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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

Il giorno in cui diventai omofoba

  Questa è la storia di come diventai omofoba. Inizia così: C'era il sole e c'era il pc aperto sul tavolo. La bacheca di facebook non aveva da raccontare nulla di interessante. Finché... Un articolo mi incuriosisce. Titolo: "Davide e Alessia, la coppia trans che va in Ucraina per affittare l'utero". Nemmeno una volta, in vita mia, ho storto il naso davanti a un concetto d'amore che non fosse identico al mio. Mai. Ma questo cos'è? Amore? No. Quando Oriana Fallaci ammetteva di essere "fissata con la maternità", molti le ridevano in faccia. Io non rido. Io la capisco. Questo non è amore. La maternità è un'altra storia, non mi fa riflettere sulla legittimità di un amore, sull'intimità tra due corpi, su una vita fatta di due. Piuttosto, mi fa riflettere sul corpo che abito, che io amo e maledico spesso. Il problema, vedete, è che io ho una cosa che molti non hanno. Certo, parlo degli uomini. Io ho l'utero. L'a...

Cara Galatea, io non ce l'ho con te perché hai il posto fisso.

        Questa mattina mi imbatto in un articolo molto accattivante, a partire dal titolo. Prendete accattivante con tutte le possibili interpretazioni del caso, e provate a comprendere le mie ragioni. L'articolo recita così: " Elogio del posto fisso (e di chi ce l'ha) " Ok. Sono curiosa e vado a leggere. L'autrice è una certa Mariangela Galatea Vaglio . Non la conosco. Il blog si intitola Il mondo di Galatea, e a giudicare dalla home si direbbe che l'autrice è anche una scrittrice. Bene. Cara Galatea, ho letto con molta passione il tuo pezzo, ma devo dirti con tutta umiltà che alcuni passaggi, mi hanno lasciata davvero interdetta. E non parlo da critico, parlo da donna italiana precaria. Potrei dire anche disoccupata, ma un po' me ne vergogno. Anch'io scrivo. Non ti dico che sono una giornalista freelance perché da quel poco che ho intuito, a voi che avete il posto fisso, dà un tantinello fastidio. Vero? Ecco, partiamo da ques...

Caro scrittore in erba - Gianluca Mercadante

    Mi siedo davanti al pc e una reazione insolita mi travolge. L'attimo che precede il primo tasto battuto sulla tastiera, vuole che la mia attenzione svolti in basso - che nemmeno si può dire, ma rende l'idea. C'è un dolore che viene da dove a malapena arrivo con gli occhi, e le ginocchia mi dolgono. Faranno male tutte le volte, d'ora in poi. Menomale! E questo pensiero mette a tacere molte paranoie, riaccende in me la voglia di insistere come quando rileggi le prime due righe e capisci di avercela fatta, ancora una volta. Cominciare mi dà vita, e mi suggerisce la più essenziale delle verità: " che un libro non si pubblica, ma si scrive".   Parte proprio da questa premessa Gianluca Mercadante , e mette in guardia con sfrontatezza e ironia quel povero disgraziato che, da grande, vuole fare lo scrittore. Vuole farlo a tutti i costi, probabilmente dopo aver tentato tutto o scartato, col senno di poi, la primissima scelta. L'autore di...

Paura di essere donna

      Mia madre mi ha sempre detto che il rapporto con me, rispetto a quello con mio fratello, è stato vissuto in maniera diversa fin dal principio. Chi la capiva allora... ma oggi mi è tutto più chiaro. La battuta più frequente dei miei amici più cari mi fa tornare a quei discorsi strani di mia madre, a quelle sue prime confessioni ad alta voce, di donna e madre di una figlia. "Ma insomma quando la facciamo la femminuccia?"   Da madre di due figli maschi, non lo nego, il desiderio di una femmina si fa sentire. Ma a conti fatti c'è solo la paura di mettere al mondo una donna. Perché?   Perché se ci penso ho già mille paure per me. Non si tratta di immaginare una vita simile alla mia, di arrivare già al primo giorno complicato, al primo colloquio di lavoro, alle prime domande che suonano male "Ma lei è sposata? Ha figli?" Si tratta di guardare come progredisce male il mondo oggi, come si va avanti tornando indietro. Questa mattina ...

Scusate se esisto!

    Di recente il cinema italiano si fa guardare molto volentieri. Una premessa del tutto personale, ovvio, ma anche ad essere pignoli, rischieremmo un cartellino rosso per questo? Per aver pensato e detto che, degli ultimi cinquanta film italiani visti, forse tre o quattro ci hanno davvero delusi? Io dico di no, e mi bastano pochi nomi per avvalorare quanto detto. Be' non li dico perché detesto le classifiche e le liste in generale. Tanto lo sappiamo tutti, quali sono i nostri migliori registi. No?   Ad esempio a me Riccardo Milani non fa impazzire. Tutte le sue fiction non le ho mai guardate, al contrario, qualche film sì, e il solo che ricordi con vero piacere è Il posto dell'anima. Un dramma tutto italiano ambientato a Vasto, dedicato agli operai precari degli inizi del XXI secolo. Anche lì c'era una maestosa Paola Cortellesi , in un ruolo niente affatto comico. In Scusate se esisto! Paola Cortellesi si esibisce invece in una delle sue mai banali perfor...

Big eyes - Visioni oltre lo schermo

    A distanza di vent'anni esatti, Tim Burton torna dietro la macchina da presa per dirigere un film biografico. Big Eyes narra la vera storia di Margaret Keane , pittrice degli anni '50-'60 e vittima di una delle più note frodi artistiche in campo pittorico.   Come nel 1994, anno di Ed Wood , la stesura del soggetto viene affidata alla coppia Scott Alexander e Lerry Karaszewsky. Dalle sfumature di un bianco e nero grottesco e nostalgico, Tim Burton sembra essersi molto allontanato, si dissolve dietro la macchina, con il solo e unico scopo di raccontare. Senza metterci del suo, forse non troppo, tanto che nessuno se ne accorge e a stento si direbbe che è un vero e proprio film del regista di Burbank. Dicono... Questo distacco, tuttavia, è necessario. Come spesso accade nel percorso di un artista, la visione del mondo che si vuole raccontare cambia, insieme a lui. E Burton è cambiato, lo hanno detto in tutte le salse, con fin troppa arroganza e ...

Banana Yoshimoto, Sonno Profondo

      Quando ti abbandoni allo scorrere del tempo non ti importa di nulla. Lo capisci quando nemmeno i rumori più assordanti ti arrivano all'orecchio, quando l'apatia e il malessere ti bloccano, definitivamente. E ti blocca l'orrore lasciandoti inerme, finché la meraviglia che ti circonda ad un tratto non ti rimette in moto. Non puoi opporti al sonno, nemmeno alla morte, alla solitudine. Ma puoi ricominciare a vivere e a stupirti della bellezza, di quanta ancora ne abbiamo a disposizione. In un tramonto, davanti al mare, nella notte in festa, nella notte brilla senza alcol, perché ti cura e respira, proprio come te.   Con Sonno profondo , Banana Yoshimoto indaga nell'anima di tre giovani donne, a ciascuna delle quali riserva una storia, un racconto. Sonno profondo, Viaggiatori nella notte e Un'esperienza. La Yoshimoto torna a stupirmi e a ribadire quel suo talento innato nel prendere la morte e l'orrore degli stati d'animo più oscuri, e farne...