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Visualizzazione dei post da dicembre, 2016

Lovecycle, il riciclo in stop motion

Lovecycle è un cortometraggio che racconta il riciclo dei rifiuti di imballaggio in un modo del tutto nuovo. E lo fa ispirandosi ai grandi classici dell'animazione come Toy Story , Nightmare before Christmas e Coraline e la porta magica . Promosso da CONAI (consorzio nazionale imballaggi) e realizzato dallo studio Dadomani con la tecnica dello stop motion, Lovecycle narra la storia di sei protagonisti molto originali. Una pinzetta, una caffettiera, un libro, una cassettiera, un paio di occhiali e una bottiglia tornano a casa dei genitori-imballaggi per le vacanze di Natale. Lovecycle non solo ribalta l'approccio più classico al discorso riciclo, ma compie un viaggio fantastico che si fa metafora della vita dei rifiuti, portando grandi e piccoli a riflettere sull'importanza del loro riciclo. La storia si svolge in una cittadina magica e incantata chiamata Conai Town ed è fatta di imballaggi e prodotti realizzati con materia riciclata. L'idea di Lovecycle è...

Dexter - Come una scatola di ciambelle vuota

E adesso sarai impacchettato con cura, nei sacchi della spazzatura, e il mio piccolo personale angolo di mondo, sarà un posto più pulito e felice... Un posto migliore... Non male come biglietto da visita. Certo in un mondo reale farebbe un attimo rabbrividire, anche se... A pensarci bene... Be', ci siamo capiti. No? "Dexter dove sei?". "Eeeeh, se ci fosse stato Dexter..." - Quante volte lo abbiamo detto e pensato? Io ho perso il conto. Perché alla fine si sa, davanti allo schermo o davanti a un bel libro, il cattivo diventa buono. Il sociopatico che fa a pezzetti la gente finisce col piacerci di brutto. La morte diventa normale, e la corrente dell'Oceano - nel nostro caso specifico - la signora giustizia per antonomasia. Sacchetti di plastica neri e pellicola trasparente hanno riempito le mie giornate e, da che non guardavo nemmeno una serie tv - a meno che questa non fosse ambientata all'interno del Seattle Grace - mi ritrovo oggi a ...

Gli ultimi saranno gli ultimi

Un modo di dire, una verità comune. Il finale che non puoi proprio cambiare, perché è stato scritto apposta per te, pensato insieme alle tue fattezze di carne e di spirito. Il giorno in cui veniamo al mondo non ci facciamo caso, neanche un po'. Eppure quel pianto porta con se una marea di sorrisi e lacrime, e qualche crepa sul muro. E se c'è una cosa che al cinema italiano riesce davvero bene, è proprio questa. Raccontare le crepe. Massimiliano Bruno è ormai una garanzia. Autore che inizia a muovere i primi passi con Fausto Brizzi alla regia, nel 2006, con quella notte prima degli esami che più di tanto non mi aveva convinto. Nel 2011 però arriva l'esordio dietro la macchina da presa, e qualcosa cambia della mia idea di un autore italiano che sta tentando di farcela. E alla fine ci riesce! Mi piacciono quegli autori che hanno da dire qualcosa, che tengono storie sotto il letto, e le tirano fuori al momento giusto. Dalle vicende di Alice ( Nessuno mi...