C'è qualcosa di rozzo e così terribilmente umano, una poesia che non filtra la vita ma al contrario la dice, nel romanzo di Luca Ricci , Gli autunnali . A un certo punto non riuscivo nemmeno più a stabilire se quello che stavo leggendo mi piacesse o meno, domanda sbagliata, forse. Stavo chiedendo a me stessa cosa realmente mi stava lasciando addosso quella storia, cosa volesse dire tutto quel tran tran metropolitano e intimo, fatto di stagioni che come in un limbo circolare poi ritornano, identiche. Come le abitudini, come l'intimità con l'altro che si cerca ostinatamente e poi si teme. Perché in fondo è proprio così e, riflettendoci su, ho iniziato a scoperchiare la superficie più ruvida e sporca di questo libro. Quello che ci allontana è proprio l'intimità, l'affetto. Quando l'amore finisce, iniziamo a sopprimere tutte le domande, i dubbi ragionevoli, i sentimenti leciti e quelli non concessi, non moralmente. Il disamore parte da qui, ...
Storia di un avverbio ostinato