lunedì 18 marzo 2013

Elogio dell'inutilità


Inutilità: l'essere inutile, condizione di ciò che è, o si ritiene, o è riuscito inutile: i. di una cura, di un rimedio; vista l'i. dei miei sforzi, ho dovuto desistere; i risultati provano l'i. di simili tentativi; vista l'i. della mia presenza qui, posso anche andarmene; sostenere l'i. di un metodo.

Questa è la definizione, piuttosto sintetica, che della parola "inutilità", ne dà la Treccani. La cosa si complica quando questa, da sostantivo, diventa aggettivo. Allora non rimane che il superfluo, il vano. L'essere inefficace, che non serve a realizzare un certo fine. Che brutta storia questa dell'inutilità...
Ma, aspetta un secondo, chi e cosa dà a me, essere umano, la facoltà di proclamare inutile qualcosa? In questo periodo di crisi (dove per me la crisi sta frantumando soprattutto i cervelli degli italiani, ancor prima dei loro portafogli) non si fa che discutere del problema dei giovani laureati a zonzo per il paese, quelli che, per intenderci, hanno intrapreso un percorso umanistico. Ecco dunque che, le papere urlatrici, si preparano ad entrare in scena, convinte, dall'alto della loro laurea "utile", che un giovane con il pallino delle Lettere non arriverà mai da nessuna parte. "La laurea in lettere te la dai in faccia", si ok, l'avrò sentito dire almeno un miliardo di volte e in maniera molto concentrata in quest'ultimo periodo della mia vita (un po' particolare). 

Vi è mai capitato di mettere in discussione tutto, perché quello che state facendo vi appare all'improvviso come la cosa più assurda che possiate fare? Beh, a me sta capitando questo. Sto iniziando a chiedermi sul serio se quello in cui io credo, quello che amo di più al mondo, sia davvero "giusto". Opportuno, non so nemmeno come definirlo. Per un attimo ho pensato di rimettere in ballo la mia vita, cambiando completamente strada e tentando di fare una scelta con il solo e unico fine che risponda alla (maledettissima) legge del lavoro. Quando ho preso in mano gli alpha test, quelli che ti preparano per le professioni sanitarie, ho iniziato con tutto l'entusiasmo e la convinzione che a volte mi appartengono. Poi però hanno iniziato a prendere il sopravvento episodi insoliti, tipo allucinazioni e vocine nelle orecchie a punzecchiarti, come piccolissimi aghi. Mi capita di leggere cose assurde nel web e mi rendo conto di quanta ignoranza dilaghi nel nostro paese. Mi viene in mente il laureato in economia che dice che la colpa è anche dei genitori, quelli che sono cresciuti con il mito della carriera del letterato e che, sbagliando e rovinando la vita ai figli, trasmettano le stesse identiche convinzioni. Oppure l'avvocato che lamenta il fatto che una laurea triennale in lettere non può dar diritto a farsi chiamare "dottore". Eppure avvocato, io, con la mia laurea triennale in Lettere, ho fatto la bellezza di 35 esami con un rapporto crediti/contenuti davvero sballato e inverosimile. Però va bene, non è questo il problema, ognuno può credere ciò che vuole. Ed è in queste assurdità che io, ho ritrovato le mie risposte.

Cara Vale..."non ragioniam di lor, ma guarda e passa".  (Le allucinazioni di cui vi parlavo)

