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Visualizzazione dei post da agosto, 2015

Quando torni

    I veri viaggiatori dicono sempre "andiamo", e non sanno perché . Forse Baudelaire aveva ragione, oppure è solo il fascino della sua espressione poetica, a convincerci. Io non viaggio, non giro il mondo e non pianifico il viaggio successivo al mio rientro. Tutt'altro.   C'è chi parla di "tristezza del ritorno", di "blues del viaggiatore", una metafora azzeccata - dicono - ma io l'ho scoperta per caso questa mattina, sguazzando in rete. Un post curioso, scritto da una travel blogger, nel quale si fa una stima della tristezza del ritorno in base alla durata del viaggio.   Eppure io quando torno sto bene. Vero è che l'idea del viaggio è molto cambiata, rispetto a ieri. A quando c'era l'euforia condivisa con gli amici, tutti ingenui e carichi, attirati come calamite dall'avventura, dalla possibilità di innamorarsi e poi soffrire, per quell'amore destinato a finire, a diventare il ricordo di un'estate...

Valigia piena e poi l'autunno

    Partire a fine agosto ha il sapore di una valigia piena di aspettative e voglia di ricominciare. Non so voi, ma io ogni anno mi prometto qualcosa. Settembre preannuncia l'autunno, mi ritrovo a contare i giorni che mancano a Natale, sembro ancora una bambina fiera del suo calendario dell'Avvento.   Quest'anno mi lascio alle spalle un'estate rovente, e comincio ad alleggerire l'aria soffiando via tutto ciò che resterà indietro, per fare spazio al nuovo, comprese tutte le incertezze e il gusto dell'ignoto. Domani parto, e per la prima volta arrivo già a pensare al viaggio di ritorno. Sarà che il rientro significa poi l'inizio di un nuovo lavoro, sarà che a metà settembre ricomincerà la scuola (Dio quanto mi mancano le mattine in solitaria!!!), sarà che il mio contratto editoriale è stato firmato e ormai non resta che attendere...   L'attesa è come l'acqua, che riempie il nostro corpo in abbondanza, più della metà. E l'attesa r...

Ant-Man, piccolezza e dovizia

    Di Peyton Reed ricordo con piacere la commedia diretta nel 2008, Yes Man , che aveva come protagonista Jim Carrey , nei panni di Carl Allen. Mi affascinò l'idea di portare sullo schermo la storia vera dell'umorista inglese Danny Wallace , e poi quella cosa del sì incondizionato...   E ricordo Barbara Novak, interpretata da Renée Zellweger in Abbasso l'amore . Molto femminista, o femminile, come film. Mi piacque! Oggi parliamo di Peyton e della cosiddetta Fase Due dell'universo Marvel. Parliamo di Ant-Man .   Avevo pensato a questo titolo:"Ant-Man, piccolo ma grande", però mi sembrava banale. Tuttavia è ciò che penso, e provo a spiegarvi perché. Se penso ai numerosi film Marvel visti negli ultimi anni, penso a qualcosa di "gigantesco". Tipo bomba atomica sullo schermo, un'esplosione di action e comicità, di battute pregne di un fare gigionesco mai fastidioso eppure imponente. Penso a New York invasa dai Chitauri, a Hulk in...

Il conto salato dell'ignoranza

  Ricorderò sempre le parole della spilungona della classe, quella con le tette grosse e i capelli lunghi. Quel fare altezzoso di chi cammina a due metri da terra, convinto di sputare su tutto e tutti e non inciampare mai.   Era la mattina degli orali, l'ultima prova della maturità. Il futuro sulla bocca di tutti, il mio invece cresceva silenzioso, nella mia testa, in mezzo alle lacrime di un pianto isterico, liberatorio. " È finita - dicevo a me stessa.  È finita davvero". Dentro quella scuola, sbagliata e illuminante, ho seminato il mio futuro. Ho iniziato a farlo senza rendermene conto, senza prevedere nulla. Il mio professore di Lettere che diceva "Valentì, zitta e scrivi!", io che lo guardavo e già sapevo che non avrei potuto dirgli "grazie" abbastanza. In quella scuola sbagliata, fatta di derivate e sistemi, circuiti complessi e linguaggi alfanumerici, io ho trovato me stessa.   Già, quella morta di fame che si permette ...

