“E la chiamano estate questa estate senza te ma non sanno che vivo ricordando sempre te il profumo del mare non lo sento non c’è più perché non torni qui vicina a me” Così cantava Bruno Martino , nel suo 45 giri, un testo scritto insieme a Franco Califano e Laura Zanin presentato poi al Festival delle Rose nel 1965. Questo pezzo memorabile, divenuto un classico della canzone italiana rischia oggi, di apparire come un misero inno ai disturbi sessuali compulsivi che affliggono l’uomo moderno. Ebbene, fautore di tale “autoriale” ( così lo facciam felice ) frode ancor prima morale che artistica è il regista italiano Paolo Franchi , noto al pubblico per pellicole piuttosto “lontane”, come La spettatrice (2003) e Nessuna qualità agi eroi (2007). Dico lontane e non penso agli anni trascorsi dall’esordio di Franchi, bensì al vertiginoso salto a regredire nel vuoto, compiuto proprio grazie alla sua opera ultima, presentata in concorso alla settima edizio...
Storia di un avverbio ostinato