E credetemi se vi dico che per me, che siate avvocati, ragionieri, ingegneri informatici e tutto quello che volete (con tutto il massimo rispetto per queste professioni, ovviamente), l'inutilità della mia laurea, non può e non deve proclamarla nessuno all'infuori di me. Perché è un qualcosa che appartiene a me, qualcosa che rappresenta una parte importante della mia vita. Sacrifici, soldi, libri che ho odiato dalla prima all'ultima pagina eppure capaci di insegnarmi tanto. Delusioni, vittorie e soddisfazioni...inutile? Non lo crederei nemmeno se a dirmelo fosse Dio in persona!!!
Nessuno può stabilire l'inutilità di una cosa se non gli appartiene. E nessuno deve permettere a chiunque, di sputare veleno e schifo su ciò che a "noi" (gli sfigati laureati in Lettere, Scienze della comunicazione etc.), ancora oggi dopo tante delusioni, sa renderci orgogliosi e fieri. Io sarò matta, ma credo che il problema del nostro paese non risieda nel fenomeno cosiddetto delle Lauree Inutili, anzi, credo che ci si debba adoperare per fermare questo indegno movimento che è culturalmente barbaro, perché corriamo il rischio di insegnare ai nostri figli che studiare non serve a nulla. Che il segreto di una vita felice e appagante non si trovi nei libri bensì nelle sporche raccomandazioni, nelle conoscenze e nei falsi abbracci di chi sa pugnalarsi alle spalle non appena ha l'occasione. Sono convinta che in questo paese manchi qualcosa come la MERITOCRAZIA e non mi piace immaginarla come una forma di governo. Vorrei che la gente credesse ancora nella meritocrazia e applicasse questo principio nella vita normale, nel modo di pensare, di leggere i quotidiani e di navigare su internet. Vorrei che la gente pensasse alla meritocrazia quando si accinge alle urne elettorali. Vorrei che la gente credesse alla meritocrazia prima di vedere nel cielo una fumata bianca. 
Ma più di ogni altra cosa al mondo io, Vorrei che la gente la smettesse di dire che la mia, sia una Laurea inutile oppure, se questo proprio non fosse possibile. Vorrei che la gente iniziasse ad apprezzare l'inutilità...

"L'inutile e il superfluo sono più indispensabili all'uomo del necessario".
René Barjavel, Se fossi Dio... (1976)

14 commenti:

  1. Bravissima, avendo fatto 5 anni di Scienze dello spettacolo di commenti simili ne ho ricevuti a valanga... Che i miei esami erano passeggiate, che passare pomeriggi a vedere film non significa studiare... Io almeno ho finito in tempo e faccio ciò che mi piace con entusiasmo pur dovendo arrangiarmi tra lavoretti per mantenermi, chi ripiega su una laurea che nemmeno gli piace solo per avere un posto di lavoro mi fa molta più pena.

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    1. Grazie Lisa...Infatti ora no, ma appena il mio piccoletto sarà un pochino più grande e non appena avrò due lire in tasca, mi prenderò la magistrale in Forme e tecniche dello spettacolo. Perché se io avessi ripiegato su infermieristica, magari avrei trovato, chissà, un lavoro certo. Però non avrei mai potuto dire di fare quello che amo di più in assoluto...sono scelte di vita, difficili ma sono quelle che ci contraddistinguono. Fa male solo dare uno sguardo alla realtà e rendersi conto che dilaga proprio questa mentalità che ci rema contro e ci spezza le ali. Quando hai due figli poi la cosa si complica ancora di più...ma, vediamo dai. Magari prima o poi qualcosa nell'aria cambierà!!! =)

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  2. Non sono Dio e non sono laureato, sono stato studente, che poi lo resti tutta la vita visto quello che dobbiamo fare per crescere, sono un grafico che cerca di evadere in questa apatia del cercare incessantemente lavoro. Lavoro che questa società non ti permette di avere perché devi avere prima tre anni di esperienza per essere assunto o almeno essere messo alla prova e in prova. Che poi alla fine sei troppo vecchio per fare quello che vuoi e cerchi un ripiego che toglierà spazio e tempo a ciò che in realtà volevi fare, ciò che volevi essere.
    Siamo solo carne da macello, avere o meno il pezzo di carta oggi come oggi significa solo avere un pezzo di carta ... Questa società non ci permette di scegliere chi vogliamo essere ma solo ciò che loro vogliono chi siamo realmente ... INUTILI ... La meritocrazia - se mai possiamo parlare di questa parola sconosciuta ai più - è una chimera impraticabile in Italia ... Bel pezzo Vale ...

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    1. Grazie Andrea...la tua storia somiglia alla mia e a quella di molti altri giovani costretti a ricredersi su quello che fanno. Laurea o non Laurea...Certo a volte è difficile resistere e continuare su questa strada, ma la nostra unica salvezza è (forse), proprio nella forza di andare avanti nonostante tutto il mondo ci remi contro. E sperare che prima o poi la nostra storia possa cambiare...

