Di tanto in tanto è anche piacevole incappare in qualche visione tutta italiana...anche se ancora non è chiaro cosa si intenda poi con quel "di tanto in tanto". Per come la vedo io: "di tanto in taaanto, ovvero, lasciamo che passi un bel po' di tempo, tra una pellicola made in Italy, e un'altra ancora". Perché se il film precedente ci è piaciuto, il timore di smorzare l'entusiasmo ritrovato cresce a dismisura, e se si smorza l'entusiasmo, è dura poi tornare a dare fiducia a "quel cinema lì". E infatti dopo è dura, e nel mio caso specifico il prima è stato con La variabile umana (film di cui ho scritto con moderata, ma sincera, soddisfazione) e il dopo, cioè l'ora, l'adesso e l'ammazza entusiasmo è stato con Si può fare l'amore vestiti? . Peccato però, perché a me già la sola idea di immaginare un paesino della Puglia e il calore tipico "paesano", fatto di vecchiette sulle panchine e pettegole...
Storia di un avverbio ostinato