I veri viaggiatori dicono sempre "andiamo", e non sanno perché . Forse Baudelaire aveva ragione, oppure è solo il fascino della sua espressione poetica, a convincerci. Io non viaggio, non giro il mondo e non pianifico il viaggio successivo al mio rientro. Tutt'altro. C'è chi parla di "tristezza del ritorno", di "blues del viaggiatore", una metafora azzeccata - dicono - ma io l'ho scoperta per caso questa mattina, sguazzando in rete. Un post curioso, scritto da una travel blogger, nel quale si fa una stima della tristezza del ritorno in base alla durata del viaggio. Eppure io quando torno sto bene. Vero è che l'idea del viaggio è molto cambiata, rispetto a ieri. A quando c'era l'euforia condivisa con gli amici, tutti ingenui e carichi, attirati come calamite dall'avventura, dalla possibilità di innamorarsi e poi soffrire, per quell'amore destinato a finire, a diventare il ricordo di un'estate...
Storia di un avverbio ostinato