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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Si può fare l'amore vestiti?

Di tanto in tanto è anche piacevole incappare in qualche visione tutta italiana...anche se ancora non è chiaro cosa si intenda poi con quel "di tanto in tanto". Per come la vedo io: "di tanto in taaanto, ovvero, lasciamo che passi un bel po' di tempo, tra una pellicola made in Italy, e un'altra ancora". Perché se il film precedente ci è piaciuto, il timore di smorzare l'entusiasmo ritrovato cresce a dismisura, e se si smorza l'entusiasmo, è dura poi tornare a dare fiducia a "quel cinema lì". E infatti dopo è dura, e nel mio caso specifico il prima è stato con La variabile umana (film di cui ho scritto con moderata, ma sincera, soddisfazione) e il dopo, cioè l'ora, l'adesso e l'ammazza entusiasmo è stato con Si può fare l'amore vestiti? . Peccato però, perché a me già la sola idea di immaginare un paesino della Puglia e il calore tipico "paesano", fatto di vecchiette sulle panchine e pettegole...

The Normal Heart

Pensavo che dopo Philadelphia , e dopo l'ultimo Dallas Buyers Club , non mi sarei più trovata nella condizione di spettatrice e critica, costretta a capire se in quella storia così dolorosa che lo schermo racconta, ci sia sincerità e intelligenza, oppure sia solo l'ennesima paraculata che specula sul dolore. Perché affrontare l'Aids non è per niente facile, non lo è mai. Non lo era nel 1993, anno in cui uscì il film di Jonathan Demme (Philadelphia), e non lo è oggi. Insomma il dolore non cambia insieme alle tendenze, non è un fattore che puoi tenere sotto controllo e non lo puoi plasmare. Certo è che negli anni, a cambiare possano essere (e lo sono) gli atteggiamenti, le interpretazioni di ciò che avviene nel mondo e, di conseguenza, l'approccio a quelle che comunemente chiamiamo "piaghe" della società. Ne è la prova, se vogliamo che lo sia, il film di Ryan Murphy uscito quest'anno come film per la tv e adattamento dell'omonima opera teatr...

Suspect Zero - Non è un cerchio, è uno zero!

Questo periodo vuole che io veda parecchi film legati indissolubilmente al genere "psico-trip". Ovvero, detto più professionalmente, al thriller psicologico. Il quale spesso diventa complicato più del previsto, poiché introspettivo, poiché scabroso e tanti altri poiché... Suspect Zero conferma la serie delle suddette visioni, e ne scrivo con moderata, ma sincera, soddisfazione. Non mi aspettavo nulla di che, ma immaginavo sarebbe stato un film come minimo godibile, se si apprezza il genere, è chiaro. Io lo apprezzo, devo dire che a partire dalle letture con le quali sono stata svezzata (Stephen King, Chuck Palahniuk - due a caso) è esplosa in me questa passione per il genere molto scabroso e molto psicologico. E molto "trip". Ce ne sono tanti di esempi, a partire da David Lynch, passando per l'altro David, ovvero Fincher, oppure M. Night Shyamalan  come pure il buon Chris Nolan, Brad Anderson, anche...uh guarda un altro David, Cronenberg! Papà ma...

Cinzia Doti - Pezzi di ricambio

Oggi parliamo di un esordio letterario, affidato alla collana Approdi,  Vertigo . L'autrice è Cinzia Doti , classe 1973 di Città di Castello. Pezzi di ricambio è un dramma sui rapporti familiari, soprattutto questo. Ma è anche il dramma personale di un uomo che vorrebbe staccarsi dai problemi legati alla propria famiglia, senza tuttavia riuscirci. Pier è un giovane dentista, single. Abituato a fare la spesa al supermercato da solo, prediligendo cibi precotti o pietanze biologiche, di quelle che a lungo andare fanno dimenticare i veri sapori. Pochi grassi e calorie, ma la vita così rischia di non sapere più di nulla. Poche ore di sonno, e negli ultimi giorni perfino un mal di stomaco insopportabile, accompagnato da mal di testa e conati di vomito continui. In realtà la vita di Pier e la sua monotona solitudine, viene ad un tratto stravolta dal ritorno improvviso del padre. Del responsabile dei suoi problemi, della depressione della madre, e delle bravate del fr...

