martedì 14 gennaio 2014

Cambiamenti



Non so se qualche filosofo/pensatore lo abbia già detto prima di me, sicuro. Ma credo che la stoffa di ogni essere umano, che sia uomo o animale, si possa valutare dalla sua capacità di "adattarsi" ai cambiamenti.
Io, come credo molti di noi, sto iniziando a convivere con un'altra me. Da un mese a questa parte la mia vita è cambiata, nulla di sconvolgente. Beh potrebbe esserlo, visto che ho trovato lavoro e oggi, a dirla con disinvoltura questa frase, potrebbe fare un certo effetto. Perché il commento più naturale si sa qual è. "Oddio lavori? Cioè ti pagano?". Ebbene, sì.

Era questo che mancava nella mia vita, nonostante io avessi tante cose da fare e tutte preziose per me. Per andare avanti, e l'ho capito in questi anni, bisogna avere motivi che vadano al di là di tutto ciò che serve per "campare". Non siamo stupidi, è chiaro che bisogna prima campare e poi, se possiamo, alleggerire il tutto con qualcosa che sappia farci scappare all'occorrenza, fino a raggiungere quel luogo che non chiede di più. Né a te, né al mondo. C'è chi ha fatto del cinema quel luogo, chi la musica e tanti, quasi tutti, fanno delle loro passioni il luogo più sicuro del mondo. Io vivo da sempre secondo questa legge che governa quel luogo. Il problema è che arrivi a un punto in cui non sai più se quel luogo sia la tua salvezza o la tua rovina. E quando inizi a interrogarti su questo, inizi a stare male e a mettere tutto in discussione.

Non hai più certezze, solo dubbi. E inizi a ragionare come l'essere umano tipo, il quale non bada a frivolezze e sa che per vivere non si può star dietro alla massima disneyana: "Se puoi sognarlo puoi farlo". La vita ti insegna coi fatti che non è poi così semplice, stare dietro a un sogno e avere coraggio. Secondo me un sogno non lo abbandoni mai del tutto, anche se la vita poi ti porta a prendere strade completamente opposte a quella che ti immaginavi.

A farla semplice e asciutta, la mia vita a guardarla ora, si potrebbe commentare così: "beh, hai voluto la bicicletta? Mo' pedali". Ma io una bicicletta devo averla sempre per andare avanti, altrimenti mi fermerei e sarei "fottuta". Parlando con un caro amico, anche lui con gli occhi puntati perennemente verso "quel luogo", viene fuori che effettivamente esistono delle persone possedute da una sorta di  "fuoco" che gli dimora nella pancia e lo muove. Io in teoria appartengo a questa categoria, di sognatori schizofrenici? Eclettici inarrestabili? Boh. Chiamateli come volete, sono quelli che non troveranno (probabilmente) mai pace con sé stessi, semplicemente perché la pace arriva quando pensi di avere tutto ciò che serve per vivere e non ti fa cercare più nulla. Ma noi eclettici e un po' schizzati sappiamo benissimo che il solo pensiero di vederci immobili, senza il bisogno di fare e dare, ci ucciderebbe. 

Lavorare mi piace. Mi piace tornare a casa la sera stanca, vedere i miei bambini che mi corrono incontro come se fosse passato chissà quanto tempo. Mi piace provare quella sensazione di sfianchezza (si può dire?) fisica, mista alla soddisfazione vera. Il lavoro nobilita l'uomo, e rende invincibile una donna. Non vorrei cadere nel sospetto della femminista incallita, non sarebbe l'immagine più vera di me. Però credo che per una donna lavorare significa anche dimostrare a se stessa e al mondo, che può fare qualsiasi cosa. La donna non è nata solo per sfornare figli e dolcetti; non è nata solo per indossare il grembiule. La donna realizzata e serena, trova il modo di far conciliare tutto. Sarà che a me è capitato più volte (troppe) di sentirmi dire: "Ma io lavoro, esco la mattina e torno la sera. Sono stanco! Mica sto tutto il giorno a giocare al computer IO". 


