Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2015

Italianen

  Noi italiani si sa, in fatto di titoli siamo davvero in gambissima. Soprattutto noi italiani, andiamo forte quando scriviamo articoli e riempiamo prime pagine. Sì insomma, com'è che si dice: "fare giornalismo", no?   Oggi Il Giornale ne dà l'ennesima conferma. Visto e considerato che, ai tempi della tragedia della Concordia, un settimanale tedesco ha fatto "il simpatico" con tanto di ironia al limite del razzismo, oggi il buon Sallusti ha pensato bene di prendersi la sua rivincita. Eccerto , voi tedeschi avete preso per i fondelli Schettino? E io mi vendico . M'hai provocato? E io te distruggo .   Sallusti sì, direttore del quotidiano in questione nonché compagno della Santanché, quella che vede autobus volanti...   A quanto pare Sallusti ha voluto ribadire ai tedeschi che, alla fine, ognuno paga la lezione. Cari tedeschi, noi abbiamo Schettino, voi avete "Schettinen". Cos'è, satira?    Il direttor...

The Walking Dead - Uomini e no

    Andare a rivangare gli incubi ricorrenti degli esseri umani, credo porti in superficie la natura di tutti. Le paure più attecchite e le più inverosimili. Tipo:"svegliarsi una mattina e vedere il mondo a pezzi - cioè peggio di come è attualmente - e rendersi conto che la gente no, non è sparita". Tepiacerebbe . L'impensabile viene tradotto in lamenti disumani e passi sbilenchi, volti frantumati, morti che camminano. Zombie. Paure queste che portano addirittura noi uomini a sorridere o, nei casi più disperati (vedi me), a investire tempo e risorse pur di garantirsi quelle quattro ore al giorno davanti alla tv, immobile quasi in stato comatoso, pur di recuperare non una, non due, bensì TUTTE le stagioni di The Walking Dead .   Ovvero zombie che camminano e rompono i maroni dalla mattina alla sera a quei poveri cristi sopravvissuti a chissà quale assurda catastrofe. E punto! Ma dov'è il lecito e l'illecito quando si è davanti alla tv e non si ...

Allacciate le cinture

    Premetto di non amare Ferzan Özpetek , e lo dico un po' perché io adoro le premesse tirate lì così, in maniera brutale, schietta. E un po' perché voglio rendere pubblica la mia inaspettata reazione al film, il quale, ve lo devo dire: mi è piaciuto!   La prima conclusione tratta, a caldo, è stata questa: "non c'ho più il fisico per fare il critico". Poi ho provato a ricollegare le visioni precedenti, le stesse che, nell'arco di qualche anno, hanno definito un'idea più o meno generale a proposito della filmografia del regista. Ritengo da sempre, che un regista abbia tutta la libertà e il diritto di riempire lo schermo e la trama narrativa dei suoi film, servendosi di quegli stati d'animo che più gli appartengono. E per stati d'animo intendo un po' tutto ciò che anima e allo stesso tempo tormenta, un essere umano (non per forza un artista). Ma credo sia necessario calibrare un po' il tiro, e far sì che lo s...

#tuoexgiornalismo

    Di notizie assurde ne è pieno il giorno, lo dico tutte le mattine. Poi il nostro paese ha di bello che davvero tutti, ma tutti tutti, possono raggiungere un pezzo di gloria e guadagnarsi una parte da protagonisti, senza merito né provino.  Tutti tutti, sì, basta che paghi! Ad esempio, vuoi vedere pubblicato un tuo qualsiasi (iasi iasi) pezzo su una nota testata cartacea? E che problema c'è? Puoi. (bastachepaghi)   Anche se non sono un giornalista professionista? Eccerto. (bastachepaghi) Anche se in italiano avevo tre barra quattro? Suvvia, che domande. (bastachepaghi)   Ok. Una volta tastato il terreno e preso coscienza del fatto che una pagina a pagamento, in Italia, se po' fa, io direi che vale la pena provarci, no? No. Lo so. Ma a molti la coscienza sfugge e il pudore pure.   Enzo è stato tradito, o meglio, ha capito che la moglie se li faceva proprio tutti, ma tutti tutti. Così, preso dal dolore e d...

L'astuccio pieno

    I grandi scrittori avevano ognuno la propria musa ispiratrice, e di essa scrivevano, su di essa ogni pensiero o sentimento rifletteva. Ognuno di quei grandi scrittori, traeva un'ispirazione tale, che fosse triste o felice poi poco importa, da portare tutto ciò che sulla carta prendeva una forma e un chiaro respiro, a brillare di una luce unica. Era quella la magia delle muse ispiratrici. Nella letteratura contemporanea, nella poesia e in ogni qualsivoglia forma letteraria che appartenga ai nostri tempi, nessuno sa se ancora si nasconda dietro le più brillanti pubblicazioni, una presenza così forte e riconoscibile, come allora, in una figura quasi celestiale eppure tangibile, vera.   Sarebbe interessante ricercare le origini dell'ispirazione che muove gli scrittori e le scrittrici di oggi, con tutti i rischi che ne potrebbero seguire. Sia chiaro...   Be' io non mi definirei mai una scrittrice, semplicemente, ogni tanto, faccio qualcosa c...

Il gesto fotografico - Due chiacchiere con Francesco Fratto

  Oggi parliamo di fotografia, in realtà lascio che a farlo sia un carissimo amico, Pietro De Bonis . Di seguito, la sua intervista a Francesco Fratto . “ Sono convinto che con la fotografia ci siano due modi di raccontare la realtà: scoprendola o reinventandola. Io preferisco scoprire.”   Francesco Fratto nasce il 28 dicembre 1970 a Portogruaro (VE). Attratto sin da subito dalla fotografia, riceve la sua prima reflex all'età di dodici anni cominciando a tenere un personale diario visivo di viaggi e ritratti. A diciott’anni anni comincia a frequentare il Circolo Fotografico Fincantieri di Trieste, affinando il gusto per il linguaggio fotografico. Dopo la laurea in farmacia, tuttavia, smette di fotografare intimorito dalle nuove tecnologie digitali . Nel 2006, in concomitanza con la nascita della figlia Giulia, riscopre la passione per la fotografia, nonché la scoperta della fotografia digitale. Dal maggio 2012 è iscritto all'Associazione Nazionale Fotografi P...

Noi e la Giulia - dedicato a chi torna

    Sono tempi difficili, i nostri. L'amarezza ormai sembra essere l'unica fidata compagna della disperazione. E i disperati siamo noi, sì. Quelli nati nel momento sbagliato, nel posto sbagliato. Di noi si parla quando ci si ricorda di un paese allo sbando - il nostro - arrivato a un punto di non ritorno. E a un passo dal capolinea, organizzati in fila indiana sulla linea gialla e con l'indifferenza negli occhi, noi , la generazione del piano B.   Edoardo Leo segna la sua terza regia partendo proprio da qui. Un dato di fatto, una consapevolezza che ti porti dentro e che, seppur tu non la voglia affatto, ti prende alla sprovvista come un crampo, una gomitata improvvisa allo stomaco. Ed è come raccontare una storia che si ripete, identica. In Italia ci sono i giovani laureati che emigrano con i sogni coltivati nella propria terra, e poi ci sono i quarantenni falliti, quelli per cui partire è impossibile e allora ripiegano tutto su quella che sembra...