Quando ci si trova in libreria, e si è sul punto di prendere un libro, pronti, decisi ad allungare la mano fino a raggiungere lo scaffale che ai nostri occhi appare come il più grande, il più bello, accade qualcosa di sorprendente. In teoria i fenomeni riscontrabili durante quei minuti decisivi, non possono essere selezionati e studiati a dovere, ritengo impossibile la cosa. Perché si verifica una serie infinita di coincidenze oppure semplicemente (si fa per dire), capita che tu vai in libreria con le idee ben chiare ma questo non basta a fare di te un campione affidabile per la disperata ricerca in fatto di gusti e decisioni del lettore poco più che medio, perché al 99% dei casi tu, uscirai con tutt'altro libro in mano.
Prendere un libro di Banana Yoshimoto ad esempio può significare due cose, che la si conosce fin troppo bene e dunque si torna su quello scaffale, oppure che è giunto il momento di scoprire questa scrittrice, fenomeno letterario non solo in Giappone.
Ci pensate a cosa significhi scrivere sette libri in due anni? Un pensiero su cui mi interrogo da giorni in realtà, ed è impensabile per un comune mortale come me, realizzare l'idea di scrivere e vedersi pubblicare nel giro di soli due anni ben sette romanzi.
Probabilmente chi divora fumetti e manga, ha già un'idea piuttosto chiara dello stile della Yoshimoto. Oppure diciamo che è più naturalmente predisposto alle sue storie, alla maniera che ha lei di raccontarle, non curando affatto - o talmente poco da non darlo a vedere - la verosimiglianza e la logica a beneficio di un risultato finale che probabilmente torna sempre identico, nonostante sembianze differenti. E questo non è un limite. Ancora non posso dirlo con certezza, Kitchen è il mio primo libro preso da quello scaffale, con lui la Yoshimoto esordì nel mondo letterario, con lui io arricchisco la mia conoscenza e la mia sete.
Kitchen stava sullo scaffale insieme ad altri della Universale Economica Feltrinelli (adoro le loro stampe, tanto da avergli riservato un ampio e luminoso angolo di libreria in casa) e senza girarci attorno o guardare altrove, l'ho preso. Sapete no? Il momento giusto quando arriva, arriva e basta, non è che ti dia modo di ragionarci su o metabolizzare.
Certo a freddo poi ti fai qualche domanda, inevitabilmente le risposte le trovi tra quelle pagine fatte di carta immacolata, che sembrano essere state stampate per te. Per te soltanto.
Assieme al profumo di carta e di stampa, assieme ai colori di una copertina che ti piace, ti piace da morire, inizi ad essere sopraffatta da un miliardo di odori provenienti da una parte del mondo a te lontana, e cominci a viaggiare senza farti notare da chi ti sta attorno, perché a te importa solo raggiungere quei cieli che alternano nebbia e sole, buio e luce, con la stessa delicatezza dei gesti di un bambino quando scopre il mondo. Ed è così che la Yoshimoto alterna la felicità e il dolore, lo fa con una naturalezza tale da risultare forse infantile, ma ciò che ne viene fuori è terapeutico e indispensabile, bello da non poter essere altrimenti.
Di questa autrice si ama già la scelta dello pseudonimo, e potrebbe sembrare una considerazione banale, ma è così. Quando pronunci il suo nome per intero, la bocca emette un suono di cui già sei innamorato. Qualcuno può provare il contrario?
E poi c'è la cucina...e nella mia testa tutto è in fermento, sento l'odore e il rumore delle pentole vuote o piene, e vedo tè fumanti davanti alla solitudine di due giovani innamorati, vedo ramen e piatti di tenpura di ogni genere. Vedo la felicità scoppiare all'improvviso davanti a quei piatti ricchi, e so bene cosa vuol dire mangiare insieme a qualcuno e sentire tutto più buono. Vedo futon stesi su pavimenti illuminati dal sole e con la mente torno ai tempi in cui guardavo i cartoni animati e mi chiedevo quali strani letti avessero loro, messi semplicemente a terra. E che strana maniera di stare seduti accanto al tè o ai piatti della cena. Ricordo che la mia curiosità impazziva quando Sailor Moon mangiava quei triangolini di riso belli pieni con una "strana cosa nera" ad avvolgerli. Solo oggi ho placato quell'impeto di curiosità frenetica. Adoro gli Onigiri!
