Oggi parliamo di un esordio letterario, affidato alla collana Approdi, Vertigo.
L'autrice è Cinzia Doti, classe 1973 di Città di Castello.
Pezzi di ricambio è un dramma sui rapporti familiari, soprattutto questo. Ma è anche il dramma personale di un uomo che vorrebbe staccarsi dai problemi legati alla propria famiglia, senza tuttavia riuscirci.
Pier è un giovane dentista, single. Abituato a fare la spesa al supermercato da solo, prediligendo cibi precotti o pietanze biologiche, di quelle che a lungo andare fanno dimenticare i veri sapori.
Pochi grassi e calorie, ma la vita così rischia di non sapere più di nulla. Poche ore di sonno, e negli ultimi giorni perfino un mal di stomaco insopportabile, accompagnato da mal di testa e conati di vomito continui.
In realtà la vita di Pier e la sua monotona solitudine, viene ad un tratto stravolta dal ritorno improvviso del padre. Del responsabile dei suoi problemi, della depressione della madre, e delle bravate del fratello minore, Paolo.
Saverio è stato un uomo terribile, padre e marito che nessuno mai augurerebbe a una figlia, o meglio a nessuna donna. Noncurante della famiglia, incline al tradimento e alle botte, quest'uomo si ripresenta al figlio disperato, e con un motivo ben preciso: gli serve un rene. Un rene nuovo a tutti i costi!
Malato, Saverio è costretto alla dialisi e la sua unica possibilità di salvezza è legata alla donazione di uno dei suoi figli. Il primo ovviamente è Pier, dopo di lui la seconda scelta, l'ultima chance, Paolo.
Inutile dirvi che la reazione dei figli non sarà delle migliori, e tutto il libro è narrato in prima persona da Pier, colui che vive e viene travolto dagli eventi. Imprevedibili, che non ti danno più molte alternative e, come spesso accade, ti devastano.
Il libro scorre senza perdere di vista l'attenzione del lettore. Capita ciò che ti aspetti e quello che temevi potesse...ma che mai avresti voluto.
Il dramma di Pier, scritto a mo' di diario, riesce a coinvolgere il lettore dalla prima all'ultima pagina. Ci si chiede come possa un genitore avere la faccia tosta di tornare a bussare alla nostra porta dopo tanti anni di silenzio. Ci si chiede come possa, un genitore, trattare con un figlio come fosse un cliente importante giunto al proprio autosalone.
Volere quel pezzo di ricambio necessario.
E se magari non saranno le azioni disgustose di un padre, a farci sentire "pezzi di ricambio", capita che il lavoro sporco lo porti a termine la vita stessa. E in quel caso non puoi gridare, non puoi mettere nessuno con le spalle al muro.
Non puoi fare più nulla.
Non ne avevo mai sentito parlare ma sembra molto interessante!
RispondiEliminaA presto, un bacione :*
Si legge molto volentieri e fa riflettere, e fa male. Grazie cara, un abbraccio forte a te. :-*
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