa splendida iniziativa.
 
Arsenio Bravuomo
 
«La poesia performativa, quella più pop, non è inferiore a quella silenziosa; tutt’altro, è più immediata e appassiona subito gli ascoltatori. Purtroppo a scuola dagli anni ’60 in avanti è stata ignorata ed è un peccato enorme. Si è fatto e si fa tuttora un danno economico e culturale perché c’erano e ci sono i potenziali lettori che non vengono adeguatamente formati, e che sono di fatto potenziali acquirenti di libri. Si tratta di uno scollamento dalla creazione dell’opera alla sua fruizione, e colpisce anche l’arte figurativa. Una volta la poesia era condivisa: mio nonno aveva acquisito una conoscenza molto superiore rispetto alla mia. Aveva addirittura rudimenti di metrica e di alcune figure retoriche; mentre il mio universo di riferimento è mutato, sebbene io abbia studiato più a lungo. Per me e per i ragazzi di oggi, ciò che è venuto allora è particolarmente ostico, e ciò che ci circonda si conosce di sfuggita. Riceviamo strumenti superficiali per afferrare il presente, poiché la scrittura si nutre di linguaggio attuale».
 

lunedì 6 giugno 2016

Prima della polvere

 
 
Finisce così quando metti via qualcosa e i giorni passano.
Che viene la polvere.
Passano così in fretta poi, che non ti viene più nemmeno il dubbio, che non ti chiedi che ora è. Ti preoccupi del calendario che suggerisce i rimedi naturali e le verdure di stagione, e ti chiedi se qualcuno ha pensato di strappare dal muro aprile. Ché tu non l'hai fatto.
Lo hai dimenticato.
 
Ma dimentichi per modo di dire, in realtà ricordi tutto. Solo che il tempo ti sfugge e ogni giorno ha delle priorità nuove che non avevi previsto.
Su quel muro i miei occhi hanno lasciato i primi giorni di aprile. Sono passati due mesi.
Eppure di cose da dire ne avrei tante, un mondo.
Ci credo io che il troppo non riesci a contenerlo e ti frega sempre. Mi basta guardarmi, mi basta quel mese appiccicato al muro e vecchio.
 
Stamattina ho preso il pc che stava nascosto sotto la tv, in sala. Non avevo mai visto tanta polvere sulla tastiera, c'erano i resti dell'ultima volta. Word ancora aperto e deciso a ricordarmi tutto. Quello che avevo scritto, e quanto tempo è passato...
Lascio correre quel sottile brivido di vergogna che passa la schiena e finisce nello stomaco, ora sono qui. E sto scrivendo, ci sto provando.
 
Mi sembra di avere di nuovo un milione di cose da scrivere, mi sembra il momento giusto.
Mi guardo intorno e ripercorro i passi e i pensieri di questi mesi. Ho fatto tanto per ingannare il tempo e alla fine è lui che ha ingannato me. Ancora una volta.
Agosto si avvicina.
Butto giù una lista delle cose che vorrei, scrivo e pianifico menù settimanali e provo a vincere contro il giudizio insindacabile della bilancia.
Conto i mesi passati, faccio un calcolo veloce e addiziono tutto. Mesi più chili.
Poi faccio la media.
Odio la matematica!
 
L'antologia che sto scrivendo conta dieci racconti, credo di trovarmi più o meno a metà strada. Voglio scrivere, devo scrivere.
Voglio arrivare in tempo, non farmi fregare.
Né tardi né presto.
Prima della polvere.
 
P.S. Martina scalcia, magari in due l'ispirazione si cerca meglio.


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