martedì 17 aprile 2012

Laddove l'immagine non arriva incombe il suono


A questo punto potrebbe sorgere una domanda: "Ma...insomma, perché poi la musica è così necessaria? Perché parliamo qui della musica come di qualcosa che èsempre, a priori indispensabile e di per sé sottintesa nel film?".
La risposta mi sembra abbastanza chiara: non si tratta tanto di rafforzare l' azione(sebbene si tratti in buona misura anche di questo), quanto di finire di raccontare emozionalmente quanto è inesprimibile con altri mezzi. (Sergej M. Ejzenstejn) 

Vorrei innanzitutto condividere con voi questa splendida riflessione di Ejzenstejn, proprio perché parliamo di uno degli aspetti più importanti riguardo l' interpretazione e l' analisi del film. Parliamo del ruolo che la musica ha nel cinema, ovvero di tutto quel materiale musicale presente in una pellicola, quella che comunemente chiamiamo "colonna sonora"( anche se storici musicali e musicologi preferiscono chiamarla colonna musica).

 Non c'è dubbio che la musica sia ormai riconosciuta come parte integrante e assolutamente inscindibile del film.  Nonostante la definizione di "cinema muto" sia universalmente accettata e riferita in modo implicito all' assenza del parlato, il cinema è sempre stato a suo modo "sonoro". Vi era infatti già nel cinema muto l' esigenza di mettere un pianista davanti allo schermo ad accompagnare appunto le scene che scorrevano. L' avvento per così dire "ufficiale" del sonoro però risale al 1927 con The jazz singer di Alan Crosland (piccolo accenno storico-cinematografico).
Insomma come potremmo immaginare un film senza musica? A me rimane davvero difficile anche solo pensarlo...impossibile direi.

Nel grande bagaglio di esempi eccellenti che riguardano appunto questo incredibile sodalizio musica-cinema  potremmo mettercene davvero molti, mi vengono in mente i capolavori di Morricone-Leone, Rota-Fellini, Williams-Spielberg, Hermann-Hitchcock, Burton-Elfman, e tanti altri ancora che meriterebbero d' esser citati (anzi mi scuso con coloro che "giustamente" avrebbero voluto vederne degli altri ma se sono stati "omessi" è solo per evitare di dilungarmi troppo, ci vorrebbero almeno una ventina di commenti, e forse non basterebbero, per parlare di tutti i capolavori filmico-musicali).

Come potremmo pensare a "Once upon a time in America" (1984) capolavoro ultimo di Leone, senza quel tocco unico e inconfondibile che solo un grande compositore, forse il più grande secondo il mio modestissimo parere, poteva dare? Quel flauto che suona ancora è vivo nella mia memoria e lo sarà per sempre, un' emozione quasi indescrivibile che dura più di 200 minuti.
Quella con Leone certo è solo una delle grandi riuscite di Morricone nel cinema, non potrei dimenticare i film di Tornatore, Nuovo cinema Paradiso credo si trovi sopra ogni altro.

E la marcia finale dal ritmo circense nell' 8 1/2 di Fellini? Uno dei momenti più alti del cinema italiano (che io ricordi). Ma di Fellini si ricorda anche semplicemente il rumore del vento, come ne "La dolce vita", quel finale incredibile davanti al mare, in quel momento c'è solo il vento ad investire la scena, quanto basta per colpire lo spettatore e provocare in lui quell' effetto destabilizzante sul piano emotivo che solo Fellini sapeva fare.
"Ricordiamo che anche una componente a primo avviso banale, come il rumore del vento fa parte della sceneggiatura ed è fondamentale nella costruzione del film, come tutti i rumori, suoni e seppur minimi accenni musicali".

 Come ho già ribadito gli esempi sarebbero davvero tanti, però vorrei concludere con quello che è il modello filmico-musicale per molti versi insuperato. Parliamo di Vertigo di Hitchcock. Per cercare di capire fin da subito quale importanza rivesta la componente musicale in questo film diciamo che su 124' di proiezione, solo in 24' la musica è del tutto assente. In Vertigo ogni brano deriva dalla sostanza narrativa, sostanza espressa attraverso luoghi, azioni, eventi e al tempo stesso pensieri, ricordi, emozioni. Solo i personaggi per così dire secondari nel film non meritano un accompagnamento musicale.

In Vertigo le componenti fondamentali sono tre: la fotografia (Robert Burks), i titoli di Saul Bass e la musicadi Bernard Herrmann. Queste si spartiscono equamente il compito di concentrare in 3' 30'' (titoli di testa che introducono il film), e di esprimere in forma simbolica/metaforica, tutti i valori del film: l' ossessione erotico-sentimentale del protagonista, la bivalenza del personaggio femminile, l' acrofobia come impedimento e contemporaneamente pulsione mortale.


Trattandosi di un film così importante è ovvio che meriterebbe un' analisi molto più dettagliata e degna degli giusti accorgimenti sul piano musicale-cinematografico, sarebbe però un tipo di analisi rivolto esclusivamente a coloro i quali hanno una preparazione almeno minima in materia. E' per questo che la mia piccola parentesi su Vertigo non può dilungarsi troppo (ahimè).

Il mio principale intento è comunque quello di ribadire ancora una volta l' importanza della musica nel cinema, di quanto essa possa rendere ogni cosa ancora più pregevole e sublime agli occhi, e ancor di più all' anima dello spettatore.


Perché appunto laddove l' immagine non arriva, incombe il suono.


Di Valentina Orsini

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