Quando ti abbandoni allo scorrere del tempo non ti importa di nulla. Lo capisci quando nemmeno i rumori più assordanti ti arrivano all'orecchio, quando l'apatia e il malessere ti bloccano, definitivamente. E ti blocca l'orrore lasciandoti inerme, finché la meraviglia che ti circonda ad un tratto non ti rimette in moto. Non puoi opporti al sonno, nemmeno alla morte, alla solitudine. Ma puoi ricominciare a vivere e a stupirti della bellezza, di quanta ancora ne abbiamo a disposizione. In un tramonto, davanti al mare, nella notte in festa, nella notte brilla senza alcol, perché ti cura e respira, proprio come te.
Con Sonno profondo, Banana Yoshimoto indaga nell'anima di tre giovani donne, a ciascuna delle quali riserva una storia, un racconto. Sonno profondo, Viaggiatori nella notte e Un'esperienza.
La Yoshimoto torna a stupirmi e a ribadire quel suo talento innato nel prendere la morte e l'orrore degli stati d'animo più oscuri, e farne poesia. Poesia meravigliosa e semplice.
Parte dallo stallo dell'anima, e di una donna innamorata di un uomo sposato costretta a fare l'amante e inerme dinanzi al tempo. La notte concilia la sua solitudine e definisce al contempo il suo male di vivere, quella incapacità di reagire.
"Il sonno viene come l'avanzare della marea. Opporsi è impossibile".
Passando per la morte poi e nel vivo di un amore segreto, e ancora torna la bellezza della notte, stavolta dinamica, vitale. Il ricordo di una persona cara e ormai perduta, e le immagini surreali e vere pregne di nostalgia e crampi al cuore.
"Era una notte luminosissima. Pareva durare quanto l'eternità. Alle spalle di Yoshihiro, sempre con i suoi occhi da dispettoso, si vedeva qualcosa, un panorama lontano. Come un fondale di scena. Quello era forse il futuro verso cui guardava con animo da bambino".
L'ultimo racconto affronta la resa di una donna che soccombe all'alcol. Alcolizzata o addormentata, eppure piena di nostalgia del tempo in cui sapeva amare, e odiare. Un incontro improbabile e l'odio che si trasforma in commozione senza lacrime, ma vero e sincero.
"Chissà perché la notte, come la gomma, è di un'infinita elasticità e morbidezza, mentre il mattino è così spietatamente affilato. La sua luce sembra puntata contro di me. Dura, trasparente, inesorabile. La odio".
Banana Yoshimoto resta per me un mistero. Affrontare i mostri del nostro passato e del nostro presente significa accettarli e ricominciare a vivere, e non è per niente scontato. Se viverlo sulla propria pelle sembra impossibile e letale, raccontarlo con grazia e poesia diventa una vera e propria impresa. Ma il dono della Yoshimoto sta esattamente qui, nel confine che separa l'orrore dalla bellezza, la resa dalla rinascita.
Lei ti guarda dentro, ti apre lo stomaco per salvarti la vita. Ti insegna a convivere con quei mostri, a guardare le meraviglie che, nonostante la morte, restano lì, intatte. Un tramonto, il rumore del mare, la notte che avvolge, nella luce e nell'oscurità.
Credo semplicemente che lei sia unica.
La adoro, semplicemente. Salva la bellezza che trova negli stati d'animo più cupi. Salva la sua poesia contro il materialismo del mondo! Ne approfitto per augurarti un anno pieno di poesia come questa!
RispondiEliminaAnche io la adoro. Ho intenzione di leggere tutti i libri che ha scritto e per il momento sono a buon punto. Questo ancora mi manca e devo dire che mi piacciono tutti allo stesso modo.
RispondiEliminaLa cosa che più mi incuriosisce della sua narrazione è il punto di vista con cui i suoi personaggi vivono. Penso che il pensiero orientale sia completamente diverso dal nostro, molto orientato sulle altre persone e di conseguenza davvero toccante.
L'ho letto moltissimi anni fa ormai :D La Yoshimoto è stata un'autrice sempre presente nelle mie letture fino all'incirca al Duemila... poi, secondo me non ha mantenuto appieno ciò cui mi aveva abituata. Potrebbe anche dipendere da me, ovviamente.
RispondiEliminaSonno profondo è uno dei miei preferiti, esattamente per i motivi che dettagli così bene nel post. All'epoca ero rimasta sorpresa dalla naturalezza con cui determinate tematiche erano affrontate e svolte. Una leggerezza che mai è banale, ma che significa accettazione e superamento di temi quali morte, dolore, traumi...
Bellissimo, lo consiglio assolutamente a tutti *_*
Ciao Letizia, sono d'accordo su tutta la linea, ovviamente. ;-)
RispondiEliminaRicambio gli auguri per un 2016 ricco di gioia e soddisfazioni. A presto!
Ciao Giulietta, credo anch'io che il loro modo di vedere il mondo e affrontarlo, sia molto distante da noi occidentali. Credo c'entri la cultura, dunque le abitudini e la concezione generale delle cose, materiali e spirituali. Io li ammiro e un po' li invidio, e lei ribadisce ogni volta il suo grande talento. Un abbraccio. =)
RispondiEliminaCiao Glò! Capisco che spesso accade, questo distacco da un determinato autore. Io mi trovo nella fase più entusiastica e appassionata, la trovo sempre straordinaria, unica. Per il momento devo dire che questa lettura è stata piacevole e toccante, ma Kitchen resta il mio più grande amore. Un abbraccio e a presto. *_*
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