Giulia Carcasi - Io sono di legno

    Caro Diario, mi chiedo se sarai felice di questo tono amichevole, di questo nome proprio. Ti piace? Sì lo so, è un nome tipicamente di "cosa", ma ti prometto che tu sarai per me persona. Intimo amico, che ascolta e basta. Che prende ciò che dico e confesso, e non giudica.   Sai, oggi è il mio compleanno. Si insinua per la prima volta un "3", davanti alla mia vita. E un po' fa strano, appesantisce la spensieratezza e schiaccia i ricordi dei tempi andati. Questa notte ho letto un libro, di cui vorrei parlarti. Si intitola Io sono di legno , l'autrice è una giovane donna, vive a Roma e ha più o meno la mia stessa età. Si chiama Giulia Carcasi .    Parto con una confessione: ultimamente leggo sole donne. Chi lo sa perché, o forse sì, lo so... Ti starai chiedendo il perché di questa scelta, il senso più profondo di questa corrispondenza a senso unico. Perché tu lo sai, e io lo so. A te è concesso solamente ascoltare, non puoi dire la ...

KM28 - Simone Avincola

  Chi può dire quanto duri un viaggio,  e poi come lo misuri il tempo, le cose che ti capitano, la voglia di restare oppure partire... Non è nemmeno una domanda, piuttosto una riflessione ad alta voce. E non è la mia, di voce. A dirla tutta è una chitarra e voce . E la voce è quella di Simone Avincola .   Di lui torno a parlare sempre volentieri, soprattutto oggi. Guardo la copertina del suo ultimo album KM28 e penso:"Simò, dev'essere così la vita di un cantautore, eh?". Una vita palleggiata di qua e di là, da una parte la lentezza, dall'altra la frenesia. Una vita guardata e vissuta ai margini, perché da lì si vede meglio, si vede tutto. Simone è un poeta moderno,  attento, una via di mezzo tra il cuore solitario da saloon e il vecchio romantico.  Una voce che viene dal futuro e guarda al passato, o viceversa.   I dieci brani che compongono il suo ultimo disco, scritti davvero in autostrada, rubano al tempo odierno tutti i v...

Tra nubi elastiche e colline di piuma

    Mi sembra di rivivere i giorni prima della laurea. Quando in preda a vuoti di memoria e crisi isteriche, mi vedevo sempre più sprovveduta, spaventata. Ricordo che alla fine, la sola via di fuga da tutti quei dubbi, stava nella bellezza e nell'unicità di quel momento. La mia vita aveva seguito la mia stessa direzione, era andata dove doveva e dove volevo io. Mai state così d'accordo, io e la vita! Oggi mi rivedo come allora, davanti allo schermo il riflesso di ciò che sono, e poco distante dal battere incessante delle mie dita, un libro.   Quattro anni fa c'erano i saggi di Italo Calvino , raccolti nella collana Meridiani, per Mondadori. La mia tesi coniugava in un corpo solo, l'amore per il cinema e la letteratura: "Il cinema nella saggistica di Calvino". Di Calvino amo il suo essere stato, inconsapevolmente, (anche) un grande critico. Lui sosteneva di non esserlo, che lo era piuttosto un Moravia. Eppure, in quelle infinite pagine i...

Prendi la DeLorean e scappa

    Dove andiamo c'è sempre una strada. Oppure no. E mentre camminiamo il tempo spesso decide. Oppure... be' potrebbe anche accadere che "dove stiamo andando non c'è bisogno di...strade". Doc docet!   Sulla scia di questo folle pensiero, prende forma il nostro presente. Le basi del nostro essere, generazione nata negli anni '80, noi. Quelli che, davanti a uno schermo prendono le decisioni più importanti della loro vita. Generazione per sua stessa natura privata della possibilità di scrivere il proprio futuro. Eppure tutto continua a ruotare, nel tormento e nella gioia effimera, attorno alla più affascinante e sfuggevole impossibilità che è propria del genere umano: viaggiare nel tempo.   Cambiare le cose, riscrivere il presente, sistemare il futuro come più ci aggrada. E più capiamo che questa impresa è impossibile, più noi ci ostiniamo nel portarla a termine. La macchina del tempo aspetta solo di essere scoperta davvero. Lo crede...