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Scusate se esisto!

 
 
Di recente il cinema italiano si fa guardare molto volentieri. Una premessa del tutto personale, ovvio, ma anche ad essere pignoli, rischieremmo un cartellino rosso per questo? Per aver pensato e detto che, degli ultimi cinquanta film italiani visti, forse tre o quattro ci hanno davvero delusi?
Io dico di no, e mi bastano pochi nomi per avvalorare quanto detto. Be' non li dico perché detesto le classifiche e le liste in generale. Tanto lo sappiamo tutti, quali sono i nostri migliori registi. No?
 
Ad esempio a me Riccardo Milani non fa impazzire. Tutte le sue fiction non le ho mai guardate, al contrario, qualche film sì, e il solo che ricordi con vero piacere è Il posto dell'anima. Un dramma tutto italiano ambientato a Vasto, dedicato agli operai precari degli inizi del XXI secolo. Anche lì c'era una maestosa Paola Cortellesi, in un ruolo niente affatto comico. In Scusate se esisto! Paola Cortellesi si esibisce invece in una delle sue mai banali performance comiche, e torna ad avvalorare la sua presenza scenica dopo aver affiancato Carlo Verdone nel suo Sotto una buona stella. Lei è una che dove la metti sta, si può dire?
Attrice versatile e malleabile, protagonista e spalla, che prende i tempi comici e drammatici con assoluta naturalezza e li fa suoi.
 
Nel film lei è Serena Bruno (che poi quella donna esiste davvero e si chiama Guendalina Salimei), un architetto brillante, con tanto di laurea e master. Conosce tante lingue e tenta la fortuna all'Estero, ma la nostalgia e il male della solitudine si fanno sentire, così decide di tornare. Dall'Abruzzo si sposta a Roma, e la speranza di trovare un lavoro "all'altezza" delle sue competenza inizia a scemare. Ormai la crisi si fa sentire, e pure se l'Italia ti manca, quando vai all'Estero, sai che non può bastarti la bellezza artistica ed enogastronomica per farti vivere dignitosamente. Lo sa pure Serena, tanto che per un posto di lavoro, che vede la riqualificazione del quartiere Corviale, si spaccia per l'assistente di se stessa, inventando un Bruno Serena che se ne sta in Giappone e improvvisa video conferenze per niente credibili. Un architetto donna quel posto non lo avrebbe mai avuto. Così è.
 
Quel Bruno Serena è Raoul Bova, amico e basta, purtroppo. O meglio, l'amico gay che tutte vorremmo. Immaginate le conseguenze di una situazione simile, intendo a livello comico e cinematografico. Tutto funziona infatti, da questo punto di vista. Perché gli attori sono nel ruolo e rispettano i loro tempi, la comicità non è mai volgare o banale, a volte sembra di stare sul set di Ozpetek, e non perché si parla di omosessualità (anche se io nei suoi film non riesco a vedere altro, ma questa è un'altra storia...), bensì per quel candore che filtra situazioni drammatiche, come pure il disagio dell'essere umano. Ne è esempio lampante la battuta di Marco Bocci che riprende le parole di Tolstoj nell'incipit di Anna Karenina:"Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo".
 
 
A me bastava pure la storia di Serena Bruno, perché c'è dietro il coraggio di chi è veramente disposto a cambiare le cose. Di chi è disposto persino a tornare in Italia a fare la cameriera... alla faccia della meritocrazia!
Poi Milani vuole metterci la storia del padre omosessuale che deve trovare il coraggio di dichiararsi al figlio, anche se i figli si sa, mica sono scemi. Capiscono molto prima quello che vogliamo dirgli.
In conclusione, Scusate se esisto! è un'ulteriore buona prova del cinema italiano, trovo la Cortellesi una delle poche autentiche attrici italiane, e rispetto queste storie, perché sono vere, semplici, e si battono ancora per qualcosa. 

Commenti

  1. Mi ha sorpreso... mi ha fatto ricredere dal mio pregiudizio iniziale

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  2. Io l'ho visto senza aspettativa e senza pregiudizio. Solo incuriosita dalla presenza della Cortellesi. Film godibile, commedia garbata e vera. =)

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  3. Non ho visto il film in questione quindi non entro nel merito. però condivido il giudizio sul cinema italiano, per me è un po' una "moda" quella di denigrarlo a prescindere, di dire che tutti i film italiani fanno schifo ecc.Detto spesso da gente che poi definisce come capolavoro certe commediacce americane tipo i vari "Scemo e + scemo"....

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