Tutto questo per dire che, la Yoshimoto ha un dono prezioso. Quello di portare il lettore ad assaporare gusti e atmosfere tipiche del Giappone. Non solo, riesce a farti toccare gli stati d'animo dei personaggi, quasi sempre giovani rimasti soli e colpiti duramente dalla vita, e ti accompagna fino alla fine, con grazia e un briciolo di fiabesca immaginazione. Per abbattere definitivamente i limiti che ancora oggi dividono gli uomini, è forse necessario guardare il mondo come fa un bambino. Perché se una donna è bella, lo è a prescindere. Anche se qualcuno un giorno dovesse svelarci il contrario. L'identità sessuale non può e non deve condizionare i sentimenti.
Un concetto enorme, oppure la cosa più naturale del mondo.
"Sembrava una cosa straordinaria e allo stesso tempo una cosa da niente. Un prodigio, ma anche la cosa più naturale del mondo. Conservo in me una sensazione indefinibile, che le parole potrebbero dissolvere. C'è ancora tanta strada. Forse nel susseguirsi delle notti e dei risvegli che verranno, uno dopo l'altro, anche questo momento diventerà un sogno".
è una delle mie scrittrici preferite! L'ultimo dei suoi libri che ho letto è l'abito di piume, il modo più delicato e leggero di trattare il dolore (dandogli la giusta importanza). Ma per conoscerla meglio è interessante leggere "Un viaggio chiamato vita" che è appunto l'insieme di ricordi e frammenti legati ai viaggi della sua vita...
RispondiEliminaVoglio leggere tutti i suoi libri, per capirla meglio e, spero, imparare ad amarla ancora di più. =)
RispondiEliminaVergognosamente, per quanto ami il Giappone non ho mai avuto modo di leggere nulla della Yoshimoto. Magari lo metto tra i buoni propositi del 2015!
RispondiEliminaSì Bollina devi proprio! =)
RispondiEliminaMa sai quanti "vergognosamente" conto io? Troppi. Ma la cosa importante è sentire il bisogno di rimediare, e mettere il naso un po' dappertutto. E noi ce la faremo. ^_^
Come la Bolla, pur essendo cresciuto col Giappone, della Ypshimoto non ho mai letto nulla. Ma della letteratura giapponese in generale so molto poco, sono anni che mi riprometto di leggere qualcosa di Mishima.
RispondiEliminaQuando riuscirai a leggere qualcosa poi devi dirmi che effetto fa. Poi un giorno anch'io leggerò qualche manga. ^___^
RispondiEliminaAdorabile Kitchen! L'ho recensito qualche mese fa, adesso aspetto di leggere altri libri di quest'autrice.
RispondiEliminaAnche io arrivai a Kitchen con molto ritardo, lo lessi nel 2010 dopo averlo trovato ad un euro al mercatino dell'usato sotto casa. Solo pochi anni prima era stato un fenomeno. Devo dire che per lo più concordo con la tua visione del racconto, a conferma sono andato anche a rileggermi il mio vecchio commento sul libro :)
RispondiEliminaInnanzitutto ciao ^^ Hai un blog davvero carino.
RispondiEliminaHo scoperto questa scrittrice ascoltando la mia radio preferita, stavano leggendo proprio un estratto di questo libro e l'ho trovato bellissimo.
Purtroppo non ho ancora avuto il tempo di leggerlo perchè sono nel bel mezzo della lettura del primo libro del Trono di Spade e, come saprai anche tu, è una lettura alquanto lunga xD
This was a llovely blog post
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