Passa ai contenuti principali

Repossessed - Quando il Rock vince su tutto



Ne ho parlato martedì in radio. Per chi ancora non lo sapesse, esiste un programmino su www.ryar.net nel quale io mi diverto a dare voce a questa mia passione, che prende da questo blog il nome "CriticissimaMente Parlando". In onda tutti i martedì, dalle 19:00 alle 20:00.
(Autopromo finita!)

Passiamo al film.

Di Riposseduta dovevo/volevo scriverne già da un po', perché per quanto io non ami il genere Horror, esiste quella particolare eccezione, come spesso accade, e questa coincide esattamente con quel sottogenere cinematografico che, in termini spiccioli, prendendo per il culo il cinema di "serie A", si è fatto strada.
E lo fa da sempre, all'inizio puntando su un'operazione di solo ridoppiaggio, dunque sostituendo i dialoghi del film da parodiare/perculare, fino ad arrivare a stravolgere quasi del tutto la pellicola di partenza, tagli e cambiamenti di ogni genere in fase di scrittura, montaggio e così via. 

Per quel che mi riguarda, parlare di quei film/parodia che meglio sposino i parametri sopra elencati, è un po' come raccontare la prima volta che vidi Nancy davanti alla tv, e di come questa sia stata improvvisamente posseduta dal diavolo. Nancy Aglet, la casalinga americana per antonomasia, si distingue però dalle altre per aver avuto a che fare ben due volte, la prima quando ancora era una bambina, con il diavolo.
Ebbene, sì.
Che poi, tra le altre bizzarre coincidenze della vita, e del cinema stesso, Linda Blair è la stessa attrice/bambina che venne posseduta dal demone Pazuzu nel film di William Friedkin, quello "serio", L'Esorcista (1973).


Ma al di là delle coincidenze, e dei paragoni che sarebbero inutili e fuorvianti, tra i due film intendo, a me interessa ricordare la faccia di padre Jebedaiah, di come si allena per affrontare il diavolo, di come sia ancora oggi così viva la sua risata che non era mai solo demenziale. Leslie Nielsen rappresenta per me, un'ironia e una capacità di strappare risate, unica nel genere della parodia, perché è come se lui avesse sempre quella stessa faccia, e che "sempre" risultasse diversa, adatta e complice alle situazioni assurde nelle quali si muovevano i suoi personaggi. 

Credo che la parodia abbia un senso, nel momento in cui tu capisci che, quel senso, esista davvero. E lo devi cogliere, ti deve arrivare mentre guardi il film e ti scompisci dalle risate. Per questo io credo che Riposseduta si trovi in vetta nella mia personalissima top ancora da definire. 
Perché il diavolo potrebbe essere ovunque, e magari è così che si muove. Ci prende all'improvviso mentre vegetiamo davanti alle nostre tv, imbambolati, passivi, smorti, impauriti. E tu potresti non accorgertene, ma a salvarti quasi sempre sarà una risata vera, l'ironia che ti aiuta a cambiare faccia al mondo o, meglio ancora, un bel pezzo Rock.



Devil with the blue dress.

Commenti

  1. "Ho vomitato sui miei familiari" "Cremoso o a pezzettoni?"
    Quante volte ho visto questo film da piccola (le prime due volte mi aveva terrorizzata tra l'altro), mi sa che è giunta davvero l'ora di riguardarlo ma non vorrei subentrasse il diludendo!!

    RispondiElimina
  2. Ma sì, secondo me devi. Non mi sembri la criticona radical chic che, in casi come questo, vede solo vomito...eheh. ^_^

    RispondiElimina
  3. Ecco, purtroppo non l'ho mai visto... in compenso da piccolo in tv mi capitava di beccare sempre "L'esorciccio"...

    RispondiElimina
  4. Non l'ho mai visto, non sono un'amante del genere.. però come sempre le tue recensioni mi incuriosiscono quindi ci farò un pensierino!
    Che figata il programma alla radio :D
    A presto

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Dylan Dog, il film. Ogni cinefilo ha il suo incubo.

Licantropi e vampiri , direi che ne abbiamo fin sopra ai capelli di queste trovate alla Meyer , almeno nel mio caso, il primo pensiero finisce inesorabilmente lì. Non so quanto e come poi, questo abbia influenzato il mio giudizio. Solamente posso dire che, quando decisi di vedere Dylan Dog, il film , non immaginavo (al di là delle comuni perplessità) che avrei avuto a che fare con quello che, a tutt'oggi, io considero: il peggior film della mia vita!!! Abbandoniamo il rimando al film di Giovannesi , che qui a confronto è una boccata d'ossigeno per ogni cinefilo, e torniamo al film di Kevin Munroe . Il regista canadese aveva esordito nel 2007 con TMNT  (Teenage Mutant Ninja Turtles), dopo aver scritto e coprodotto nel 2001, un altro film d'animazione del regista Tony Shutterheim , Donner . Non è chiaro, tuttavia, quale malsano meccanismo sia scattato nella mente di Munroe quando, nel 2010, decise di portare sullo schermo la storia di un personaggio tanto popola...

Quel mostro di me

Certi giorni mi vanno stretti, ci sto dentro a metà. Altri mi sembrano grandi come l'oceano. Sguazzo, mi perdo, sto serena. Scrivere Madrepàtria - Racconti dell'umana sorte ha significato molto per me.  Fin dal principio ho capito che quello, era il mio modo di esorcizzare i mostri più radicati nell'anima. Forse scrivere è davvero un atto terapeutico ancor prima che creativo. Ma certi mostri non li puoi cacciare via definitivamente, devi imparare a conviverci.  Questi racconti hanno avuto la forza di tenerli lontano da me, quei mostri, almeno per un po'. Di guardarli con scherno, prima da dentro e poi a distanza di sicurezza. Ma quali sono davvero questi mostri? Cos'è che sto allontanando? Ho paura che si tratti di me.  Di un ruolo sbagliato (così dicono), che ho rincorso a fatica, che poi ho cambiato, che poi ho abbandonato. Mi adatto continuamente, e continuamente non mi ritrovo. Scrivo, metto da parte, allontano i mostri, allont...

Tv e divulgazione: Alberto Angela e quella "chiamata da Londra"

Dopo lo speciale "La Sicilia di Montalbano", Alberto Angela torna con "Ulisse, il piacere della scoperta", su Rai 1, proponendo quattro episodi dedicati a personaggi illustri e luoghi incantevoli. La storia del divulgatore che ama raccontare il passato, scegliendo con cura le parole più semplici per rendere accessibile a chiunque la complessità della storia, dell'arte, di ogni ramo della conoscenza, è nota e molto cara a tutti noi. Come potrebbe, d'altronde, quel sentimento tanto nobile come la gratitudine, non essere comune a ognuno di noi quando parliamo di Alberto Angela? Un "ricercatore prestato alla televisione", si è definito lui stesso in questi termini, ebbene, io direi una ventata d'ossigeno puro e una luce che scalda e fa vibrare il desiderio di conoscenza. In questi tempi freddi e sciatti, poveri di pensiero critico e di quell'amore curioso nei confronti del mondo che rese grandi e immortali gli uomini e le donne del passato, Al...