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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

Quando cercavamo la neve

Questo fine settimana siamo stati in montagna. A Rocca di Mezzo, nella provincia dell'Aquila. Siamo partiti con le immagini davanti agli occhi di un albergo travolto dalla neve, con i titoli dei tg e le voci dei parenti - preoccupate, isteriche - che si raccomandavano. "Non potete partire. Non dovete". Ma noi questo fine settimana siamo stati in montagna. Perché lo aspettavamo da una vita, questo week end. Perché i bambini contavano i giorni, e già sentivano la neve. Io che pensavo a bassa voce: "Tre giorni senza fare nulla, servita e riverita. Una signora!" Finalmente un po' di riposo, meritato. E un po' di buona compagnia, sorrisi, bicchieri di vino in tavola e una comitiva di bambini a riempire la hall dell'albergo. "Mamma ma l'albergo dove andiamo noi finisce sotto la neve come quello che abbiamo visto in tv?" Prima dei sorrisi tante domande, e la paura di privare i nostri figli di tutto.  Perché t...

Il sapore del successo

Dalla cucina di Cracco e & Co. al grande schermo. Il passaggio non è poi tanto brusco, ci si abitua ben presto e volentieri, infatti, al volto da bello e dannato di Bradley Cooper , lo chef che ambisce alla terza stella Michelin dopo aver avuto a che fare con un milione di ostriche in Louisiana. La storia si sposta da Parigi a Londra, quest'ultima, città di riscatto e vecchi rimpianti legati al passato. Adam Jones sembra avere messo davvero la testa a posto. Niente più tenori di vita alla gioventù bruciata, ma solo una grande idea, una grande ambizione. Quella di diventare uno chef ancor più grande, in grado di donare ai clienti dei veri e propri "orgasmi culinari". Perché la cucina esprime chi siamo, e sbagliare non è permesso. Nonostante Bradley Cooper, il quale proprio non ne vuole sapere di andarmi a genio, il film si lascia guardare senza particolari sforzi.  La mia repulsione al bel faccino di Cooper, non doveva e non voleva in alcun m...

Roberto Teofani - Download

"Se uno esce, uno deve entrare", è questa la regola. Ma Download non è solo un gioco clandestino, non è nemmeno l'antefatto vero e proprio di questo romanzo. Il primo, dell'autore Roberto Teòfani , che torna a pubblicare per la seconda volta con Efesto Edizioni dopo il suo Schegge d'Italia . Un viaggio, un libro . In realtà il titolo è abbastanza fuorviante e, non lo nego, ogni due pagine mi immaginavo uno scambio verbale con l'autore - nonché amico e collega carissimo - anche abbastanza acceso: "Ok. Adesso mi dici che ca**o vuol dire Download?" Il punto forte del romanzo è tutto qui, perché fino alla fine il lettore è come catapultato in una zona d'ombra, rapito da un vortice di domande senza risposta.  Il libro si apre e si chiude con uno scambio epistolare risalente a circa vent'anni prima rispetto ai fatti narrati, e forse questo può tornare utile a quel lettore che, una volta finito il libro, tiene ancora qualche qu...

Riprendermi me

A intervalli di tempo non regolari, e lo dico come se questo possa escludere una diagnosi inequivocabile, parlo al mio blog e gli chiedo un favore. Quello di diventare carta bianca per me, di non chiedermi quale sia la ragione precisa, di farsi paziente. E lui si piega e si presta alle mie paturnie, con la stessa gentilezza di sempre. Questi momenti della mia vita vanno e vengono come pianeti sparati in un'altra orbita, che fanno del mio tempo una bolla ad aria compressa. Mi sembra di averne poco, di tempo. Mi sembra di avere poco di tutto, e che tutto a un tratto diventi troppo. Mi paralizzano le piccole cose, mi ritrovo a desiderare luoghi lontani o chissà quali imprese, e un attimo dopo l'esatto contrario. Mi basta il mio pc, le dita sulla tastiera, il suono che fa la mia vita quando mi sento davvero me stessa.  Ma quando l'aria non basta e i pianeti corrono a mille all'ora, non so nemmeno più chi sono. E questo non saperlo, questo dubbio, mi parla ...

