Dopo giorni di ingiustificata e ingiustificabile (nonché inspiegabile) assenza, torno a riempire queste pagine. Meglio o peggio, chi lo sa...
Periodi strani, ho provato a scriverne tempo fa e molti di voi hanno compreso il momento senza nemmeno chiedersi: "che fine ha fatto Olivia Pope - ehm, scusate, Valentina Orsini?".
Bene, torniamo a scrivere e proviamo a dare un senso a questo mercoledì piovoso. Ah, io aaamo il mercoledì!
La rubrica Di Peppa Pig e altre storie è stato un inspiegabile e clamoroso successo, tanto da ritrovarmela costantemente in vetta nella classifica degli articoli più letti e di conseguenza - deduco/immagino, amati da voi lettori. Così ho pensato di tornare a scrivere proprio con lei (ti piace vincere facile?), non so, è che la mia vita da blogger a volte si inceppa, ma la mia vita da mamma continua, scorre nonostante gli imprevisti come un fiume in piena, che non conosce ostacoli e inonda tutto ciò che trova. Ebbene vita da mamma è un po' sinonimo di "vita da sociologa/pedagogista", perché studiare tutti i giorni ciò che i bambini osservano e provare a capire dove sia l'entusiasmo o viceversa il rifiuto, arricchisce senz'altro un tipo di esperienza unica.
Guardando Peppa Pig, ovvero un cartone animato dai più deriso e scartato poiché banale, stupido e brutto, ho imparato a conoscere quei bisogni fondamentali di cui necessitano i miei figli, gli stessi che, alla stragrande maggioranza delle persone, sfuggono. Perché è stupido un padre panzone che salta nelle pozzanghere e ride con il resto della famiglia. Stupido è, vedere quella famiglia riunita, sempre, con irritante normalità - oddio la normalità!
Nel mondo di Peppa Pig tutto è fin troppo normale, e la nostra è quella generazione che condanna all'abbandono delle cose semplici, e obbliga alla follia, all'eccesso, alla trasgressione, a tutto ciò che NON sia normale. Eppure attraverso questo cartone così banale, si potrebbe quasi scrivere un trattato socio - pedagogico, in grado di divenire strumento prezioso del domani, che permetta ai posteri di studiare e conoscere i comportamenti della società odierna.
Da mamma e aspirante "ormainonsopiùnemmenoioacosa", non faccio che osservare con estrema attenzione le vicende che riguardano il mondo della maialina rosa più odiata e amata del pianeta.
Per una donna che ambisca alla conciliazione, ovvero a quell'utopica possibilità di mettere in pratica una vita fatta di famiglia e lavoro e pensate un po', persino passione, è quasi impensabile che non si conosca lei: la Signora Coniglio.
Chi è la Signora coniglio?
Immaginate una donna in grado di fare tutto. Una che trova il tempo di fare quel dannatissimo TUTTO. E io ci provo tutti i giorni a fare il mio piccolissimo tutto, e ci riesco quasi per miracolo, per un pelo, mentre mi affanno e mi tengo la testa sul collo a fatica. Casa, scuola, lavoro, supermercato, riunione lì, un problema improvviso di là, pediatra, febbre, farmacia, devo pagare quello, merda non ho pagato quell'altro ecc. ecc...
E invece la Signora Coniglio sapete cosa fa per campare?
Be' tutto.
La Signora Coniglio guida il pulmino della scuola, guida il camion dei pompieri, guida l'elicottero, lavora al supermercato, passa con il carretto a vender gelati, stacca i biglietti al cinema, al parco, fa il soccorso stradale, fa la sentinella notturna e interviene se qualcosa dovesse andar storto a chiunque e in qualsiasi momento. La Signora Coniglio è ovunque e fa tutto.
Ma come fa?
- Boh.
Cioè, un pochino me lo immagino e forse lo so, come fa a far tutto la Signora Coniglio.
Lo volete sapere?
Udite udite, donne soprattutto voi: "La Signora Coniglio non ha figli!!!".
Capito?
C'è poco da fare ragazze, se avete scelto la famiglia è probabile che voi continuerete a dannarvi l'anima nella ricerca della tanto ambita conciliazione.
