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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Economia domestica

La Coldiretti ha stilato una vera e propria guida "salva tasche", grazie alla quale ogni famiglia può arrivare a risparmiare addirittura il 50% sulla spesa. Spesa intesa come spesa al supermercato, i soldi che spendiamo per mangiare, dunque per vivere. La spesa ricopre un'altissima percentuale della nostra vita. Un po' come l'acqua fa con il nostro corpo, credo che la spesa faccia con il nostro tempo preso nel senso più letterale e ampio possibile. Da mamma e lavoratrice occasionale, mi rendo conto che il tempo che passo tra frutta e verdura è pari (se non maggiore) a quello che dedico alla cura del mio corpo. A dirla tutta, prendermi cura di me diventa sempre più complicato e non è che un ritaglio di tempo nell'arco della settimana. Al massimo due, ritagli. Al supermercato ci vado anche tre volte a settimana, e per settimana intendo quella "corta", scolastica. Perché non capita di rado che io mi ritrovi al supermercato anche d...

Consapevolezza

Cosa pensa una donna durante i nove mesi di gravidanza? Cosa pensano le altre donne quando vedono una donna incinta? Cosa penso io mentre aspetto mia figlia? Prendetela come una storia di primavera, come una pagina di vita personale o come una riflessione ad alta voce. Però prendetela... Si chiama consapevolezza . Il quinto mese di gravidanza lo considero il migliore. Perché si trova a metà, non manca troppo al termine e non manca nemmeno poco. E questo stare nel mezzo un po' ti aiuta, ti suggerisce di fare le cose con calma e aumenta in te la consapevolezza. Amica intima e crudele, la consapevolezza, ti ricorda che tanto da lì deve uscire e potrebbe far male, tantissimo o forse molto meno dell'ultima volta. O forse molto di più. Ma tanto a te non importa... (stoca**o!) Il quinto mese è bello perché la pancia si vede e la gente non pensa più che ti sei scofanata abbestia senza alcuna ripresa dall'abbuffata natalizia. E poi la pancia del quinto m...

Lo chiamavano Jeeg Robot

"Cuore e acciaio", sembra la premessa di un bel thriller metropolitano. Ambientato nelle viscere della capitale, fitta di anime nere che vomitano veleno e corrono affannosamente, per la terra, tra le stelle. Certo mica supereroi qualunque, solo uomini che non hanno più paura perché non hanno niente. E allora devi essere per forza così, un cuore pieno d'acciao pronto a vincere contro ogni violento urto e pronto ad ammorbidirti, all'occorrenza. Amico di nessuno, Enzo Ceccotti ( Claudio Santamaria ) diventa all'improvviso il paladino dei reietti. Invisibile e disgraziato, che tiene in frigo solo la tristezza e la solitudine di una vita vissuta di riflesso. Viscida e sporca. Uno che se cade nemmeno s'ammazza, però si sente il botto. Il botto di Gabriele Mainetti , qui al suo esordio registico (e che esordio!), riporta alla paura che poi fa l'uomo, nel film di Claudio Fragrasso , Palermo Milano - solo andata . Quando prima di ammazzare qualcuno c...

Diciotto anni dopo

Qualche passo indietro, e sulla strada una vecchia Morgan. Come a voler dire che il cinema, come la vita, altro non è che un bel viaggio. A volte incredibile che supera l'oceano, altre invece tanto modesto da restare tra le mura domestiche, sempre lo stesso. Cinque anni dopo, una Giulia, e il terzo passo da regista. Tanto basta a dargli un benvenuto cordiale e soddisfatto, nell'olimpo degli autori nostrani.  Tra vecchi dolori e mostri del passato, e a partire dal sapore amaro per eccellenza, la morte, Edoardo Leo costruisce un esordio registico che già preannuncia quella sottile accuratezza per un cinema garbato e poetico. Gentile e semplice, dunque necessario. Perché la nostra cultura cinematografica e la nostra stessa esistenza, hanno bisogno ancora di gesti semplici ed emozionali, come le storie. Da Roma alla Calabria per assecondare le ultime volontà del padre, insieme in una Morgan tenuta da sempre sotto custodia in attesa di chissà quale evento str...

Scrittori e presentazioni - Quello che gli altri non dicono

Che presentare il proprio libro nelle librerie di catena sia un'impresa (intesa proprio come dizionario vuole, ovvero "azione di ampia portata"), è cosa risaputa. Scommetto che ne hanno parlato già tutti. Non è così? Impresa che, lo sappiamo, sale e scende in maniera del tutto proporzionale allo status dello scrittore. Più egli è disgraziato, più l'impresa cresce, cresce, cresce e così via. Avranno già detto, senz'altro, delle rocambolesche quanto umilianti entrate in scena dello scrittore emergente, quando, glorioso e ingenuo, scavalca quella soglia e, con fare da vero condottiero pronto a morire, guarda negli occhi il primo tizio che trova nella grande libreria e... "Salve, sono Topolino Woolf, e questo è il mio primo romanzo!" Il resto della storia lo conoscete tutti. Se così non fosse... "Sì, guardi, signor Woolf. Il suo romanzo sarà senz'altro meritevole. Ma vede, io sono lo stagista in prova e non so davvero co...

In libreria - prima e dopo

    Prendo spunto dalla riflessione di un amico e collega della blogosfera, Michele, uno degli autori del blog La nostra libreria (tra i più seguiti da queste parti!) e decido di raccontare come e quanto sia cambiata, oggi, la mia esperienza in libreria. Michele parla di avventure e disavventure, riflette sulle differenze sostanziali tra la libreria di catena e la libreria indipendente. Ed è vero, la maggior parte dei casi evidenzia che cambiano molte cose. A partire dal rapporto che hanno i titolari con i clienti e, ahimè, con i libri stessi.   La mia esperienza in libreria, da quando ho pubblicato il mio primo romanzo, è molto cambiata. Ad esempio prima mi bastava trovare quello che cercavo, nella grande o nella piccola libreria, e nella peggiore delle ipotesi mi accontentavo di quei meravigliosi incontri casuali. Di autori magari sconosciuti o ancora poco noti. Oppure mi divertivo a spulciare sullo scaffale delle grandi novità, o dei più venduti. P...

Essere umani. Umani e basta.

Questa mattina mi sono svegliata ripensando ai numerosi commenti letti ieri in ogni dove. Ho ripensato al mio stato, condiviso forse d'impulso e, proprio per questo, facilmente equivocabile. Mi rendo conto che la questione scaldi gli animi di molti, uomini e donne, genitori e non.   Dunque capisco che, alla luce di certe spiacevoli situazioni, la cosa migliore sarebbe non parlarne apertamente e con tanta leggerezza. Almeno, non qui sulle bacheche di tutti. Perché finisce che si ... viene fraintesi, finisce che ci scanniamo come bestie gli uni contro gli altri e nemmeno ci ascoltiamo. Finisce che tutta la merda politica e tutti i fautori degli indottrinamenti mediatici e ideologici si alzeranno dalle loro poltrone a panza piena, ubriachi e soddisfatti. E al di là delle nostre scelte personali, al di là delle nostre vite, se c'è una cosa che non dovremmo mai permettere, mai, è proprio quella di farci la guerra a vicenda e ammazzarci in un "tutti contro tutti...