La variabile umana

Di Bruno Oliviero avevo sentito parlare soprattutto in merito al genere documentaristico. Così, curiosando un po', ho scoperto MM Milano Mafia , che devo recuperare, e nel frattempo sono riuscita a vedere quello che è stato il suo esordio nel lungometraggio, ovvero  La variabile umana . Al di là del titolo, che mi è piaciuto fin da subito, c'è in questa storia, una serie di "qualcosa" che mi ha profondamente incuriosita. Il primo fattore potrebbe essere legato alla presenza di Silvio Orlando , un attore che io stimo tantissimo e tutte le volte che mi capita di osservarlo, sul piccolo o grande schermo, mi sembra di assistere a un monologo teatrale recitato da una maschera drammatica davvero unica. Orlando ha nel viso e negli occhi un dolore che pare appartenergli, e questa sensazione io la provo sempre. Poi potrebbe aver influito il genere. Un poliziesco a metà tra il noir e il dramma psicologico/familiare, a me fa sempre gola, e non ci penso su due vol...

Marcela Serrano - L'albergo delle donne tristi

Non lasciatevi ingannare dal titolo, se potete non fatelo mai! Io cerco sempre di "andare a pescare" un significato diametralmente opposto a quanto potrebbe evocare il titolo di un libro. E se quello che ne viene fuori mi incuriosisce, allora vuol dire che potrebbe piacermi. Così è stato con il libro di Marcela Serrano , L'albergo delle donne tristi . Comprato prima di partire per la Calabria questa estate, messo in valigia insieme a Il libro dell'inquietudine di Pessoa . La mia famiglia e alcuni amici mi guardavano sbarrando gli occhi, alcuni facevano l'espressione preoccupata, di quelle che vorrebbero dire: "poveraccia, chissà com'è depressa". Ma la realtà è che chi si trova al di là del libro, e di quella copertina che ricorda molto le donne Tahitiane di Gauguin, non ha idea di cosa raccontino quelle pagine. Non è un libro per donne tristi, è un invito profondo e sincero, a riflettere sulle questioni più note e allo stesso tempo i...

Il chicchirillo del Chìcchirigallo

Dedicato a tutti e vietato a nessuno.    È il chicchirillo del Chìcchirigallo. Un suono che piace, che forse non c'è. È il sorriso di un bambino che guarda il mondo, è il tuo. Che mi guardi e spalanchi gli occhi, gli occhi da cerbiatto, mai stanchi, sempre attenti. È la tua voce che mi guida, che mi prende, mi porta ovunque. Lo vedi, in mezzo a tutto il niente nascosto dalle cose ingombranti, eppure piccole, inutili, stupide, sbiadite. Tu lo vedi.  Io no. Il chicchirillo è il gioco che mi invento ogni sera che trastulla te, e me, mentre cerco una risposta, che ti sia utile, che ti piaccia, che ti soddisfi. Così piccolo e già così esigente, così meticoloso nel trovare il tutto in ogni dove. Il chicchirillo è nel tuo sorriso, quello che hai ora, in questo momento. Mentre mi chiedi del sole e della luna " sole - ninna - luna - cielo - mamma - chicchirigallo! " Il chicchirillo è nella mia testa, mentre ti guardo e provo a capirt...

John Green - Colpa delle stelle

I casi letterari che poi diventano casi cinematografici, di solito tendo a evitarli. Non a lungo termine però, magari mi prometto di recuperare libro e film, quando ormai la tempesta mediatica, felice o triste che sia, può dirsi conclusa. Esistono tuttavia delle eccezioni. Tant'è... Colpa delle stelle mi aveva colpito più di un mese fa circa, quando vidi la copertina in vetta allo scaffale dei libri più venduti. Ma non fu abbastanza, non lo comprai e come spesso capita con i libri "non presi", ci si dedica a nuove letture ma un po' con la testa rimaniamo anche lì. Attaccati a quel momento in cui abbiamo deciso di non prendere quel libro a vantaggio di un altro. Chissà per quale ragione poi, non credo ci sia dato saperlo. "Mentre la marea saliva, l'Olandese dei Tulipani fronteggiò l'oceano: "Unisce ricongiunge avvelena occulta rivela". Guarda mentre sale, ridiscende, porta con sé ogni cosa". "Che cos'è?" dom...