lunedì 4 gennaio 2016

Paura di essere donna

 
 
 
Mia madre mi ha sempre detto che il rapporto con me, rispetto a quello con mio fratello, è stato vissuto in maniera diversa fin dal principio. Chi la capiva allora... ma oggi mi è tutto più chiaro. La battuta più frequente dei miei amici più cari mi fa tornare a quei discorsi strani di mia madre, a quelle sue prime confessioni ad alta voce, di donna e madre di una figlia.
"Ma insomma quando la facciamo la femminuccia?"
 
Da madre di due figli maschi, non lo nego, il desiderio di una femmina si fa sentire. Ma a conti fatti c'è solo la paura di mettere al mondo una donna.
Perché?
 
Perché se ci penso ho già mille paure per me.
Non si tratta di immaginare una vita simile alla mia, di arrivare già al primo giorno complicato, al primo colloquio di lavoro, alle prime domande che suonano male "Ma lei è sposata? Ha figli?"
Si tratta di guardare come progredisce male il mondo oggi, come si va avanti tornando indietro.
Questa mattina ho letto per caso un articolo, risalente a marzo 2015, nel quale si parlava del Ministro della Salute e della sua posizione rispetto alla questione "consumismo sanitario". In altre parole, secondo la Lorenzin, le spese per la sanità sono troppe e gestite male. Ci sono sprechi e, molti esami clinici, comprese tac, ecografie e determinate analisi del sangue, si potrebbero di gran lunga evitare. Per non parlare degli esami ai quali una donna ricorre durante la gravidanza.
Ora, che noi siamo il paese più sprecone dell'universo è indiscutibile. Ma oggi, leggere queste proposte di legge e queste teorie, fa sicuramente più male e fa riflettere.
Perché oggi, alla luce dei più recenti e tragici fatti, non sta mica bene parlare di consumismo sanitario...
 
Il Pd dice che "è meglio togliere gli esami alle donne incinte che ai clandestini".
(Spero non sia vero e confido nella bufala mediatica)
Le donne muoiono e il rischio zero in sala parto non è più garantito. Addirittura molti esperti sostengono che alcuni esami in più, potrebbero evitare il ripetersi di casi tragici come i più recenti. Certo costano troppo, e la nostra sanità - ministra compresa - mica può togliersi da sotto il culo i suoi bei soldini. Tanto nel 2050 non nasceranno più figli - dice la Lorenzin, e questo è il più grande auspicio di chi ci governa, di chi dovrebbe tutelarci.
Grazie! 
Come dire, intanto morite di parto, e vedrete che col tempo non accadrà più, perché fare figli diventerà più rischioso di un'allegra corsetta su un campo minato.
 
Da madre, da donna, vorrei solamente capire dove realmente la medicina possa arrivare. Vorrei capire fin dove arriva la prevenzione, vorrei poter credere che in Italia esista davvero. Vorrei poter credere che tutti gli esami che faccio durante la gravidanza, siano necessari e non uno spreco. Soprattutto vorrei, che una donna incinta con una situazione clinica complicata, non debba sentirsi in colpa perché complice del consumismo sanitario, bensì tutelata e nella condizione di sottoporsi a quanti più esami possibili, se ritenuti necessari. 
Perché nel 2016 non si può ancora morire di parto, e io ho paura di essere donna.
 

3 commenti:

  1. Nonostante stiamo ancora a raccontarci la bufaletta della parità dei sessi, la donna purtroppo ha ancora molta strada da fare, questo è solo uno dei molti esempi per cui (eufemisticamente parlando) si deve avere ancora paura di essere donne.

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  2. non farei a cambio con gli uomini, mi piace essere donna
    tuttavia, nella società ancora non c'è nemmeno il più lontano stralcio di parità, e questo è un fatto

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  3. La banalizzazione della morte è sempre una cosa pessima, credo che il Ministro abbia bisogno di curare il modo di comunicare (sulle stime delle morti per parto).
    Molte persone credono che la parità sia un fatto di quote rosa o di libertà di andare a feste di dubbio gusto o altre cavolate ancora. Poi, però, ci sono i problemi irrisolti, quelli che toccano solo se ci passi. E allora non sono più tanto sicura che si tratti di genere, se si è maschi o femmine, perché alla fine tutti siamo "collegati". Si capisse che la qualità di vita, i diritti, le tutele sono di TUTTI, sarebbe un grande passo in avanti per il superamento delle discriminazioni tutte. Ma purtroppo siamo troppo chiusi nel piccolo orticello personale, fatto di diritti acquisiti e inalienabili: quando qualcosa va storto, ci si accorge che era pura illusione.

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