sabato 8 giugno 2013

Il pescatore di sogni



Non è un film memorabile, certo. Il pescatore di sogni rappresenta alla perfezione quegli strani casi in cui ci troviamo ad apprezzare un film, nonostante le sue imperfezioni. Perché c'è qualcosa, nel mentre così come appena terminata la visione che, inspiegabilmente ci cattura, ci appaga. Io credo che un film possa esser godibile e al tempo stesso non un capolavoro. Esistono quelle vie di mezzo, anche nel cinema e il film in questione credo si trovi proprio lì, nel mezzo.

Lasse Hallstrom è un regista svedese, tra i suoi film da ricordare io citerei Buon compleanno Mr. Grape, Chocolat (non si capisce che ti piace Johnny Vale...no) oppure Achiko, Il vento del perdono e il più recente L'ipnotista. Ispirandosi al romanzo di Paul Torday Pesca al salmone nello Yemen, Hallstrom dirige il suo pescatore di sogni nel 2011. La storia racconta di questo dottore esperto in ittiologia Fred Jones/Ewan McGregor, operante al servizio del governo inglese. Un uomo assolutamente inflessibile che si ritroverà a gestire un progetto piuttosto insolito: portare diecimila salmoni nello Yemen. Questo era il desiderio dello sceicco Muhammad, un uomo colmo di fede, tanto da sfidare il disaccordo dei suoi conterranei e rischiare addirittura la vita. In effetti il progetto andava un po' a scombinare e a sfumare il confine tra Oriente e Occidente, portare la pesca nello Yemen significava al contempo portare un po' di Occidente in Oriente...


Parallelamente al progetto emergono poi i rapporti che cambiano lentamente, tra i protagonisti coinvolti nell'impresa. C'è Harriet Chetwode-Talbot/Emily Blunt ad accompagnare Fred, così come c'è una perfidamente brava Kristin Scott Thomas, nel film Patricia una donna in carriera spietata, quella che gestiva le copertine per la stampa britannica. E' senz'altro vero che, lasciano a desiderare i tentativi di far lentamente cambiare il modo di guardare alla vita, di Fred Jones. Come dicevo prima, lui l'uomo più pignolo che si possa conoscere, uno che si concedeva "un bicchiere" solo ed esclusivamente di venerdì. Un uomo ormai rassegnato e consapevole di un matrimonio finito e potrebbe bastare la sequenza che vede i due coniugi consumare un rapporto, al termine del quale il marito dice "grazie" alla moglie. Tra i due non esiste dialogo, non ci sono sguardi se non per accusarsi o non comprendersi a vicenda.


Conoscere Harriet significa per Fred rimettere in discussione la propria esistenza, il modo di rapportarsi con gli altri e con se stesso. Lo sceicco incarna invece la fede, significativo il discorso che fa a Fred, quando cerca di fargli capire che, la pesca è un po' come l'avere fede. Se si è disposti ad attendere immobili pur di vedere un pesce abboccare, la fede è dentro di noi, anche se inconsapevolmente. Il film nel suo complesso non riesce a nascondere i diversi difetti che peccano soprattutto di banalità e prevedibilità narrative. Una delle sequenze più "ridicole" il salvataggio dello sceicco da parte di Fred, al limite dell'inverosimile. Resto dell'idea, nonostante questo, che il film si possa tranquillamente guardare e apprezzare, per lo sfondo che emerge pian piano e che fonde non senza conseguenze, l'Oriente e l'Occidente. La satira e l'indifferenza delle alte istituzioni, il personaggio di Patricia è tra i più forti sulla scia di questa chiave di lettura. Soprattutto mi è piaciuto il modo di Hallstrom di lasciar emergere le debolezze psicologiche dei suoi personaggi. Anche se, pensandoci bene, potrebbe bastare solamente quel fiume, metafora evidente del corso della vita, e un uomo immerso a mezz'acqua che aspetta paziente, la sua "bestia"...


10 commenti:

  1. Non gli avrei dato due lire (complice la solita pessima traduzione del titolo) poi un'amica lo ha visto dicendomi che non era male e l'ho recuperato. La Scott Thomas da sola vale il prezzo del biglietto, in ogni caso!

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  2. Boh, sinceramente l'ho trovato un film davvero insulso...

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  3. film assolutamente carino, sebbene in effetti non proprio memorabile.
    e il tocco britannico regala alla pellicola quel qualcosa in più

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  4. @Poison è proprio vero. Vogliamo ricordare la sua uscita da super "mamma" al figlio ribelle che si ostinava a metter su il cappuccio della felpa? "Sono tua madre non una tua puttanella delle case popolari!". XD

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  5. @Jean non sei l'unico ad averlo completamente bollato. Io però mi dissocio, e come dice il grande Gigi: a me me piace. ^_^

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  6. @Marco bene mi fa piacere riscontrare una certa modesta soddisfazione anche da parte tua. Sì, secondo me quel tocco britannico è apprezzabilissimo. E gli sceicchi in kilt poi??? =D

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  7. Vale facciamo più o meno gli stessi film, nello stesso periodo.. Credo di sapere anche il perché ! Hehe.. Comunque anche a me è piaciuto! Delizioso, molto British.

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  8. a leggere la sinossi non sembra degno neanche di una contumelia ma dai, sembra che non sia così male....

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  9. @Vale eh eh ma tu guarda, sarà il nome? Mmm lo scopriremo...^_^

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  10. @Bradipo sì lasciamo perdere le sinossi che troviamo in rete, delle volte ti mandano completamente fuori strada. Ripeto non un film memorabile, però è interessante e si lascia guardare volentieri. Poi mi saprai ridire ;-)

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