Perché, è una domanda fin troppo vaga lo so, ma già solamente quel
cane che oggi si pluralizza e diventa
cani, aiuta a comprendere meglio, quel disperato punto interrogativo che grida vendetta.
Eppure, la storia del critico che diventa regista a me affascinava non poco. Perché dovete sapere che
Rod Lurie, colui che ha avuto il gran coraggio di accostare la parola "
remake" al capolavoro degli '70 diretto da
Sam Peckinpah, era proprio quello che per professione e, ancor più per istinto, già solo al pensiero di dover accettare "l'idea", di un remake, si corrodeva dal di dentro. E allora? Come ce lo spiega il regista, tra l'altro non del tutto "accio", che nel 2000 dirige un cast brillante per il film
The Contender,
Gary Oldman,
Joan Allen,
Jeff Bridges e
Christian Slater (?).
Insomma i remake nessuno li vuole, e nessuno li chiede, eppure, sembra ormai essere destino che proprio quando meno te lo aspetti: "SBAM"!. E non hai alcun mezzo per difenderti, per evitarlo. Anche se mentre "tu", col telecomando in mano, dal momento che leggi "
Cani di paglia", come dire, il sospetto dovrebbe rinsavirti. Ma "ti" piace l'avventura, ti piace rischiare e finisci col fare nottata in sala sul divano per provare a dare anche un misero "senso" al film che, ti ha "fraudolentemente" sorpreso.
Immagino la storia si conosca abbastanza bene,
David e la "bella"
Emi, sua moglie, tornano a vivere nel paese natale di lei. I due avranno subito a che fare con tensioni mai avute prima di allora. I vecchi amici della donna infatti, inizieranno a manifestare atteggiamenti piuttosto strani, "violenti". Gli stessi che, porteranno pian piano, alla metamorfosi dello scrittore tranquillo e codardo che diventa un uomo capace della più primordiale ferocia.
Povero
James Marsden, mi son detta io. In quale terribile confronto ha dovuto imbattersi...il giovane attore statunitense ha avuto a che fare sempre con il ruolo del "bello e sfigato" per eccellenza. Anche tra gli
X-man di
Singer, forse il meno sfigato dei personaggi interpretati, nel suo mutante
Ciclope, lo stesso regista che poi non gli ha risparmiato il ruolo del marito di Lois Lane in quell'obbrobrio di
Superman Returns. Ho come l'impressione che manchi a questo attore la vera possibilità di riscatto (Che qualcuno gliela dia, per favore!!!). Per non parlare del marito cornificato e contento "contro" un pezzo di UOMO come
Ryan Gosling. Questa è cattiveria...
Tornando al film Cani di paglia, vien da ridere solo a pronunciarlo, Marsden devo dire che ce la mette tutta a omaggiare
Dustin Hoffman. Invani però i suoi tentativi di assecondare le stesse movenze e la sua stessa maniera di indossare la camicia, o il modo di aggiustarsi gli occhiali sul volto. Il David di Hoffman era un uomo dal carattere quieto e il regista che lo diresse ha saputo curar bene questa lenta e sconvolgente metamorfosi, caricandola di suspense e adrenalina "psicologica". E' un film violento quello di Peckinpah, un dramma sulla violenza e sull'abattimento delle leggi etiche e morali che governano l'uomo, anche il più mite. Quello dal quale non ti aspetteresti mai l'epilogo del caos e del sangue, di cui egli stesso è artefice.
Il film in quegli anni venne infatti vietato ai minori di 18 anni, così come vennero fatti dei tagli alla scena della violenza subita da Emi, ben diversa quella della
Kate Bosworth (2011) rispetto a quella della Emi,
Susan George (1971).
Comparando le singole sequenze, c'è da ammettere che dal punto di vista puramente formale, Lurie ci riesce pure, a salvaguardare l'insegnamento di Peckinpah. Però è doveroso ricordare che non basta certo questo. Non basta il rifacimento fedele della forma che ha fatto di un film un capolavoro. E i rischi che si corrono poi sono quelli di ritrovarsi di fronte un inutile copione che offre allo spettatore un thriller che si muove su binari ben prevedibili e scontati. E poi vogliamo parlare del "
coach" fatto da
James Wood? Ridicolo, imbarazzante, ed è stata questa la prima volta in cui avrei voluto fare a meno di lui. L'americano "coatto" del Sud che si sbronza e "gestisce" il gruppetto dei bulletti dei "
Drughi della Louisiana"...
A me questo "remake" non è dispiaciuto, forse proprio perchè Lurie prende (volutamente, e giustamente) le distanze dall'originale di Peckinpah. Lurie a mio avviso dirige un'altra cosa, e il film possiede comunque una sua potenza visiva ed emotiva. On my opinion, of course.
RispondiEliminaSi si è chiaro, sono pareri. Però che ti devo dire. Per me il film è troppo carico di espedienti e scelte banali, oltre al già citato Wood, che francamente ho detestato per la prima volta, ma anche il gemello più piccolo di IVan Drago (Charlie), ne vogliamo parlare? o.O E poi ripeto, io per il povero James ho provato tanta tenerezza e ho avuto l'impressione del pesciolino al quale è stato dato un compito TROPPO grande per la sua stazza artistica. E il confronto con l'originale è per forza di cose inevitabile...di conseguenza l'idea che ho di questo film non può essere diversa. Comunqnue, GRAZIE per esser passato/a di qua e benvenuto/a nel mio blog...=)
RispondiEliminaProprio questo mese ho visto Cane di Paglia del 1971...e mi è piaciuto!
RispondiEliminaE poi ho notato che proprio l'anno scorso hanno fatto il remake......non l'ho visto però rifare il remake di un film così particolare, penso sia un'impresa!
Buona giornata!