The Lobster - Un'aragosta, un border collie e un tostapane

Premetto che io ho lavorato da McDonald's , dunque The Lobster per me - ancor prima di essere il film di Yorgos Lanthimos - è il panino con l'aragosta. Detto questo, passiamo alla prima domanda. Che roba gira a Cannes? Di sicuro roba buona. Scherzi a parte, ma anche no, ci tengo a sottolineare che a volte è bello pure dire le cose esattamente come stanno. Senza mezzi termini. The Lobster è un film terribile. Un film disturbato e disturbante, e una volta per tutte, vi prego, finiamola di dire che se il film disturba allora è un capolavoro. Sta cippa! No. Non dico che il cinema debba fermarsi al ruolo di mero intrattenimento popolare, ma nemmeno turbare la psiche per mezzo di immagini raccapriccianti e fuori di testa. The Lobster, a suo modo, è anche abbastanza paraculo, oltre che brutto - sì, lasciatemelo dire!  Perché sfrutta una tematica che fa gola alle grandi giurie e alla critica di nicchia. Lo spettatore medio uscirebbe dalla sala frastorn...

La felicità è un sistema complesso

Dopo  Non pensarci , Gianni Zanasi torna a dirigere Valerio Mastandrea in una commedia che si conferma essere ancora una volta intima e toccante. La felicità è un sistema complesso  è un viaggio drammatico che obbliga l'uomo a capire se stesso, attraverso la memoria affettiva e le responsabilità del mondo adulto. Enrico, il cui volto impeccabile di Mastandrea si fa carico di ogni metafora del film, è un uomo che si sforza di credere in ciò che fa. Impresa di cui siamo spesso protagonisti, anche inconsapevolmente. Il suo lavoro consiste nel monetizzare le disgrazie e i fallimenti degli altri, ma per Enrico è solo un bel modo di raccogliere un poveraccio da terra, e dargli un'altra possibilità. Almeno così è, finché nella sua vita così abitudinaria non irrompono delle presenze nuove, inaspettate. Una ragazza israeliana e due ragazzini rimasti orfani di madre e padre, costretti a mandare avanti la gigantesca azienda di famiglia.  Nonostante il mondo di E...

Io, me e Metropolis

Vidi per la prima volta Metropolis , quando ancora non sapevo nulla di cinema espressionista e di cose strane tipo campo e controcampo. L'Aula Magna della Sapienza era enorme, persino per me, convinta all'epoca che il mondo tutto mi andasse stretto. Il primo corso che iniziai a seguire con costanza, fu proprio Analisi del film, con il caro e tanto insolito Professor Bertetto . « Più ancora di Murnau, il regista che afferma con decisione totale il ruolo creativo del metteur en scène come coordinatore di tutte le componenti finalizzate alla produzione dell'immagine filmica e come interprete di una specifica volontà di stile è in ogni modo Fritz Lang, che attraversa la storia del cinema muto e poi del sonoro in Europa e in America, con un impegno formale assoluto. » (Paolo Bertetto, Introduzione alla storia del cinema, p. 38.)  Il 10 gennaio del 1927 viene proiettato per la prima volta questo film, a Berlino. E mi sembrava carino o quantomeno doveroso scri...

L'Alaska è un posto in cui fa freddo

Sapete che l'Alaska è chiamata anche "L'ultima frontiera" o "Terra del sole di mezzanotte"? Nel film di Claudio Cupellini , l'Alaska è il posto più bello del mondo.  Devi crederci se non vuoi sprofondare, perché i tuoi sogni ormai ti hanno spinto a un passo dal vuoto, e buttarti o meno non fa più tanta differenza. Se penso a questo film, penso al viso di Sandro. Al suo tuffo in piscina, al suo stare sulla scena come buffone di corte, uomo dal volto tragico che indossa la maschera del comico. Valerio Binasco , con la sua prova d'attore, più teatrale che cinematografica, conferisce al film l'aspetto del melodramma. Il che non è da prendere come lamento di una certa goffaggine o poca credibilità, anzi. Nonostante alcuni critici abbiano messo in risalto, piagnucolando, questo aspetto, io trovo che Alaska sia un film terribilmente autentico. La presenza di Sandro, fondamentale, vuole dirci che qui non è il paradiso  (come il f...