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  3. Vale, te lo chiedo per favore, promettimi di... resistere! Davvero, non farti prendere dallo sconforto nè dalla delusione, perchè non lo meriti. So di essere la persona più banale del mondo parlando così, ma CREDIMI, una laurea non è MAI inutile! Una laurea è un traguardo, il primo vero traguardo importante che si presenta nella vita di una persona, e raggiungerlo è una meritata soddisfazione. Una laurea è sempre un arricchimento culturale e personale, e il tempo e i soldi (tanti) che gli vengono dedicati non sono MAI sprecati. I soldi per la cultura sono investimenti, non spese, dobbiamo tutti convincerci di questo (anche - soprattutto? - quelli che ci comandano).
    Sono, purtroppo, investimenti a lungo termine, rischiosi, dove il capitale iniziale è tutt'altro che garantito... però bisogna provarci e andare avanti. E' necessario.

    Viviamo in un paese sfasciato dalla crisi economica, dove tutto viene giudicato in funzione dei soldi, anche l'utilità di una laurea. Una laurea è importante (è UTILE) solo se offre opportunità di lavoro. Stop. Pochi, maledetti e subito, e tutto il resto non conta. La logica perversa del dio denaro. Ma la laurea non è solo questo. Non si possono avere solo rimpianti, altrimenti c'è qualcosa che non funziona.
    E allora bisogna imparare a andare a testa alta, ad essere orgogliosi di quel pezzo di carta che, magari (speriamo di no!) non ti consente di trovare lavoro, ma che ti ha consentito di scoprire modi nuovi e passioni latenti, che ti ha dato la forza e le competenze per elevarti dalla mediocrità, e che magari ti ha pure consentito di vedere le cose con una luce diversa.

    Parlo così perchè io, sì, mi sento sconfitto. Sono uno di quelli che non ha mai fatto l'università e lo considero il più grande errore della mia vita. Sono uno di quelli che NON ha fatto lettere proprio perchè ha dato retta a chi gli diceva che era una laurea inutile. Sono uno che NON ha fatto scienza della comunicazione perchè si è arreso al primo ostacolo (ovvero il numero chiuso), senza nemmeno provarci. Ora faccio il bancario, un lavoro che, come diceva un mio superiore, "per impararlo basta saper contare fino a cento". In compenso scribacchio di cinema, illudendomi di saperlo fare, e pensando malinconicamente che magari una possibilità, seppur piccola, avrei potuto averla. E che in ogni caso oggi sarei molto ma molto meno ignorante di adesso,

    Per questo ti dico RESISTI e non farti prendere dallo sconforto.
    Tu sei migliore di tantissime altre persone, Vale. Perchè ne sai più di loro, perchè hai imparato cose belle e importanti, perchè puoi assistere a un film o leggere un libro, o ascoltare una canzone vedendoci tanti aspetti che altri neppure si immaginano. Perchè tu sei una persona VIVA, che si alza ogni mattina con la voglia di imparare e riflettere.

    Ho scritto di getto senza rileggere, e ti prego di scusarmi per il tono enfatico e didascalico. Però, credimi, è quello che penso. Al 100%.
    Non arrenderti! Non ne vale la pena.

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    1. Farai pure il bancario...ma come sanno emozionarmi queste parole solo io posso saperlo. E credimi, tu non scribacchi. Tu sai prendere un lettore tra tanti e catturarlo fin dentro le ossa. Tu comunichi meglio di quanti possano vantare una Laurea e sai mettere fine (anche se, solo per un istante) alle mie sofferenze dovute a tutto questo schifo che mi circonda. Mi sento come giunta a un punto limite, critico, fin troppo. Mi sento come quella povera scema che deve necessariamente dare uno scossone alla propria vita...delle volte mi convinco quasi che la svolta potrebbe arrivare da altre parti, poi mi rimetto in carreggiata e parole di conforto e appoggio come queste, mi urlano alle orecchie che la mia svolta avviene tutti i giorni, non appena apro gli occhi e ho già un'esigenza insolita di raccontare qualcosa. È dura Sauro, io non mollo e questo farà sempre parte di me, anche se domani dovessi decidere di fare l'infermiera...continuerò ad amare tutto questo. Continuerò a scrivere e continuerò a incazzarmi se qualcuno si permette ancora di dare dell'inutile alla mia tanto adorata e sudata Laurea in Lettere. E soprattutto, continuerò ad avere bisogno di te, del bancario nato per masticare lettere ed emozioni, ancor prima di numeri. Grazie per tutto, e ricordati che il mondo non ha bisogno solo di laureati in lettere, ma anche di bancari come te!!! GRAZIE.