E comunque non ci sperate, di fare come la Signora Coniglio intendo. Nel mondo di Peppa non ci sono tasse e non c'è la partita iva e non ci sono i contratti a chiamata e non c'è il praticantato che dura due anni e ti fa lavorare a gratise. Nel mondo di Peppa non si invecchia cercando esperienza da stampare insieme al curriculum vitae. Forse nel mondo di Peppa l'esperienza si fa e i mestieri si imparano davvero. C'è solo una cosa che un po' mi stranisce, il fatto di sapere che dovrò convivere con questo dubbio in eterno. Non saprò mai se la Signora Coniglio abbia davvero scelto liberamente di non avere una famiglia, tuttavia, c'è da dire una cosa.
La Signora Coniglio ha una sorella gemella, chiamata Mamma Coniglio.
Sorella gemella.
mmm...
Io sono mamma di due figli maschi, se avessi avuto una figlia però, non avrei preso bene il fatto che lei potesse farsi un'idea del genere guardando Peppa Pig. Avere di fronte due possibilità, nette e in perfetta antitesi. La Signora Coniglio e la Mamma Coniglio. Lavoro da una parte e casa e figli dall'altra.
Forse per la prima volta mi sono incazzata davvero guardando Peppa Pig.
Perché io mi batterò ancora per questo, e il mio mondo ideale vuole una Super Signora Mamma Coniglio!!!
*Anzi, miliardi di milioni di Super Mamme Coniglio.
Ma dai, quando mai s'è visto un coniglio che non ha figli? :)
RispondiEliminaAhahahah, aspettavo una battuta simile! =D
RispondiEliminaIn effetti...XD
Proverbio ligure: Figli, meglio avere dei conigli!
RispondiEliminaScherzi a parte, è la solita superficialità con cui viene trattata la condizione della donna ovunque, il "le donne sono fatte per avere bambini, è la natura!" unita al meraviglioso "sei donna? Hai figli? Eh peccato, non hai nessuna agevolazione sul lavoro, cavoli tuoi, la prossima volta ci pensi TRE volte".
Personalmente non ho ancora voglia di avere figli (orrore, una donna senza istinto materno! Sì. Stacce) ma se e quando li avrò non vedo perché dovrò essere costretta nella scelta "o lavoro o figli", grande piaga della nostra sempre più orribile società.
Credo che la voglia di avere figli non sia obbligatoria, e nemmeno a comando. Quando arriva arriva ed è l'istinto materno a rendere tutto naturale. Vero Bolla, grande piaga che purtroppo condiziona ancora le nostre vite di donne e madri. E purtroppo ci riesce, ti mette all'angolo e ti porta a rinunciare a qualcosa che forse altrove avresti ottenuto senza nemmeno il bisogno di lottare contro i pregiudizi e le difficoltà di ogni genere. Forse, altrove...ma non qui.
RispondiEliminaNon è questo il posto giusto!
Comunque, e io lo dico ovviamente da papà, avere un figlio/a è molto, molto, molto, molto meglio che andare a lavorare. Soddisfazioni nemmeno lontanamente paragonabili, ma proprio per niente. E penso sia anche meglio che non avere dei conigli. E penso anche che sia meglio avere dei conigli che non andare a lavorare, almeno qui da noi.
RispondiEliminaMa vedi, il problema non è nella scelta, anzi, è proprio questo il dramma. Dover scegliere tra l'avere figli oppure andare a lavorare. MA scherziamo?
RispondiEliminaIo voglio avere la libertà di fare entrambe le cose, oppure se non ci riesco o non voglio, voglio poter scegliere liberamente, senza sentirmi una donna frustrata e infelice per aver rinunciato al mio lavoro. Poi lascia perde che io so disoccupata praticamente...XD
Però dico davvero, io non cambierei la mia esperienza di madre con nulla al mondo, ma vorrei non sentirmi dire che ho fatto la mia scelta. E che non devo lamentarmi del mio non lavoro, quello che una volta mi faceva dire: vabbè, arriverà. Ma ora no, perché a trent'anni sei vecchia per questo paese...e a me di continuare a lavorare a gratis pur di rafforzare la mia umiltà, be', non va.
Ergo, faccio la mamma e continuo a fare le cose di tutti i giorni.
Cucino, guardo, penso, sogno, cambio, e scrivo.
Soprattutto guardo Peppa Pig. ^_^
Veramente si chiama "signorina" coniglio. Quindi è senza figli e pure senza marito.
RispondiEliminaDaniele.
PS se vi può consolare io sono uomo, sposato con moglie che non lavora e una figlia di 5 mesi. Per decidere di vedere crescere mia figlia sono stato costretto a rinunciare alla carriera e forse anche all'impiego dal mio capo.