In una Trieste calda e soffocante si muovono i personaggi del romanzo Liberami, scritto dalla giovane autrice friulana Anna Piazza.
I toni grigi di un'estate che costringe a chiudersi in casa, all'oscuro, sono gli stessi che svelano i drammi interiori dei personaggi descritti dall'autrice. A parlare in prima persona è Eva, una giovane giornalista alle prese con un'inchiesta non facile, poiché guarda ai margini delle strade e racconta di vite spezzate, di corpi venduti per niente, di calze sgargianti e tacchi altissimi.
Le vite di queste donne si dissolvono nel fumo delle loro sigarette, e lentamente si congedano, dietro i fari delle auto che vanno e vengono, dietro i piaceri effimeri e spesso violenti di uomini sempre diversi.
Eva crede ancora nel valore del giornalismo, e lo fa con tutta l'ingenuità e tutti i tormenti di una donna convinta di cambiare il mondo, se solo questo si fermasse davvero a riflettere su ciò che lo circonda. Così, attraverso l'inchiesta sulla prostituzione che investe le notti di Trieste, alla vita di Eva se ne congiungono delle altre. Quella di Stefano, il collega che passa le notti in redazione e sembra svuotato della propria esistenza. Amante occasionale e complicato, Stefano nasconde una verità che spiega la sua solitudine, il suo distacco dal mondo. Virginia, la migliore amica di Eva e donna ricca di entusiasmo e innamorata della vita. Emira, una donna albanese giunta in Italia alla ricerca della sorella, la cui tragica fine cambierà completamente la vita di Eva.
Liberami è un libro che sembra essere scritto con la pancia, con tutto ciò che smuove le viscere e vuole a tutti i costi portare a galla un male nascosto dall'ipocrisia generale. Un male moderno, che riguarda un po' tutti. Perché qui si trova non solo l'inchiesta sulla prostituzione, bensì il male di vivere legato ai pregiudizi che ledono la libertà di amare, di sentirsi parte di una società che non rida più di una donna che per campare vuole scrivere, e fare dell'informazione la propria missione per vincere le avversità dei tempi che corrono. Sempre più veloci, sempre più bugiardi e pericolosi. Pronti a condannare chi è diverso, chi resta indietro o si ferma per vedere meglio e oltre le apparenze.
Chi lo sa se poi alla fine vale così per tutti, ma nessuno può impedirci di credere che, trovare la forza di uscire alla luce del sole, per vivere serenamente ciò che siamo, come amiamo e "chi", sia davvero la sola possibilità che abbiamo di sentirci finalmente liberi.
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