Certi giorni mi vanno stretti, ci sto dentro a metà. Altri mi sembrano grandi come l'oceano. Sguazzo, mi perdo, sto serena. Scrivere Madrepàtria - Racconti dell'umana sorte ha significato molto per me. Fin dal principio ho capito che quello, era il mio modo di esorcizzare i mostri più radicati nell'anima. Forse scrivere è davvero un atto terapeutico ancor prima che creativo. Ma certi mostri non li puoi cacciare via definitivamente, devi imparare a conviverci. Questi racconti hanno avuto la forza di tenerli lontano da me, quei mostri, almeno per un po'. Di guardarli con scherno, prima da dentro e poi a distanza di sicurezza. Ma quali sono davvero questi mostri? Cos'è che sto allontanando? Ho paura che si tratti di me. Di un ruolo sbagliato (così dicono), che ho rincorso a fatica, che poi ho cambiato, che poi ho abbandonato. Mi adatto continuamente, e continuamente non mi ritrovo. Scrivo, metto da parte, allontano i mostri, allont...
Storia di un avverbio ostinato
Sarà sicuramente un trionfo ma, da brava ligure, aspetterò che cali un po' il prezzo prima di prenderlo ^__^
RispondiEliminaBeh, è un ragionamento abbastanza "ponderato", saggia decisione direi. Però no, io non sono saggia e non resisto...;-)
RispondiEliminaNon solo non ho ancora prenotato il Blue-Ray ma il lettore BR non ce l'ho neanche in casa e il mio televisore è ancora in possesso di un bel tubo catodico.
RispondiEliminaDici che sono anacronistico?
Ahahah...no, sei PAZZOOOOO!!! XD
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