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Visualizzazione dei post da 2014

La domenica dopo Natale

Che strana la domenica dopo Natale... La vivi senza sentirla. Non è più sul calendario, probabilmente perché l'hai buttato già via, in fondo l'anno è giunto al termine e questi pochi giorni sai che li ricorderai nell'ordine, senza necessariamente guardare la parete, dove tenevi i vecchi promemoria. Appuntamenti vari, fogli grandi e piccoli, appunti di ogni genere, che sembrano essere stati scritti da un milione di mani differenti. E invece è sempre la tua, la mano che scrive per non dimenticare mai nulla. La domenica dopo Natale è carta straccia, destinata a finire nei sacchi sistemati provvisoriamente fuori, insieme ai mille colori delle carte scartate, seguite dalla gioia dell'inaspettato e dalla delusione che non si può manifestare. Non si fa. Si dice "grazie", sempre sempre e solo grazie. La domenica dopo Natale resta in casa come resta un pandoro con i canditi, che non piace a nessuno. Resta come la confezione regalo con tanto di champag...

Gone Girl - una critica tiepida

Ieri ho infranto per l'ennesima volta il primo comandamento del buon critico. Scrivere a caldo di un film, appena terminata la visione. Farlo quando ancora tutto dentro di te è in fermento, quando le immagini ancora scorrono e quando vengono in mente le parole che avresti voluto gridare in faccia ai protagonisti della storia e non ne hai avuto il tempo, il modo. In realtà mi sono frenata, poiché di quel pensiero, altro non rimane che uno status pubblicato sulla mia bacheca blu, con a seguito tanti commenti di amici e colleghi piuttosto caldi e tutti molto, molto interessanti. Bene, oggi è passata una notte dalla visione. Ci ho dormito (più o meno) su, e credo sia arrivato il momento di buttare giù un pensiero non dico a prova di critico, ma almeno non troppo sfiammante come questo: Reazione a caldo , di ieri. So che scrivere a caldo, appena terminata la visione, è poco saggio. Lo so perché spesso e sovente mi è capitato di dover spegnere le fiamme provenien...

Una è bella l'altra balla

Carissimi lettori, come avrete notato scarseggiano i post in questi ultimi giorni. Inutile stare a sottolineare che: "le recite dei bambini, i regalini ai settemilacinquecentoquarantadue parenti - e che alla zia della zia della zia della zia che vive in Canada, per dire, non glielo fai un pensierino?". Be' si sa com'è frenetico questo periodo, inutile ricordarlo - speriamo finisca presto! Oggi volevo proporvi una nuova rubrica, Una è bella l'altra balla . Non nel senso che balla, voce del verbo ballare, no. Nel senso di frottola, minchiata cosmica, stronzata.  Mi ha colto di sorpresa l'idea, poiché mi sono resa conto che quasi tutti i giorni mi capita un fatto sorprendente. Ovvero di ritrovarmi nell'arco delle ventiquattro ore, almeno due volte, di fronte a: 1) una bellissima poesia, o l'estratto di un romanzo bellissimo, oppure una canzone o un pensiero davvero particolare che io ritengo degno d'essere ricordato. 2) una stronz...

Se mamma m'ammazza

Non avrei voluto affrontare l'argomento, non avrei voluto scriverne.  Certo ne parlo tutti i giorni, e ci penso. Ci penso di continuo. Penso a tutto ciò che si dice, penso a tutto ciò che la gente potrebbe pensare e nella confusione più totale finisce sempre tutto nello stesso tragico epilogo. Una madre che ammazza un figlio. Diciamo senza indugi che la tragicità esiste a prescindere, che sia una madre da condannare, o un essere umano qualunque. L'omicidio è l'atto più estremo e ignobile di cui l'uomo possa macchiarsi. E punto. Ma oggi si parla di Veronica Panarello, la madre di Loris. Non mi va nemmeno di ricordare i dettagli di un fatto tanto orribile, come tanti, troppi altri. Che poi non sono nemmeno una giornalista e non vorrei sguazzare nel mare di competenze e glorie che proprio non mi spettano.  (Ma chi le vuole, poi?) Sono una madre però. Ho ventinove anni e ho due figli. E spesso è dura, lo so bene. A volte far...

