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The Hours

 
 
No, non sto recensendo The Hours perché passo gran parte delle mie mattine chiusa in casa a scrivere, e sogno di vedere pubblicato il mio racconto. Giuro!
Non ho visto The Hours per immedesimarmi in lei, Virginia Woolf. No.
Non l'ho visto per piangere e sprofondare nell'acqua più torbida, tantomeno l'ho fatto per dimenticare come si respira per bel oltre 100'.
 
E ci scommetto che sia capitato anche a voi, almeno una volta, anzi cento o infinite altre. Perché ci sono storie destinate a manifestarsi in momenti ben precisi della nostra vita, oppure semplicemente, ci sono storie che aspettano te. Che tu le guardi, senza necessariamente giudicare, fare critica. Che tu le guardi e basta.
Che tu possa ricordarti della bellezza devastante della poesia, dell'arte e della vita stessa.
Che tu possa vivere la vita di una donna a te completamente estranea nell'arco di un giorno, e viverla per davvero. Fino a sentire il bisogno di scavare a fondo, ancora di più, con fare spietato verso te stessa, fino a capirti, tra amore e odio, in un susseguirsi di stati d'animo contrastanti, assurdi.
 
 
 
 
E in quel girone infernale tu ti perdi per poi ritrovarti.
A volte mi chiedo che senso ha la critica, se questa è condannata a girovagare tra le righe standard che parlano di scelte registiche, e degli attori, dei costumi, di una fotografia imponente. Sì per carità, elementi fondamentali, che alla fine riempiono una pagina e soddisfano le esigenze di un SEO fatto "a mestiere". Ma non mi va di dire che gli attori e le attrici, soprattutto, basterebbero da soli/e a fare un film. Perché mentirei, a me stessa ancor prima che a voi.
 
The Hours è un film che merita molto di più della critica, di una recensione, di tre, quattro o cinque stellette. Perché The Hours è il passo più estremo che ti porta a compiere il cinema, così come la letteratura. Quello verso te stesso/a.
Al contrario di quanto molti sostengano, Pino Farinotti in primis, non è vero che qui si parla di un male "riferito a una nicchia umana di cultura esclusiva e aristocratica", non è vero che i comuni mortali non comprendono il male radicato nell'anima di queste donne. Sarà vero per chi - come il Farinotti - è poco avvezzo al male di vivere e non ha la più pallida idea di cosa significhi combattere contro sé stessi. 
 
 
Per capirlo basta sentirsi inadeguati la mattina appena svegli, formulare pensieri inverosimili e sentire il bisogno di trascriverli, magari ovattati e abbelliti con l'ausilio dell'immaginazione. A volte amica, altre più ostile da arrivare a detestarla.
Basta guardare la vita e non capirla.
Basta guardarsi allo specchio e non conoscersi più.
Basta salire in macchina con un piano folle che ti porti lontano, e poi tornare indietro.
Basta piangere senza motivo.
Basta sentirsi indegni e incapaci, insoddisfatti e un attimo dopo felici, come pazzi.
Basta guardare e stare zitti, trattenendo il fiato.
E poi tornare su, silenziosi e stravolti, poco più innamorati o delusi, della nostra esistenza.
 
Perché io volevo fare lo scrittore, io volevo scrivere di tutto, di tutto ciò che può accadere in un momento, di come erano i fiori mentre li portavi tra le braccia, di questo asciugamano, del suo odore, della sensazione che dà la sua trama, di tutte le nostre sensazioni, le tue e le mie, della nostra storia, di chi eravamo una volta, di tutte le cose del mondo, tutto mescolato insieme, come tutto è mescolato adesso...
(Richard)
 
*Di come erano i fiori mentre li portavi tra le braccia...
è qui che l'arte vince contro la critica, ma ancora molti non lo sanno!


Commenti

  1. Che belle parole hai usato per questo film, hai ragione valgono molto di più di qualsiasi giudizio canonico espresso in stelline o numeri.
    Io ricordo bene la sofferenza delle tre protagoniste, come sia stata magistralmente calibrata rispetto alla loro esistenza in decenni diversi.
    Ricordo bene anche il personaggio interpretato da Ed Harris, anche lui eccelso.

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  2. Mi sembra che il solo snob sia proprio il critico :D Le tre donne, differenti per e in tutto, sono simboli di una sofferenza che accomuna e che non è poi così distante dalle esperienze della vita di ciascuno, in vario grado è ovvio. Ho visto il film parecchio tempo fa, quindi non ne ho un'immagine lucidissima.
    Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui ne hai parlato, brava! *_*

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  3. Mi hai fatto venire una gran voglia di rivederlo, visto che non lo guardo più dal giorno della sua uscita al cinema. Troppo angosciante. Ma sono passati così tanti anni che ora potrei anche ritentare...

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  4. Grazie mille Salvatore! =)
    Si soffre durante la visione di questo film, merito della poesia e della bravura gigantesca delle attrici. Vero, un grandissimo Ed Harris, forse il personaggio che più mi ha commossa.

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  5. Ciao Giò! Ma graaazie *___*
    A me irrita parecchio la critica fatta tanto per, oppure quella snob, di chi si sente lontano un miliardo di anni luce dallo schermo, ed è convinto di guardare e giudicare senza essere minimamente scalfito. Sono stronzate, perché il cinema ti tocca sempre, solo che non tutti hanno il coraggio di ammetterlo. Abbasso i criticon de criticonis, evviva la critica "de panza", come dico sempre io. Un bacio!!! :-*

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  6. Bollina sono felice di aver stuzzicato il tuo appetito cinematografico. In effetti il film esplode di tutta quella bellezza devastante e angosciante di cui hai memoria. Però merita una seconda visione, almeno. Baciotto :-*

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  7. Il libro da cui è tratto ti piacerà ancora di più ;)

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  8. Vero Denny...credo sarà nella lista delle letture estive. Sono molto curiosa e ansiosa. Poi ti faccio sapere. ;-)

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  9. è un film dalla bellezza e dalla tensione ammutolente

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  10. Ciao, Valentina, bentrovata.
    Quanto bene hai descritto le emozioni che questa pellicola può suscitare. Diversi anni fa, quando uscì, me ne sentii letteralmente travolta e seppi che la mia esperienza non si sarebbe conclusa lì, che mi sarei in qualche modo misurata con questa storia. E difatti, anni dopo, il film divenne fonte di ispirazione per un mio lavoro teatrale che chiamai "Falene". Fra le tre storie, decisi di privilelgiare quella della Woolf e così fu. Mi fu di supporto il bel libro di Cunningham (come ti ho scritto anche nel tuo post su Fb). Credo che la forza di questo film stia tutta nella regia, le musiche e le interpreti. Tutto perfetto.

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  11. Patalice "ammutolente"...troppo vero!!! <3

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  12. Ciao Luana che bello trovarti anche qui =)
    Immagino sia venuta fuori una cosa straordinaria, complimenti per il tuo lavoro. Sono anni che non frequento il teatro, e un po' mi manca, spero di recuperare presto.
    Prometto di leggere il libro. ^_^

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