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Workers - Pronti a tutto



Giusto qualche giorno fa, lamentavo i pochissimi film visti in questo ultimo periodo. Presa soprattutto da un amore ritrovato per i libri e un'esigenza che, a quanto pare, non mi ha mai abbandonata.

E come spesso accade, quando si ha poco tempo per starsene comodi e spaparacchiati sul divano, lo si spreca all'insegna delle nostre peggiori decisioni prese davanti alla tv. Una sera in cui la calura estiva sembra darti un pizzico di ossigeno e di speranza, tu che fai?
Vedi Workers - Pronti a tutto.

Ma siamo davvero pronti a tutto?
Certo che no!

Premetto che la visione del film, ha fatto sì che io lasciassi sul comodino Cent'anni di solitudine, immaginate i numerosissimi mea culpa sopraggiunti...che ve lo dico a fare. Però a volte ci sta che tu veda un film leggero, poco impegnativo e niente affatto promettente. No?


Lorenzo Vignolo è un regista italiano classe 1973, il quale ha alle spalle una fruttuosa carriera nel mondo dei videoclip musicali (e si vede). Il che non è un male, anzi. Infatti se possiamo trovare un unico aspetto interessante e abbastanza riuscito di questo Workers, diremmo senza ombra di dubbio che si tratti della dinamicità e delle trovate musicali, che bene si sposano all'idea carina, ma male sfruttata, del film.
Immaginate dunque la storia più comune e più italiana che possa venirvi in mente ora. Ecco. Esattamente quella...
Giovani carini e disoccupati, pronti a tutto (secondo Vignolo) pur di lavorare. La scelta ricade sulla narrazione ad episodi, tipica della commedia italiana di costume, all'interno della quale tante storie si intersecano senza mai toccarsi del tutto, seppur nelle loro somiglianze, nei loro drammi condivisi. Ecco allora la bella Alice, truccatrice di talento ma non abbastanza, almeno non per il mondo dei vivi, la quale si ritroverà ad avere a che fare con una delle più "rispettate" famiglie di Cosa nostra. Sicuramente questo è stato il più originale degli episodi, ma non è bastato a farne un lavoro compiuto e godibile. I personaggi macchietta del film risultano poveri di comunicazione efficace. Piccoli doppioni di un album  a cui nessuno è più interessato. Come l'Italia che vacilla e fa un passo avanti e cento indietro, e rimane lì.


Storie vere quelle di Workers, probabilmente verissime. Ma non credo che si è davvero disposti a tutto pur di lavorare. Io almeno non la vedo così. Forse è anche per questo che sono disoccupata?
Il fatto è che io appartengo a quella piccola fetta (di alieni?) ancora convinta, che studiare possa fare la differenza. Se oggi il nostro paese va a rotoli non è perché quei giovani fissati con lo studio, ambiziosi e sognatori, non lavorerebbero mai in una stalla a masturbare un toro o a truccare attori impegnati nel loro ultimo atto. Chi è pronto a tutto non è un eroe, ma il disperato sintomo di un paese devastato, arrivato al capolinea. Io non devo sentirmi in colpa se con la mia laurea pretendo di più. Lo devo a me stessa e a quel briciolo di dignità che ancora appartiene a questo paese. Quasi sempre le ramanzine ai giovani che non si rimboccano le maniche, arrivano dalle poltrone più comode, quelle distanti anni luce dalla cacca delle stalle e dai morti da seppellire. E allora chi dovrebbe veramente cambiare?

Io continuo a ribadire, nonostante tutto, che chi si accontenta non ha insistito abbastanza. 
E abbastanza è il minimo che dobbiamo a noi stessi.

Commenti

  1. pensa che ho visto la messa in onda di questo film ieri, su sky, ma la trama non mi convinceva e ne avevo letto poco o niente in giro...
    rimedierò!

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  2. Il finale del tuo post rispecchia le mie paure attuali...

    RispondiElimina
  3. sull'onda dell'entusiasmo per smetto quando voglio potrei recuperarlo. anche se non promette benissimo e io non sono pronto a (vedere di) tutto :)

    RispondiElimina
  4. la versione in nuce di Smetto quando voglio? come ho scritto nella mia opinione di smetto quando voglio quando in un Paese la cultura e la meritocrazia, alias titoli accademici guadagnati col sudore della fronte e non con le solite raccomandazioni, diventano un problema per cercare lavoro allora siamo arrivati a un punto di non ritorno....

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