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Alice in Wonderland


Il paese delle meraviglie di Burton. Si è parlato di "flop", di film troppo atteso, di 3D deludente e, chi più ne ha più ne metta, poiché nulla è più costruttivo di una buone dose di biasimi da parte di critici di tutto il mondo ( spettatori ovviamente compresi). 
Ma, un film quando fa discutere con così tanta veemenza non è già un successo? Beh, gusti personali a parte, anche se per il film in questione sembrerebbe davvero impossibile non farli prevalere, non possiamo negare il merito a Burton di aver portato a termine una bella impresa; Insomma parliamo di " Alice nel paese delle meraviglie" una delle fiabe più visionarie della letteratura inglese dell' Ottocento e chi meglio del "visionario e folle" per eccellenza, poteva imbattersi in tale faccenda?


Ora, cosa gratifica e cosa delude del film di Burton? Potremmo iniziare parlando del cast di Alice, difficile trovare macchie quando sullo schermo si ammirano geni di un certo calibro: Jhonny Depp ( un cappellaio un po' pazzo, un po' malinconico) e Helena Bonham Carter ( la folle regina di cuori dalla testa enorme). Promossa l' esordiente Mia Masikowska ( Alice) come pure, per la prima volta in un film di Burton, Anne Hathaway ( la detronizzata regina bianca con sfumature dark). Spiccano poi i surreali personaggi come lo strabiliante Stregatto, i grotteschi pancioni Pinco Panco e Panco Pinco, l' ambiguo Brucaliffo, il Bianconiglio e tanti altri ancora.


Difficile non pensare a quale responsabilità abbia avuto poi Linda Woolverton ( sceneggiatrice) se solo si ridà una sbirciatina ai libri di Carrol ( "libri", poiché Burton in realtà prende spunto dal primo " Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie" e il secondo " Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò").


Le musiche di Danny Elfman probabilmente non varranno la nomination all' oscar, su questo niente da dire, inaccostabili alle sue passate realizzazioni per il cinema di Burton e non solo ( Spider-man 2002 e Spider-man 2 2004 di S. Raimi, Will Hunting- genio ribelle 1997, per le quali ottenne due nomination all' oscar, di G. Van Sant, solo per citarne alcune).


Il 3D? sicuramente molto poco soddisfacente, ma per il semplice fatto che un film firmato Burton non necessità di un 3D, voglio dire, il suo cinema racconta un mondo " altro", surreale, introverso, ironico e malinconico al tempo stesso, folle e più che mai "visivo" ( Perché il 3D?).
Un " sottomondo", questo il Paese delle meraviglie di Burton, popolato di strane creature e reso fortemente suggestivo attraverso sfumature (in stile gotico- dark) che fanno ricordare la cupa Londra del barbiere " diabolico" Sweeney Todd ( 2007).


L' arancione dei capelli del cappellaio stacca dalle scale dei colori scuri quasi sempre presenti sulla scena ( scelta tra l' altro non priva di senso in quanto nel XIX secolo i cappellai per svolgere il loro mestiere erano costretti ad utilizzare il mercurio che, a diretto contatto con le mani saliva fino a raggiungere il cervello, portando alla pazzia i poveri artigiani; dando inoltre ai loro capelli quello strano colore. Ecco spiegato il vecchio proverbio inglese: "essere matti come un cappellaio". " Mad as a Hatter").


" Alice in Wonderland", possiamo concludere, un film che ha deluso e al contempo soddisfatto le attese di molti " Burtoniani", eppure, usciti da quella sala ognuno di noi ha come avuto la sensazione di aver inseguito qualcosa che alla nostra realtà sfugge inesorabilmente. Delusione? No, semplicemente un fantastico viaggio in un mondo delle meraviglie disegnato apposta per farci perdere nelle sue folli e surreali fattezze.


<< Perciò la bambina si fece coraggio e ne bevve un sorso, poi un altro e un altro ancora, poiché il contenuto era ottimo: aveva il sapore di una torta di ciliege, di ananas, di gelato alla vaniglia, di pollo arrosto, di panini freschi, di tutto insieme. Che bontà!>>. (Dal libro " Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie")

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