A intervalli di tempo non regolari, e lo dico come se questo possa escludere una diagnosi inequivocabile, parlo al mio blog e gli chiedo un favore. Quello di diventare carta bianca per me, di non chiedermi quale sia la ragione precisa, di farsi paziente. E lui si piega e si presta alle mie paturnie, con la stessa gentilezza di sempre.
Questi momenti della mia vita vanno e vengono come pianeti sparati in un'altra orbita, che fanno del mio tempo una bolla ad aria compressa. Mi sembra di averne poco, di tempo. Mi sembra di avere poco di tutto, e che tutto a un tratto diventi troppo.
Mi paralizzano le piccole cose, mi ritrovo a desiderare luoghi lontani o chissà quali imprese, e un attimo dopo l'esatto contrario.
Mi basta il mio pc, le dita sulla tastiera, il suono che fa la mia vita quando mi sento davvero me stessa.
Ma quando l'aria non basta e i pianeti corrono a mille all'ora, non so nemmeno più chi sono.
E questo non saperlo, questo dubbio, mi parla forte.
Mi manca chi ero. Mi manca me.
La maternità è un atto unico in centomila tempi. E a volte ti perdi tra gli eventi, tra le pagine.
Ti perdi a capire chi sei, con le mani mai libere da qualche faccenda, di donna, domestica, moglie, madre, sognatrice e bambina.
E io mi ci perdo, fino a non ritrovarmi più.
Non chiedermi quale sia la ragione, avevi promesso.
Forse ho solo bisogno di ricominciare da qui, e riprendermi me.
"Riprendermi me" è difficilissimo, forse impossibile. Il Potere ti vuole omologata, non pensante, piallata in testa fino a trasformarti sa soggetto a oggetto di consumo.
RispondiEliminaConosci Pasolini:
L'intellettuale è colui che, in un corpo a corpo tra esistenza e idealità, rischia un giudizio storico calato nella vita del proprio Paese.
Un giudizio che quando è autentico confina l'intellettuale in una scomoda solitudine.
Intellettuali sono stati Gobetti, Gramsci, Testori e Pasolini.
Pasolini è il grande diagnostico della rivoluzione antropologica in Italia, quella rivoluzione per cui dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 60 avviene un passaggio velocissimo da un mondo tradizionale fondato su una concezione umanistica e solidale a un altro in cui trionfano egoismo, apparenza, vuoto morale.
E' il mondo del Nuovo Potere che nella sua ingannevole tolleranza persegue un'omologazione generalizzata.
Fin troppo vero, quanto diceva Pasolini. Forse la maternità ti porta a vivere con maggiore intensità questo status personale e sociale, di essere umano non per forza intellettuale, ma comunque non incline ad alcun tipo di omologazione.
RispondiEliminaIo e molti altri amici abbiamo atteso con pazienza il momento nel quale saremmo tornati a leggere i tuoi post. Rieccoti! :)
RispondiEliminaPeppe... lo sai che ti voglio bene. Vero? =)
EliminaAnch'io. :)
EliminaQuando non riesco a scrivere sul blog perchè sono oberata da altro (lavoro o qualsiasi altra cosa) mi sento proprio come se mancasse una parte di me.
RispondiEliminaStessa sensazione. Questa riflessione infatti nasce proprio dal mio periodo di assenza dal blog. =)
EliminaMi sembra che ti stai riprendendo te alla grandissima...
RispondiEliminaGrazie grazie grazie. ^_^
EliminaCapisco quello che provi. A modo mio, mi trovo come te :(
RispondiEliminaVorrei ritrovarmi come si deve...
Mi spiace che tu stia passando un periodo così. Ci ritroveremo, e come si deve.
EliminaUn abbraccio Marco. =)
E' così difficile essere sempre presenti a se stessi che, alla fine, forse è l'unica vera strada da percorrere.
RispondiEliminaDai, pian piano...
RispondiEliminaIo invece sono in periodo scazzo-blog XD Non che non abbia interesse o voglia, ma ho una certa stanchezza determinata ovviamente da cose concrete non legate al web. E attendo che mi passi :D
da tempo anche io non riesco più a gestire i due blogl nonostante nel mio caso di tempo libero ne abbia fin troppo. eppure, nonostante il materiale non manchi, qundo mi accingo a scrivere una recensione ultimamente faccio molta fatica, è come se non sapessi che dire o anche, come dirlo quando invece lo so molto bene. Molto spesso mi manca anche il blog-diario che avevo fino a qualche anno fa, dove parlavo di un po' di tutto e che usavo anche per sfogarmi; l'ho chiuso per scelta ma talvolta avrei voluto scegliere diversamente. per quanto rigurda il "riprendere me"... non sai quanto lo vorrei ance io, anche se nel mio caso dovrei piuttosto chiedermi chi sono io, sempre che l'abbia mai saputo.
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