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Ma mi faccia il piacere!

 
 
Per dirla come quel Totò a colori alla faccia dell'onorevole Trombetta, "ma chi?", e per evitare di sbattere la testa contro un muro...sì insomma, tentiamo!
Oggi parliamo di una copertina.
Una copertina che riprende e ammazza, nel senso più letterale del termine, un'opera emblematica per il Decadentismo italiano, con la quale torniamo alla letteratura di fine Ottocento e, nella fattispecie, al romanzo raccolto poi nella silloge narrativa I romanzi della rosa.
 
Parliamo di quel Piacere dannunziano, sì. Perché questa mattina la prima immagine condivisa sui social è stata la copertina di questo libro, edito da Mondadori e in vendita dal 23 giugno 2015 (nelle migliori librerie eh?!). Il Piacere di Gabriele D'Annunzio ripubblicato e privato della sua stessa natura da una casa editrice per niente insignificante (o fin troppo!).
Ma perché?
 
Non che sia sbagliato riproporre, nella collana narrativa moderna e contemporanea, un'opera del genere. Assolutamente. Ma prima o poi qualcuno dovrà pur spiegarmi il senso e la logica secondo cui è possibile realizzare una copertina come questa.
Io vorrei che mio figlio leggesse anche D'Annunzio, ma non vorrei che confondesse la letteratura con la merda di oggi.
Perdonate il francesismo.
 
Andrea Sperelli, protagonista del romanzo dannunziano, era un esteta. Come il Dorian Gray di Oscar Wilde, per dire. Un uomo tormentato dall'amore, dalle passioni, incazzato con il mondo borghese e "impregnato d'arte". Per quell'uomo la massima ambizione era fare della vita un'opera d'arte, e noi, oggi, figli inconsapevoli di quella tradizione letteraria, finiamo nella gola profonda e tanto in voga del sesso sadomaso e del motto generazionale "cazzofiga mi piace il bordello zì".
Laddove prima c'era l'intelletto, oggi regna l'ignoranza e la violenza sempre più responsabile della morte cerebrale di questo paese.
 
Non era il mio poeta preferito, D'Annunzio, ma fargli così male non mi sembra comunque accettabile. Hanno distrutto il senso più profondo di quella ricerca dell'intelletto, vabbè ma di cosa parliamo?
La superiorità e il bello, inteso come fine ultimo di ogni rispettabile uomo o donna di allora, oggi è ridotto a qualche sfumatura di grigio.
E questo è il risultato.
E io pago!
NOI - tutti - paghiamo.
 
 

Commenti

  1. Putroppo hai usato la parola giusta, Valentina: IGNORANZA. Ridurre D'Annunzio ad un pervertito sadomaso è quantomeno nauseante. Così resteranno semplicemente un personaggetto curioso, questa copertina orrido-generazionale e la storia della costola. E meno male che gli editori dovrebbero diffondere cultura (qui, semmai, si diffonde qualcosa che ha a che fare con le prime tre lettere di questa parola). Piuttosto che pubblicare certi libri - non il libro in sé, ovviamente, ma un simile prodotto fisico, con quest'abito indecente - è meglio non pubblicarne affatto. Se uno studente al quale avessi assegnato la lettura de Il Piacere, in futuro, mi presentasse questa cosa, non so come reagirei... il grave è che le grandi innovazioni della didattica puntano a far sentire più vicini alle nuove generazioni gli autori e la letteratura, quindi il rischio è che ci siano pure modernisti che plaudono a questo schifo. Ma questo non è avvicinare alla modernità, non è amiccare alla sensibilità dei giovani: è travisare nel modo peggiore un autore che non è assolutamente un nuovo mister Gray. Eccheccacchio.

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  2. vista stamattina. che dire? hai già detto benissimo tu. un'ignobile operazione di marketing per intercettare la fetta di lettori repressi che riescono a eccitarsi con le Sfumature. scenda l'oblio...

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  3. Hai detto bene Cristina, un abito indecente. Vergognoso!!!
    Effettivamente, da madre, mi preoccupa molto la scuola e le strategie di questo genere con le quali, a quanto pare, si pensa di avvicinare i giovani alla letteratura. Io mi sento male, ecco. E immagino tu, nella figura preziosa che ricopri, quanto possa comprendere le mie paure.

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  4. Dantès...ho i brividi. Non ci resta che l'oblìo. Questa è davvero la fine (?)...

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  5. Ma di che ti stupisci, Vale? E' puro marketing, ma la colpa mica è della Mondadori... la colpa è di tutti quelli che in questo paese non aprono un libro nemmeno a pagarlo oro (e purtroppo sono in maggioranza). Siamo la nazione che legge meno libri in tutta Europa e direi che non c'è da stupirsi se le case editrici (che, non dimentichiamolo, sono società per azioni e non associazioni di filantropi) pur di vendere qualche copia in più ricorrono a questi espedienti che sono in linea con il target culturale dell'italiano medio. C'è poco da fare. Anzi, guarda, ti dirò: se questa copertina potrà servire a far leggere anche un solo libro in più a chi abitualmente non ne legge nessuno, mi sta bene anche così. tanto c'è poco da fare...

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  6. Questa le batte tutte!
    Peggio di quella volta che misero Shinji (di Evangelion) sulla copertina del libro cuore... E non è uno scherzo! (anche se non lo fece la Mondadori)...

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  7. Oh, trovo conforto qui da te, Valentina! :O Ho appena brontolato sulla mia pagina personale FB, perché proprio non è digeribile 'sta cosa o.O E sono contenta di leggere dissenso, ché ormai è raro!
    Io penso che la colpa sia in primis di una CE grande e potente, che si deve vergognare per operazione di marketing di così bassa lega. Ma è anche di quelle persone che leggono per moda o perché la "copertina è cool" o per altre stupidaggini. Tranquilli, avere un libro tra le mani, non sempre equivale a LEGGERE.
    La cosa che più mi ha interdetta, è che tale copertina è stata scelta per celebrare i 50 anni degli Oscar Mondadori, previo concorso [ http://www.librimondadori.it/news/50-anni-di-oscar-dieci-copertine-realizzate-dai-ragazzi-dello-ied ].
    BAH! o.O

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  8. Completamente in sintonia con quello che hai scritto. Copertina oscena, non nell'accezione sessuale del termine, ma perché fa proprio schifo se associata a un opera di D'Annunzio. Anzi è brutta associata a qualunque altra cosa.

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