lunedì 29 luglio 2013

Mr. Brooks - Dio concedimi la serenità di accettare anche questi film...



Mr. Brooks è un imprenditore di successo. Un uomo dall'apparente calma super controllata, uno con un capello mai fuori posto. Con l'ufficio immacolato e dalle abitudini rigorosamente rispettate fin nei minimi dettagli. Mr. Brooks frequenta un gruppo di alcolisti anonimi ed è solito affidarsi a una delle più note preghiere circolanti nelle terapie di questo genere, quella scritta del teologo Reinhold Niebuhr, La preghiera della serenità.

Dio, concedimi 
la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, 
il coraggio di cambiare le cose che posso, 

e la saggezza per conoscere la differenza.


Sulla scia di questi intimi confessionali del signor Brooks, il regista Bruce A. Evans, cerca ("cerca") di costruire un thriller che gioca sulla duplice identità del protagonista, riflessa tra l'altro allo specchio in più di un'occasione, quasi si sentisse il bisogno di sottolineare allo spettatore che Marshall fosse effettivamente l'alter ego di Brooks. Certo tutto riporta a quel Fincher di Fight Club. Terapia di gruppo, alter ego e l'apatia di un comune essere umano. In realtà sembra più un disperato e patetico tentativo di scopiazzare qualche idea per metterla dentro il film. La sceneggiatura non credo sia il problema più grande di questa pellicola. Pensare che è stato scritto dalla coppia Raynold GideonBruce A. Evans alias quelli che hanno adattato il racconto di Stephen King The Body per quel piccolo capolavoro dai battiti adolescenziali diretto da Rob Reiner, Stand By Me.

Lontani anni luce da quelle vette, di questo Mr. Brooks si potrebbe dire semplicemente che Kevin Costner il serial killer non lo può proprio fare. Poco credibile, a tratti perfino ridicolo e imbarazzante. Basti pensare al suo modo di enfatizzare il post omicidio, con una mezza giravolta e una sorta di orgasmo da serial killer. Così come è fastidioso il suo modo di tirare su il naso tutte le volte che la sua vocina malefica Marshall tira fuori il suo lato oscuro e questi, il signor Brooks, non riesce a dominarla finché non sarà costretto a cedervi. A peggiorare ulteriormente la credibilità del film mettiamoci la presenza della poliziotta coatta Demi Moore, così come quella del giovane voyeur cretino "aspirante" serial killer.

C'è chi può e chi non può. Io può...


Insomma l'idea non era originale e gli attori non hanno aiutato affatto. Guardando la locandina di questo film, del 2007, ho ripensato ad un altro titolo che al contrario ricordo mi sorprese in maniera positiva. One hour photo è a mio avviso, la prova vivente del fatto che un grande attore (Robin Williams ad esempio), possa calarsi in ogni ruolo. 

E poi diciamoci la verità, papà Kent che sgozza un poveretto con una pala, non si può proprio guardare...




9 commenti:

  1. Brava che hai ricordato One Hour Photo, un film che poteva essere dieci volte più "inquietante" di quanto non sia già, se solo il regista avesse osato un po' di più: poteva, avendo a disposizione un attorone come Robin Williams (te li ricordi gli occhi verso la fine?? Io se ci ripenso mi viene l'oca nella pelle).

    Ah sì, a proposito del film: 'na strunzata. Kevin non l'ho mai potuto vedere, ma qui è semplicemente ridicolo.
    Dici bene: c'è chi può e chi non può. E tu caro Kevin, vai a ballare coi lupi.

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  2. mai sopportato kevin costner.
    quanto al film, direi che ho fatto bene a evitarlo finora. cosa che continuerò a fare :)

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  3. @Denny grazie. =) Sì lo credo anch'io che un pizzico di coraggio in più lo avrebbe reso un film ancora più riuscito. Sì che li ricordo...Dio mio e come lo dimentichi??? Eh già, questo film è obbrobrioso...e Kevin poveretto proprio non je la fà. ^_^

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  4. @Cannibal io non è che non lo sopporti. Certo qui avrei voluto che lui non esistesse...XD Diciamo che non ti perdi niente, anzi, ti risparmi l'ennesima ragione per detestare il buon Kevin. ;-)

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  5. Mi ricordo solo di aver pensato, all'epoca dell'uscita, che fosse stato un grande errore inserirlo in programmazione.

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  6. @Vale ci credo...io perché una volta cominciato il film devo andare fino in fondo. A mio rischio e pericolo. ;-)

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  7. a me invece è piaciuto assai questo film, ho trovato geniale l'idea del killer e del suo alter ego, inoltre trovo che la regia di Bruce A. Evans sia buona.

    Costner per me è un buon attore, non eccelso, ma cmq se la cava e in questo film secondo gli riesce bene il ruolo dello psicopatico, chi proprio è un disastro (come sempre, in tutti i film dove ha recitato) è Demi Moore.

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  8. @Myers qui non siamo d'accordo!!! ;-) No, io non riesco proprio a concepire Costner come serial killer. Certo, eccezion fatta per il suo più grande film, Balla coi lupi, è che proprio faccio fatica a vederlo sullo schermo a volte. Però sotto sotto gli voglio bene dai. ^_^

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  9. Ho visto il film solo ieri sera e debbo dire che la Moore non conta nulla come attrice ma Costner secondo me se l'è cavata bene. Abituata a non sopportare i ruoli melosi che gli propongono e che accetta, mangiare è un vizio comune all'umanità, in questa pellicola lho apprezzato. Un killer con sangue freddo ed indifferenza tali da renderlo quasi e paradosaalmente umano. Niente virtuosismi o compiacimenti nell' uccidere. Scene pulite e non compiaciuto della violenza. Un film che ho guardato volentieri e ho trovato eccellente il finale.

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