Carol

Le storie devi saperle raccontare, punto. Se sei un regista, devi pure avere una certa sensibilità nell'assemblare immagini e suoni, sentimenti e luci soffuse, quelle cose che persino l'aria, il freddo, possono evocare. Se sei un bravo regista lo sai, e Todd Haynes lo è. (Punto). Lungi da me voler imporre un giudizio che non può dirsi mai assoluto, in ogni caso, però mi viene davvero complicato dire o pensare male di un film come Carol . Ricordo lo sconforto e la rabbia, per  La vita di Adele . Un film che si confronta con tematiche simili, ma che si perde nella bruttura e nella violenza delle immagini. Passiamo dalle sequenze sfiancanti fatte di sesso, alla bellezza seducente di un freddo invernale che si scioglie negli occhi abbaglianti delle due protagoniste. Straordinarie Cate Blanchett e Rooney Mara , rispettivamente nei ruoli di Carol e Therese. Negli anni '50, quando l'America guardava a un amore "diverso" come a un fatto morale imper...

Deadpool, l'antieroe che non fa per me

Grazie ai film Marvel ho capito due cose:  Il film è un sacco bello se fedele al fumetto. Il film è bello se il supereroe è un sacco cazzuto. Le tette di Scarlett Johansson. Le tette di Scarlett Johansson! Ok. Facciamo tre. Sapevo che Deadpool sarebbe stato un personaggio atipico, e che le parolacce e la violenza l'avrebbero fatta da padrone. Ma non sapevo che questa sua cifra stilistica e caratteriale mi avrebbe letteralmente urtato il sistema nervoso e anestetizzato il senso dell'umorismo e del bello. Guardare questo film è stato complicato, colpa mia o dell'idea di voler fare a tutti i costi un film su Wade Wilson (?) Ché diciamoci la verità, il successo di un film dipende pure dai dettagli che ci fanno stare incollati allo schermo e quelli che ci spingono in sala.  Nel mio caso né da uno né dall'altro. E poi ho visto Deadpool perché glielo dovevo alla Marvel, tutto qui. (Anche perché mio marito era una trottola assillante "Hai visto ...

Come marziani che guardano il mare (Non essere cattivo)

Ostia, 1995. Il non luogo per antonomasia, dove non è ancora estate, eppure si intravede il mare. Mare tossico, inquinato, messo lì per inghiottire tutti. Buoni e cattivi senza eccezioni di sorta. Sembra un film straniero, ma quella è Ostia, me la ricordo bene. Gli anni '90 e le passeggiate fino alla rotonda e quel vestito da principessa che tanto voleva mia madre, io per niente. Mi hanno detto che questo è un film che parla di droga e del dramma che ne consegue. Mi hanno detto che Claudio Caligari ci ha messo dentro qualcosa come a voler chiudere un cerchio, la sua vita di regista lasciato sempre un po' ai margini, mai al centro dell'olimpo.  Mi hanno detto... E i miei occhi sono arrivati un po' tardi, rispetto al vociferare di premi mancati e critiche entusiastiche.  Adesso che tutti hanno già detto tutto, che la critica ha fatto, scritto, sottolineato, me ne vengo fuori io dal nulla mandando all'aria ogni logica proverbiale. "Batt...

Perfetti sconosciuti

Quando non c'era WhatsApp e Facebook avevamo solo un modo per custodire i nostri segreti. Infallibile, tra l'altro. Noi stessi. La nostra scatola nera era la nostra testa, e lì davvero era impossibile accedere. Non serviva password o parola d'ordine. Una volta o ci si capiva, oppure nada . Parlare faceva la differenza, le amicizie storiche si fondavano su questo e nemmeno il tempo le scalfiva. Lo sappiamo bene tutti, ma trascuriamo questo aspetto, anche solo per andare avanti e dire che in fondo, "va tutto bene". Ma se dimentichi di guardarti allo specchio troppo a lungo, a un certo punto sei costretto a farlo. Lo capisci quando intorno è buio, e la poltrona che ti fa stare comodo ti prende allo stomaco e un po' ti divora. Il cinema, sì. Sono le controindicazioni dette a bassa voce, quelle scritte a caratteri minuscoli. Però qualcuno le ha dette, qualcuno le ha scritte... Da qualche parte. Paolo Genovese parte da qui, e ricr...