Melania G. Mazzucco - Il bassotto e la Regina

Vi ricordate la storia del lupo e dell'agnello? Be', quella era una "favola", e l'autore è praticamente colui che ha inventato il genere letterario appena citato. Di Esopo contiamo circa quattrocento favole, storie entrate nella vita di tutti a partire dai tempi di Creso e Pisistrato. E poco importa se fosse brutto come la morte, almeno così dicono, con lui nasce l'arte di raccontare storie che lasciano il segno, metafore e parabole sull'esistenza dell'uomo, sulla virtù e la cattiveria che da sempre ci contraddistinguono. Le favole diventano spesso modi di dire, le assimiliamo e le facciamo nostre, le prendiamo come esempio quando magari non riusciamo a spiegare un concetto particolare, ricco di sfumature. (La volpe che non arriva all'uva dice che è acerba). Per me la favola è questo, il modo migliore di raccontare la vita. Sia essa meravigliosa o terrificante. Melania G. Mazzucco in   queste cento pagine riesce a raccontar...

Joe Brainard - Mi ricordo

A metà tra il diario personale e l'esercizio mnemotico, il libro di Joe Brainard è un sincero e intimo excursus che va dalla vita inconfessabile di un artista, alla storia dell'America degli anni '40, '50 e '60. Scritto tra il 1969 e il 1973, Mi ricordo rievoca non solo i pensieri individuali e propri dello scrittore, bensì quelli di un'intera generazione, fatta di pittori, icone della musica pop e del cinema di quegli anni. Senza rispettare un'asse temporale o spaziale, lo scrittore ci porta nelle viscere di quei pensieri grezzi, attraverso i quali si toccano più mete geografiche, passando per New York, Boston e Tulsa. Ma alla fine si torna sempre lì, nel cuore di quei pensieri un po' goffi ma come pochi altri in grado di immortalare i dettagli di una vita. La famiglia, il cinema e la tv, il cibo e gli oggetti più in voga e oggi in disuso. "Mi ricordo l'unica volta che vidi mia madre piangere. Stavo mangiando crostata di ...

Francesco Piccolo - Momenti di trascurabile felicità

Trascurabile : Di cui si può non tener conto.  Se c'è una cosa di cui l'uomo possa dirsi veramente "capace", è l'arte di non sapersi tenere da conto le gioie piccole e certe della vita. E quale miglior gioia da trascurare, se non la felicità? Mettiamoci pure che la felicità è difficile da riconoscere eh? Perché quasi sempre quando capiamo di essere felici pensiamo al passato, ed è così, non puoi sfuggire a questa severa legge della vita. Ti è concesso essere felice, ma non ti è concesso capirlo mentre lo sei. Puoi ricordarti di quella felicità, ma non puoi afferrarla mentre c'è. E Francesco Piccolo compie una divertente e nostalgica impresa, una sorta di viaggio alla ricerca delle piccole gioie perdute, dimenticate, trascurate. Come l'acqua quando hai sete, per dirne una, oppure il letto quando hai sonno. Ci avete mai pensato? In realtà ci state pensando solo ora, perché lo avete letto, come me.  Così, oltre a riflettere sulla f...

Il volo della Regina

C'era una mano leggera e piena di giorni trascorsi a muovere il cielo.  Su una panchina piccola stava la vecchia Ines, e non sentiva rumori, nemmeno il vento la spostava.  Solo i pensieri, i ricordi degli anni lasciati oltre l'ingresso della sua nuova casa.                                                                                                                  "Villa Flora".  Villa Flora era la paura, la scelta di un figlio stanco e le giornate senza più tempo. Era l'ultima fermata riservata agli uomini, divenuti di nessuno e soli. Oltre quel muro e oltre i pasti senza più sapore, passava ciò che rimaneva della vita com'era davvero. Un suono, un bambino che gioca e mu...

Francesco Dezio - Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta

“Se non foste tossicodipendenti riuscireste anche ad avere idee anarchiche, ma finché sarete fatti fino al collo avrete la testa vuota”.  Così dice in un anonimo ufficio un uomo normale, con abito marrone da impiegato, a Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols, e alla sua compagna Nancy Spungen, nel bel film del 1986 “Sid and Nancy” diretto da Alex Cox. Questa scena del film (e questa battuta) mi è tornata in mente, per analogia, leggendo il bel libro Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta – Storie di provincia e di altri mali (Stilo Editrice, Bari 2014): otto racconti ambientati nelle città della provincia pugliese (Bari, Molfetta, Altamura, città natale dell’autore, Melpignano, Sansevero) che attraversano gli anni Ottanta, gli anni Novanta e i primi anni Duemila tra denuncia sociale e inclinazione picaresca del racconto. Francesco Dezio aveva esordito dieci anni fa con il fortunatissimo romanzo Nicola Rubino è entrato in fabbrica (Feltrinelli 2004), che ha dato i...

