Passa ai contenuti principali

Cannes 2012, Palma d’oro all’Amour di Haneke



Michael Haneke raddoppia con il suo Amour alla 65° volta del Festival di Cannes. Dopo il trionfo nel 2009 con Il nastro bianco, vince oggi il dramma del regista austriaco interpretato da Jean-Louis Trintignant (il quale tra l’altro festeggia il suo ritorno davanti alla macchina da presa)ed Emmanuelle Riva.

Sulla croisette finalmente anche l’Italia grazie al Reality di Matteo Garrone, a lui il Gran Premio della Giuria.

Il presidente della giuria Nanni Moretti , che non ha risparmiato le sue critiche al cinema Americano, ha concluso lasciando ai presenti queste dichiarazioni: “Mi sento molto bene perché ho otto nuovi amici. I festival devono sapere che, quando chiameranno uno di noi, arriveranno anche gli altri otto. Tutti andremo a Locarno, Venezia e perfino in Corea. Senza entrare nei dettagli, nessun premio è stato dato all’unanimità. Voglio ringraziare la sincerità di Ewan. Il buon umore di Jean Paul Gaultier, la determinazione di Diane, la dolcezza di Emmanuelle. La competenza e la cultura di Raul, l'enorme energia di Andrea.  E poi la nostra memoria storica cinematografica, Alexander Payne”.

Ecco a voi i premi in ordine di consegna:

Camera d'Or
Beasts of the Southern Wild” di Benh Zeitlin

Premio della Giuria
The Angels' Share” di Ken Loach

Miglior sceneggiatura
Beyond the Hills” di Cristian Mungiu

Miglior regia
Post Tenebras Lux” di Carlos Reygadas

Miglior attore
Mads Mikkelsen - “The Hunt” di Thomas Vinterberg

Migliore attrice
Ex aequo: Cosmina Stratan e Cristina Flutur – “Beyond the Hills” di Cristian Mungiu

Gran Premio della Giuria
Reality” di Matteo Garrone

Palma d'Oro
Amour” di Michael Haneke

Commenti

Post popolari in questo blog

Quel mostro di me

Certi giorni mi vanno stretti, ci sto dentro a metà. Altri mi sembrano grandi come l'oceano. Sguazzo, mi perdo, sto serena. Scrivere Madrepàtria - Racconti dell'umana sorte ha significato molto per me.  Fin dal principio ho capito che quello, era il mio modo di esorcizzare i mostri più radicati nell'anima. Forse scrivere è davvero un atto terapeutico ancor prima che creativo. Ma certi mostri non li puoi cacciare via definitivamente, devi imparare a conviverci.  Questi racconti hanno avuto la forza di tenerli lontano da me, quei mostri, almeno per un po'. Di guardarli con scherno, prima da dentro e poi a distanza di sicurezza. Ma quali sono davvero questi mostri? Cos'è che sto allontanando? Ho paura che si tratti di me.  Di un ruolo sbagliato (così dicono), che ho rincorso a fatica, che poi ho cambiato, che poi ho abbandonato. Mi adatto continuamente, e continuamente non mi ritrovo. Scrivo, metto da parte, allontano i mostri, allont...

Dylan Dog, il film. Ogni cinefilo ha il suo incubo.

Licantropi e vampiri , direi che ne abbiamo fin sopra ai capelli di queste trovate alla Meyer , almeno nel mio caso, il primo pensiero finisce inesorabilmente lì. Non so quanto e come poi, questo abbia influenzato il mio giudizio. Solamente posso dire che, quando decisi di vedere Dylan Dog, il film , non immaginavo (al di là delle comuni perplessità) che avrei avuto a che fare con quello che, a tutt'oggi, io considero: il peggior film della mia vita!!! Abbandoniamo il rimando al film di Giovannesi , che qui a confronto è una boccata d'ossigeno per ogni cinefilo, e torniamo al film di Kevin Munroe . Il regista canadese aveva esordito nel 2007 con TMNT  (Teenage Mutant Ninja Turtles), dopo aver scritto e coprodotto nel 2001, un altro film d'animazione del regista Tony Shutterheim , Donner . Non è chiaro, tuttavia, quale malsano meccanismo sia scattato nella mente di Munroe quando, nel 2010, decise di portare sullo schermo la storia di un personaggio tanto popola...

Joker, La verità è che ci finiamo tutti.

Credo che il cinema a volte diventi davvero uno stato d'animo che non puoi descrivere.  Come la musica un rumore che non sai cos'è, né da dove provenga, eppure lo ascolti, ti piace, perché ti seduce e ti uccide, e ti salva. Il Joker di Joaquin Phoenix è esattamente questo, una lacrima che scende insieme al trucco, davanti allo specchio. Una risata disperata, che copre il dolore, il male di vivere. La paura di essere derisi, umiliati, e da lì l'esigenza di costruire una grande  menzogna, dove rifugiarsi, accettarsi oppure non farlo mai. Chi lo sa se poi è una scelta, oppure è solo una malattia. "Come ci si finisce qui?" Ci finiscono gli svitati, chi non sa cosa vuole, chi non sa se essere felici o tristi. La verità è che ci finiamo tutti. Perché nessuno sa cosa vuole realmente, e chi lo sa, è destinato ad assaporare il fallimento. Joker è solo l'ennesima vittima del gioco dei ruoli che è la vita. La follia il prezzo da p...