giovedì 4 aprile 2019

Johnny degli angeli - Un delirio hollywoodiano, di Athos Bigongiali



Il 4 aprile del 1958, nella villa di Lana Turner, viene ritrovato il corpo senza vita del suo compagno,  Johnny Stompanatao.
Italoamericano partito da Woodstock con il "sogno americano" in tasca, fino ad arrivare ai tappeti rossi delle celebrità di Hollywood.
La giustizia dirà che la coltellata al ventre è stata inferta dalla figlia dell'attrice, accorsa per difendere la madre dall'ennesima aggressione.

Seguiranno dubbi e incongruenze circa l'immagine di Johnny, la sua morte, la sua vita non proprio impeccabile e i suoi legami con la malavita.
Ma la bellezza di questo libro risiede nella forza narrativa dell'autore, capace di portare il lettore negli ultimi momenti di vita di Johnny, di portarlo dentro, tanto da vedere quei fantasmi allo specchio che in un limbo onirico guardavano Johnny, prima della fine. 
E la pioggia che batteva con insistenza, sul molo di Santa Monica, le limousine sulla Hollywood Boulevard, una vita che sta per finire, aggrappata alla scia di un sogno, ancora uno.

"Le strade dei sogni sono sempre  lunghe". 
L'atmosfera di un'America degli anni '50 rende ancora più affascinante e commovente questa immagine, che nel contesto del libro prende un fatto di cronaca ma in un certo senso ne stravolge le strutture e gli archetipi.
Questo libro, infatti, non vuole affatto salvare un eroe cattivo, lo stesso che sulle foto dei giornali appare come un angelo, un angelo maledetto, vuole semplicemente dare voce a un uomo morto ammazzato che avrebbe voluto, come il condannato a morte e il suo ultimo desiderio, raccontare quei momenti prima della fine.
Farlo nel modo che appartiene a un uomo che vuole restare aggrappato alla vita, morire in piedi, sentire ancora il battere della pioggia, e cantare e ballare, come Gene Kelly in Singin' in the Rain.

Questo pensava Johnny, nel cuore della notte.
Pensava anche che, dovendo morire, tanto valeva che succedesse 
in piedi e allora, alzatosi di scatto, dopo essersi
guardato intorno e aver fatto un bel respiro – sentiva il
sangue fluire nelle vene che era un piacere – , si lanciava
a testa bassa sulla ragnatela luminosa che lo specchio gli
rimandava, la squarciava e poi, dipanati i capelli dai fitti fili
argentati, correva a perdifiato attraverso la stanza, fino a
poggiare la mani sulla balaustra, sopra le scale alte sull’atrio.
Qui doveva riposare un po’, sorreggendosi.
Ora viene il bello, pensava.
Ora scendo le scale e esco dalla porta principale, per una
volta.
Proprio sotto il portico.
Johnny pensava velocemente.
Dov’è il fantasma?
Ancora?, poi pensava.
No, no: che se la sbrighi la polizia se ci riesce.
Si pensava con la croce sulle spalle, sui tornanti della collina.
Gesù ma quanto sarebbe durato quel Venerdì Santo?

Voleva squagliarsela.


Il libro è stato pubblicato ad aprile 2018, da MdS Editore

L’autore Athos Bigongiali ha fatto il suo esordio narrativo con Una città proletaria (Sellerio1989), ha pubblicato, sempre per Sellerio, Avvertimenti contro il mal di terra (1990); Veglia irlandese (1992) e Lettera al Dr. Hyde di R.L. Stevenson (1994). Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo Le ceneri del Che (Giunti 1996); Ballata per un’estate calda (Giunti 1998), finalista del Premio Viareggio e del Premio ZerilliMarimò New York University. E ancora Pisa una volta. Una storia illustrata (Pacini 2000) e Il Clown (Giunti 2006) e L’ultima fuga di Steve Mc Queen (Felici 2009), vincitore del Premio Perelà . Autore di dieci radiodrammi per la RAI, Athos Bigongiali collabora alle pagine culturali di vari giornali e riviste ed è membro di giuria di vari Premi Letterari, tra cui «Ultima Frontiera», di cui è presidente.

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