Tempo fa credevo che sarebbe stato fondamentale, far capire che quel mio "giocare al computer", altro non era che il mio continuo tentativo di realizzare qualcosa in cui ho sempre creduto. Era il riflesso di un coraggio che forse ora è andato un po' scemando, ma c'è. Era la strada verso quel luogo. Ma se non trovi le persone che comprendono davvero tutto questo, è dura andare avanti. Penso a questo quando sono in negozio e sistemo qualche stampella caduta a terra o messa male. Quando all'improvviso sbuca da dietro le tute sportive un simpatico viso di una donna bassina che cerca disperata qualcosa, che possa piacere al figlio. Oppure ci penso dopo aver aiutato un ragazzino a cercare una media, quando l'aveva sotto gli occhi e mi ringrazia, come se gli avessi salvato la vita. Quando mi fermo penso a tutto questo; penso che per due mesi dovrò rinunciare al mio programma radiofonico. Penso che fare la commessa non era certo il lavoro della mia vita. Poi però penso che per un sorriso in più, per trovare una taglia giusta e per avere un briciolo di pazienza con la gente, mi pagano! Vi rendete conto no? E poi oggi chi avrebbe il coraggio di rifiutare un lavoro pulito e onesto? Farlo sarebbe indecoroso. Ma non è solo questo.

Le amiche donne e mamme sanno di cosa parlo. Staccarsi un po' dai figli e dalla casa ci aiuta ad apprezzarla di più. Ci aiuta ad avere un atteggiamento diverso nei confronti dei nostri bambini e verso noi stesse. Ci fa capire che la nostra presenza in casa per loro è preziosa, ed è la sensazione più appagante per l'essere umano. Anche se poi tuo figlio ti confessa che non gli piaccia tanto, il fatto che tu lavori...sorridi e provi a spiegargli che con quei soldini in più, potremmo segnarlo in piscina. Lui sorride e all'improvviso diventa un po' più grande. Tu un po' ti sentirai in colpa, ma orgogliosa di te. Sono queste le tappe che prima o poi tutti passiamo. Sono i cambiamenti che ci aiutano a capire come siamo e dove stiamo andando. 

Io non so lungo quale strada mi trovi in questo momento. Sono felice e piena. Un po' spaventata all'idea di dover trascurare ciò che amo e mi rende schizofrenica e leggera la vita. Cucino poco, scrivo poco e vedo pochissimi film. Ma non passa giorno in cui io non pensi a questo. Ma è così la vita. E anche se qualcuno mi dirà col dito puntato contro, che quelle come me non troveranno mai pace, io sorrido e vado avanti. Alla faccia di chi giudica e sta fermo immobile, e non ha la forza e la voglia di cambiare.

8 commenti:

  1. Cambiare e restare in movimento è come respirare.
    E ci fa amare ancora di più chi amiamo.

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  2. Grazie Ford. Sono le parole che d'ora in avanti dirò a me stessa per sorridere sempre e stare bene. =)

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  3. Volevo scriverti qualcosa di più profondo e, visto che sono più grande, "saggio" (ma de chè??)...mi limito a dirti brava. ...forse hai ragione, quelle come noi non troveranno mai la pace, ma andranno sempre avanti.

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  4. Sono pienamente d'accordo con te, Cara Vale. E purtroppo fino a quando ci saranno persone che pensano che noi al computer ci giochiamo, il sogno che avremmo voluto diventasse un lavoro non sarà mai preso sul serio e di conseguenza non ci saranno mai fondi per finanziarlo

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  5. @Beatrix prendo per buono quell"andranno sempre avanti. Perché mi piace e mi dà una forza incredibile. E poi prendo per buono quella saggezza che tu non pensi di avere ma hai. Si capisce anche da schermo a schermo, a chilometri e chilometri di distanza. E poi, anche se non fosse saggezza, è qualcosa che ti distingue. Quindi ci piace. GRAZIE. ^_^

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  6. @Giusy grazie!!! So che tu comprendi benissimo...

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