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  4. Sei troppo buona :) sono io che devo ringraziarti per queste parole... in ogni caso, sapere che ciò che scrivo è utile a qualcuno mi ripaga di tutto, credimi! Sono felicissimo di 'aiutarti' in questo modo!

    Solo un'ultima cosa: se anche un giorno deciderai di fare l'infermiera... beh, devi essere orgogliosa anche di quello: credo che non esista un mestiere più importante e più difficile. E per farlo bisogna essere davvero 'speciali'.
    Un abbraccio!

    Sauro

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    1. Tutto vero, non è che sono buona. =) Mi aiuti eccome, poi nei momenti più neri leggere i vostri (i tuoi) commenti qui, mi dà una forza immensa, come se riazzerassero tutto. Sai, l'idea di fare l'infermiera in me è sempre esistita ma ad avere la meglio, anche quando scelsi Lettere a 19 anni, è stato questo mio pallino per il cinema e la letteratura. Non mi pento affatto di questo, solo oggi riflettendo sulla mia situazione, mi rendo conto che non posso permettermi di ricominciare tutto di nuovo. Solo perché ho due bimbi e uno ancora non va all'asilo, non saprei a chi lasciarlo e per il corso di infermieristica la frequenza è sacrosanta ancor prima che d'obbligo. Però, niente e nessuno mi vieta di poterci fare un pensierino quando i pargoletti sono più grandini...chissà...per ora rimango qui, nel mio posticino ancora non collocato nel mondo del lavoro ma comunque per me prezioso. Un abbraccio a te...e grazie!!!

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  5. Ma se posso permettermi, vorrei dire una cosa.

    Dare dell'inutile a chi studia o a chi con sacrifici ha 'tentanto' di costruirsi un futuro, rende ancora più inutile il soggetto che proferisce tale assurdità.

    Io studio giurisprudenza, ancora sono piccola perchè ho 23 anni ma spesso mi ritrovo a dovermi 'giustificare' con chi, senza arte nè parte, si permette di dare stupidissimi giudizi di un'idiozia immane.

    La tua laurea non è inutile o forse sono io che apprezzo l'inutilità (così come la chiami tu).

    In questo momento in Italia poche cose posso renderti utile, e non sarà nè la laurea in giurisprudenza, in medicina, in lettere. Ci vuole solo una grande, grandissima botta di culo (accompagnata da una fortissima raccomandazione).

    Siamo scesi talmente in basso come paese che la ripresa dev'essere per forza fisiologica, altrimenti resta solo l'affondamento totale!

    Ti auguro buona fortuna ma soprattutto sii ottimista.

    P.s: scusami se mi sono permessa di commentare, pur leggendoti non l'ho mai fatto! :)

    Un bacione, Ambra.

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    1. Ambra non sai quanto significhi ascoltare il parere di quante più voci possibili. Nel tuo caso ancor di più, studi e credi ancora, come me, che non esiste una Laurea inutile e soprattutto, nessuno può prendersi il diritto di svalorizzarla in questo modo. Ah, quanto è vera la storia della Botta di... Però come dici anche tu, cerchiamo di essere ottimisti (excelsior) e andiamo avanti a testa alta. E un'ultima cosa, ma scusarti di cosa??? Non dirlo neanche per scherzo, io ci campo con i vostri interventi qui su queste mie pagine, senza i vostri commenti non avrebbe senso nulla. Mi fa un immenso piacere sapere che mi leggi e spero tu abbia il modo e la voglia di continuare a farlo...un abbraccio e grazie ancora per tutto il tuo appoggio. =)

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