Non pensarci

Capisco di amare davvero un film, quando alla terza visione mi sembra ancora "di più". Più pulito, più completo, più commovente e sincero. Ed è in film come Non pensarci , che avviene il miracolo. Una piccola crepa da cui entra il sole, il cinema italiano che vorresti sempre, fatto di e per , uomini semplici, gente di provincia. Storie di bugie destinate a rivelarsi, prima o poi, e quando arriva quel momento fa male, tanto da farti rimpiangere i tempi in cui "ci riempivamo di cazzate". La storia della famiglia Nardini e delle ciliegie, di uomini sull'orlo di un esaurimento nervoso, donne presunte lesbiche e madri di famiglia schiacciate dal peso delle verità inconfessate. Non pensarci è soprattutto la storia di Stefano, grande prova (l'ennesima) d'attore per Valerio Mastandrea , aspirante rockstar da sempre, disegnato con la punta morbida della malinconia, a metà tra il punk e un'aria di Verdi.  Ciascuno dei personaggi diretti e sc...

Che strano essere donna

Essere donna è strano. Oggi tutti esprimono un pensiero, contro la violenza. Contro le botte, contro il sangue, contro la carne in frantumi. Per far sì che non ci siano più corpi pieni di lividi, di segni destinati a rimanere dentro. E domani? Domani è già tardi per salvare un'altra donna, una delle tante, troppe. E mi chiedo se a qualcuno importi davvero, mi chiedo se qualcuno pensi mai a cosa realmente significhi essere donna.  Al di là delle mani violente, e della cronaca e degli orrori di cui la donna è vittima quotidianamente. Domani è tardi per ricordare che una donna sbaglia e non può. La responsabilità legata al sesso,  Sì ma non piagnucolare ora come le femminucce! E' vero siamo donne e abbiamo persino le nostre agevolazioni. Non facciamo la fila se la pancia arriva a terra e la schiena è curva e la mano preme disperata in mezzo alle gambe, per paura di non trattenersi abbastanza. E il vecchietto con l'invalidità al 100% (c'ha l...

Before Midnight - Prima della fugacità

Alcuni film funzionano solo se visti sotto la luce della loro palese finzionalità . L'assurdo eppure così ovvio non collimare con la realtà, la consapevole abitudine che tutti abbiamo, o almeno dovremmo, a tracciare un confine tra la nostra vita e lo schermo.  Quando vedo film come Before Midnight , torno a rifletterci, mi ci spremo fino a non poterne più. E il risultato è evidente e netto, come il rumore dei tasti in questo momento violentati dalle mie dita. Mi fanno incazzare quei film che si spacciano per realistici, drammi veri - ma veri cosa?  Al di là della trilogia che può riuscire o meno, soprattutto in funzione di un genere a metà tra il dramma e il romance dal sapore teatrale, ma lo sfarzo e l'abbellimento di una sceneggiatura (che lo è, è brillante, piena di ironia, di sofferenza, di sentimenti a un passo dal baratro), non fanno la vita vera. Non sarà mai così, almeno così non sarà, finché più nessuna donna affidi il proprio futuro all'idea di una ...

Tranne il mercoledì

I giorni si ripetono identici, c'è chi sostiene che la ripetitività sia un dato di fatto. Ma anche no, dico io. Io che non credo agli astri, ai fondi del caffè che raccontano le vite di tutti, alle previsioni meteo...oddio le previsioni meteo. Le detesto! Sempre uguali, sempre prevedibili. "Leggermente mosso il Mar Tirreno". -Io ooodio il Mar Tirreno. Le storie sul tempo, i luoghi comuni e "non ci sono più le mezze stagioni", "tempo al tempo", "il tempo sistema le cose".  Stronzate. Non credo ai libri che interpretano i sogni, non credo nemmeno che a pochi uomini sia data la possibilità di farlo. I sogni sono di chi li fa, sono ciò che di più intimo e nostro abbiamo.  Odio le feste, la domenica delle Palme, ognissanti , martedì grasso, il veglione dell'ultimo dell'anno, il pranzo del primo. Odio tutto ciò che si fa per "convenzione", perché lo dice il calendario, lo fanno tutti - lo facci...

