giovedì 5 luglio 2012

Drive


Drive è un film diretto da Nicolas Winding Refn, regista alquanto sottovalutato – oltre che semisconosciuto -  qui da noi e in America; almeno in questo caso, ci prendiamo solo metà della colpa.  Il film inoltre è basato sul libro di James Sallis.

La storia del film è un po’ semplice e forse anche frutto del già visto. Abbiamo un tizio senza nome – soprannominato Drive (pilota) –, formidabile stuntman, e all’occorrenza pilota di rapine di notte. Un giorno, si innamora della sua coinquilina: ragazza con prole al seguito, sposata con il delinquente sbagliato; finito in gattabuia per un colpo andato male. Drive, la conoscerà e la aiuterà a vivere felice, aiutandola nella piccole cose quotidiane ed amandola a poco a poco, giorno dopo giorno …  fino a quando il marito viene scarcerato, ricoprendo tutta la famiglia dei suoi debiti con la malavita organizzata. Il pilota non resterà indifferente e cercherà di aiutarli  a modo suo … Organizzerà un ultimo colpo per levare dai guai il consorte del suo amore impossibile. Peccato che tutto andrà per il verso sbagliato.

La trama può sembrarvi semplice – e lo è – ma qui quello che conta non è la trama in se, ma è il tono e l’atmosfera con cui viene raccontata, che contano davvero. Drive: un signor Nessuno con un passato oscuro-  magistralmente interpretato da Ryan Gosling-  è un protagonista diverso dagli altri, che riesce a conquistare con i suoi sguardi e le sue movenze nude e crude. Ogni gesto del pilota è come una ballerina che interpreta il lago dei cigni: Bella, sensuale, poetica,  ma solo verso la fine rivelerà la sua vera natura. Lui non è un eroe, è un cattivo – uno squalo cattivo – che cercherà di mostrarsi, per la sua bella impossibile, come il ragazzo della porta accanto: buono, onesto rassicurante, amichevole. Ma questa maschera non può reggere a lungo. Prima o poi deve cadere. Ed è qui che si mostra il vero tono/aspetto del film: La violenza. Quest’ultima, resterà impressa per sempre nella testa di chi guarda,  per la sua accuratezza e la sua indole claustrofobica. Il protagonista – ricordatelo – vive nell’ombra e resterà confinato nella sua dimensione oscura per sempre.

Il regista è stato molto abile a mascherare la dualità del protagonista, soprattutto per il fatto che la mostra in continuazione senza mai farcene accorgere, solo verso la fine - e magari riguardandolo una seconda volta -  ci accorgeremo che quella strana, fantastica giacca, ha un significato dualistico molto profondo.
Non era facile portare la carica e l’instabilità del libro sul grande schermo. Qui l’esperimento è pienamente riuscito,  Il film colpisce nel segno, stravolgendo i classici canoni del genere B-movie degli anni ’70, elevandoli ad un cult movie, pieno di atmosfere noir e con un protagonista indimenticabile, che riuscirà a travolgere tutto e tutti con la sua instabile emotività. Un film che ci farà sospirare e sperare in un futuro migliore per il nostro Drive.

Un film da vedere e rivedere subito.

Scritto da Alessandro” DEVIL SNAKE”  Tomaselli.



4 commenti:

  1. già un super cult del nuovo decennio!

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  2. Pensare che devo vederlo ancora, mi vergogno a dirlo...ma è così!!! Mi fido di voi, e rimedierò prestissimo!!! =)

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  3. Davvero bellissimo, soprattutto per l'aspetto tecnico e la colonna sonora!
    Non è entrato però nel novero dei miei cult, sorry :P

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  4. Mi spiace, ma devo dissociami: a me il film è sembrato un'idiozia, un budget di 15 milioni di dollari sprecato.
    La prima parte della pellicola è eterea, flebile, inesistente come sceneggiatura, la seconda scade in sanguinolenti combattimenti stile b-movie.
    L'atmosfera non mi dice niente, Ryan Gosling è odioso: non cambia quasi mai espressione e le frasi che dice si contano sulle dita delle mani.
    (Rango)

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