Passa ai contenuti principali

Venezia 2012. Leone d'oro a Kim-Ki duk


Si conclude oggi l'edizione n° 69 del Festival del cinema di Venezia. C'era nell'aria una "mezza" idea sul probabile vincitore e per la maggiore si pensava proprio al film del coreano Kim. Forse ci si aspettava di più per la Bella addormentata di Marco Bellocchio (?). Vediamo l'elenco completo dei Premi:

LEONE D’ORO per il miglior film a Pietà di Kim Ki-duk (Corea del Sud)
LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a The Master di Paul Thomas Anderson (Stati Uniti)
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a Paradies: Glaube di Ulrich Seidl (Austria, Germania, Francia)
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix
nel film THE MASTER di Paul Thomas Anderson (Stati Uniti)
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a Hadas Yaron
nel film LEMALE ET HA’CHALAL di Rama Bursthein (Israele)
PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a Fabrizio Falco
nel film È STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì (Italia)
PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a Olivier Assayas
per il film APRES MAI di Olivier Assayas (Francia)
PREMIO PER IL MIGLIORE CONTRIBUTO TECNICO, PER LA FOTOGRAFIA, a Daniele Ciprì
per il film È STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì (Italia)
LEONE DEL FUTURO - PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA (LUIGI DE LAURENTIS) a:
KÜF (MOLD) di Ali Aydin (Turchia, Germania) 

 Pietà, di Kim Ki-duk

ORIZZONTI

PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR FILM (riservato ai lungometraggi) a San Zimei di Wang Bing (Francia, Hong Kong)
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ORIZZONTI (riservato ai lungometraggi) a Tango Libre di Frédéric Fonteyne (Francia, Belgio, Lussemburgo)
PREMIO ORIZZONTI YOUTUBE PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO a Cho-De di Yoo Min-young (Corea del Sud)
EUROPEAN FILM AWARDS 2012-EFA a Titloi Telous di Yorgos Zois (Grecia)
 LEONE D’ORO ALLA CARRIERA 2012
a Francesco Rosi
JAEGER-LECOULTRE GLORY TO THE FILMMAKER AWARD
a Spike Lee
PREMIO PERSOL
a Michael Cimino
PREMIO L’ORÉAL PARIS PER IL CINEMA
a Giulia Bevilacqua

Fonte della news http://www.labiennale.org

Commenti

Post popolari in questo blog

Quel mostro di me

Certi giorni mi vanno stretti, ci sto dentro a metà. Altri mi sembrano grandi come l'oceano. Sguazzo, mi perdo, sto serena. Scrivere Madrepàtria - Racconti dell'umana sorte ha significato molto per me.  Fin dal principio ho capito che quello, era il mio modo di esorcizzare i mostri più radicati nell'anima. Forse scrivere è davvero un atto terapeutico ancor prima che creativo. Ma certi mostri non li puoi cacciare via definitivamente, devi imparare a conviverci.  Questi racconti hanno avuto la forza di tenerli lontano da me, quei mostri, almeno per un po'. Di guardarli con scherno, prima da dentro e poi a distanza di sicurezza. Ma quali sono davvero questi mostri? Cos'è che sto allontanando? Ho paura che si tratti di me.  Di un ruolo sbagliato (così dicono), che ho rincorso a fatica, che poi ho cambiato, che poi ho abbandonato. Mi adatto continuamente, e continuamente non mi ritrovo. Scrivo, metto da parte, allontano i mostri, allont...

Dylan Dog, il film. Ogni cinefilo ha il suo incubo.

Licantropi e vampiri , direi che ne abbiamo fin sopra ai capelli di queste trovate alla Meyer , almeno nel mio caso, il primo pensiero finisce inesorabilmente lì. Non so quanto e come poi, questo abbia influenzato il mio giudizio. Solamente posso dire che, quando decisi di vedere Dylan Dog, il film , non immaginavo (al di là delle comuni perplessità) che avrei avuto a che fare con quello che, a tutt'oggi, io considero: il peggior film della mia vita!!! Abbandoniamo il rimando al film di Giovannesi , che qui a confronto è una boccata d'ossigeno per ogni cinefilo, e torniamo al film di Kevin Munroe . Il regista canadese aveva esordito nel 2007 con TMNT  (Teenage Mutant Ninja Turtles), dopo aver scritto e coprodotto nel 2001, un altro film d'animazione del regista Tony Shutterheim , Donner . Non è chiaro, tuttavia, quale malsano meccanismo sia scattato nella mente di Munroe quando, nel 2010, decise di portare sullo schermo la storia di un personaggio tanto popola...

Joker, La verità è che ci finiamo tutti.

Credo che il cinema a volte diventi davvero uno stato d'animo che non puoi descrivere.  Come la musica un rumore che non sai cos'è, né da dove provenga, eppure lo ascolti, ti piace, perché ti seduce e ti uccide, e ti salva. Il Joker di Joaquin Phoenix è esattamente questo, una lacrima che scende insieme al trucco, davanti allo specchio. Una risata disperata, che copre il dolore, il male di vivere. La paura di essere derisi, umiliati, e da lì l'esigenza di costruire una grande  menzogna, dove rifugiarsi, accettarsi oppure non farlo mai. Chi lo sa se poi è una scelta, oppure è solo una malattia. "Come ci si finisce qui?" Ci finiscono gli svitati, chi non sa cosa vuole, chi non sa se essere felici o tristi. La verità è che ci finiamo tutti. Perché nessuno sa cosa vuole realmente, e chi lo sa, è destinato ad assaporare il fallimento. Joker è solo l'ennesima vittima del gioco dei ruoli che è la vita. La follia il prezzo da p...