#FamoseNserfi - Simone Avincola feat. Fiorello

Vi parlai di Simone Avincola un po' di tempo fa, il cantautore romano di " così canterò tra vent'anni ", nonché ospite ormai fisso dell' Edicola Fiore . Ed è proprio da un'idea apparentemente folle di Fiorello , che arriva l'ultimo brano firmato Avincola. #FamoseNserfi  è lo specchio della realtà imbrattata dai vizi e dai tic che permeano l'era moderna, l'era del cosiddetto 2.0. E il videoclip, uscito oggi giovedì 13 novembre, è quanto di più facilmente riscontrabile ci sia al di qua e al di là dello schermo del nostro pc, del nostro smartphone...del nostro iPhone. Non ci sono Polaroid che tengano, noi dell'era del 2.0 veniamo al mondo in posizione verticale, e non piangiamo più come i neonati di una volta. Cerchiamo la posa migliore, un bel sorriso sgargiante e...CLICK! L'originalità è nei due atti del video, il primo ambientato in una sala parto, dove Simone appena nato avrà modo di realizzare il suo primo selfie. Il secondo ...

Interstellar - Oltre lo spazio, oltre la critica

Ogni due anni circa, mi ritrovo a fare ordine nella testa. A smaltire i postumi di una visione che incanta, seduce, ubriaca, stordisce come poche altre (pochissime), due occhi tanto predisposti alla meraviglia, eppure così disillusi. Non sempre però, devo dire che i miei occhi ancora riescono a lasciarsi abbagliare come devono, se necessario, e come di consueto il miracolo avviene al buio. <<Sentirsi parte del firmamento>> . In una sala, quando il mondo intorno è soppiantato da una necessità ben precisa: "vedere".  Finché non vedo non credo, vedere per credere, e non è il più banale dei detti proverbiali a sostenere le mie sensazioni. Anche se, credetemi, scriverne è complicato. Molto. Di Christopher Nolan si è detto e si dice di tutto. "Genio, il nuovo Kubrick, regista a metà tra il mainstream e l'autorialità. Regista sopravvalutato, presuntuoso, ambizioso sì ma troppo" e la reputazione schizofrenica dettata da pubblico e critic...

Mini-meme: Incubi e meraviglie

Sentivo la mancanza, devo essere sincera, di nomination, premi, delle "cose da blogger". La verità è che noi (blogger) queste cose le facciamo sempre volentieri, anche se spesso reclamiamo il tempo che corre, sempre poco, e poi la scocciatura di dover per forza mandare avanti catene di Sant'Antonio e simili. Tuttavia lo si fa... Dunque ringrazio l'amica e collega Bolla per la nominescion e provo a spiegare le semplicissime regole del gioco. La premessa è questa: "Il meme è stato originariamente proposto e ha a che vedere con il titolo di un libro scritto da Marco Lazzara 'Incubi e meraviglie' e di seguito dovrò prima rispondere a due domande, conseguentemente  mostrare una foto del testo in questione e nominare poi altre due persone per la prosecuzione della catena. Qui di seguito le domande e le rispettive risposte che ho dato". Qual è stato il vostro peggior incubo? Be', ne scrissi anche qui non molto tempo fa, tra i m...

Di Peppa Pig e altre storie #3

All'asilo di Peppa, si festeggia qualcosa di davvero speciale: " la giornata del talento ". E siccome Madame Gazzella è una tipa tosta, cazzuta, gagliarda (suona la chitarra elettrica!), una che mette fin da subito le cose in chiaro, non manca nel dire ai piccoli allievi cosa sia, questa misteriosa cosa chiamata talento. Hai talento quando ti piace fare una cosa e ti riesce bene. Lo poteva spiegare meglio di così? Io credo di no. Be', sono passati tanti giorni e di episodi di Peppa ne ho visti...  Mi devo tenere aggiornata, cosa credete? Insieme ai bambini, soprattutto con il piccolo, cerco di capire ogni volta, quale particolare dettaglio riesca a rapire la loro attenzione. E ogni volta mi dico la stessa cosa: la verità delle cose semplici. Io sostengo che la semplicità, nel disegno delle cose e nel loro naturale evolversi, sia la prima "responsabile" di un così grande successo. Non dimentichiamoci mai, poi, che Peppa Pig non è ...