coerènza s. f. [dal lat. cohaerentia, der. di cohaerere; v. coerente]. – L’esser coerente, nel sign. proprio e fig., e nelle accezioni specifiche (per le quali, v. coerente): la c. delle parti nel tutto; c. d’idee; c. fra pensiero e azione; uomo di ammirevole c.; c. di organi, in botanica. In fisica, c. di un sistema di unità di misura, c. di radiazioni elettromagnetiche; c. temporale, c. spaziale, a seconda che ci si riferisca alla costanza della fase nel tempo oppure nello spazio; spazio di c. e tempo di c., espressioni in uso per indicare la lunghezza (lungo una direzione di propagazione) e l’intervallo di tempo di cui una radiazione si mantiene coerente.
(Dal vocabolario Treccani)
Addirittura, se andate su Wikipedia e cercate "coerenza", vedrete una piccola lista fatta di voci che rimandano ai diversi campi in cui si muove la parola di oggi. Accanto a queste voci, è possibile aprire il link che, la nota enciclopedia del web, mette a disposizione.
- proprietà delle onde elettromagnetiche (link)
- nelle lingue naturali, criterio di testualità orientato ai significati (link)
- proprietà delle teorie formali (link)
- qualità della persona umana* qui non c'è alcun collegamento. Non vi è possibilità alcuna di recuperare un significato ambiguo, misterioso, come è appunto, la Coerenza della persona umana.
Questo già di suo dovrebbe suscitare molti sospetti. Coerenza...mmm.
Ma, esattevolmente, cosa esser tuuuuu?
Dal latino cohaerentia, deriva da cohaerìre che vuol dire essere unito, "connesso". E io non credo che la coerenza sia una virtù, o un dato imprescindibile che, o ce l'hai o non ce l'hai. La coerenza è una scelta, l'ennesima facoltà pestata dall'uomo. Siamo così stupidi?
Più o meno. Il fatto è che la coerenza richiede coraggio, il più delle volte, anzi sempre. Così ci rimane più a portata di mano la contraddizione, che non è male, ma bisogna saperlo fare.
Insomma, tutti questi ragionamenti contorti perché questa mattina (come era prevedibile), mi sono ritrovata nel mezzo di una raffica mediatica di elogi e dichiarazioni d'amore all'Italia di Super Mario Balotelli. E poi Il secondo tragico Fantozzi e il suo "Scusi, chi ha fatto palo?".
Eppure a me dell'Italia, perdonate la franchezza disfattista, non può fregare che meno del nulla!
Perché se la coerenza significa soprattutto essere uniti, connessi e che si intenda con sé stessi o con il mondo intero, poco cambia, rimane comunque dell'Italia l'immagine di un donnone stravaccato sul divano, che ingurgita tutto e si innalza a niente. Convinto stupidamente che "oggi", si possa condividere qualcosa che faccia di noi un tutt'uno. Ebbene, questo qualcosa di miracoloso dovrebbe essere il calcio?
Be', mi spiace, ma io alla storiella del pallone che corre sul campo e fortifica il mondo, non ci credo. Almeno, non più. Mi bastano i fatti all'ordine del giorno, mi basta la poca coerenza che ci appartiene.
Prima di ieri, Balotelli zozzo infame non ti vogliamo in Nazionale.
Oggi, Super Mario olé.
-O' miracolo italiano-
La coerenza...
La coerenza non è mai stata una prerogativa italiana. Da sempre. Nel 1943 l'Italietta post-mussoliniana si consegnò agli alleati rompendo il patto d'acciaio con la Germania (che invece combattè la guerra fino alla fine). Fu la nostra fortuna o la nostra rovina? C'è chi dice che l'incoerenza è una 'virtù' , l'arte di arrangiarsi che ci fa sopravvivere... non lo so. L'unica cosa certa è che non possiamo andarne fieri.
RispondiEliminaHo sempre inteso la coerenza più come un difetto che una virtù, o peggio, una pericolosa zavorra. Spesso la coerenza a tutti i costi non è altro che mera cocciutaggine che , cozzando con una sana obiettività, ci porta a non ammettere gli errori; ottimo esempio quello citato da Kris Kelvin, il patto d'acciaio fu l'errore più tragico della più tragica esperienza della storia d'Italia, il fascismo. Sarebbe quindi stato preferibile rimanervi coerenti fino a quando il paese non fosse stato distrutto più ancora di quanto non lo fu? È saggio chiuderci sulle nostre posizioni anche quando ci rendiamo conto noi stessi che esse sono sbagliate? La coerenza mi è sempre parsa soprattutto la virtù dei dittatori e dei fanatici, che difatti quasi sempre finiscono suicidi o uccisi, in un tentativo di non ammettere la sconfitta fino alle estreme conseguenze. Per il resto d'accordo su Balotelli e sull'atteggiamento di certa stampa da operetta, direi che non vale nemmeno la pena di starci troppo a filosofeggiare, i giornali vanno venduti, le masse son brave a dimenticare in fretta. Per me che stanotte dormivo beatamente un gol non cambia certo l'idea su un personaggio gretto e ignorante, dai gesti discutibili e che percepisce uno "stipendio" moralmente inaccettabile. Buona domenica!
RispondiElimina"Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio." Sai chi l'ha detto??? quel gran genio di Churchill...e penso proprio che questa frase racchiuda perfettamente la nostra cultura e le nostre idee!
RispondiEliminaL'italiano medio non scende in piazza per scioperare ma per festeggiare le partite della nazionale...mah!
Infatti Sauro, tutto sta nel capire cosa cerchiamo nella coerenza e nella sua gemella opposta. Io credo si possa essere entrambi, non allo stesso tempo e scegliere con intelligenza, se essere coerenti o meno. Se lo si fa senza alcun criterio diventa banale, ridicolo e, peggio ancora, deleterio. ;-)
RispondiEliminaUhu, Valentina, che binomio spinoso ci proponi: "calcio e coerenza" o "informazione e coerenza" sono entrambe coppie ossimoriche che trasudano inconsistenza da tutti i pori! Nemmeno io credo che il calcio possa produrre, soprattutto in un Paese lacerato da polemiche continue per le minime cose, unità e armonia; se vinceremo saremo sì tutti belli e contenti nelle piazze a cantare l'inno nazionale (e già non ti dico il mio fastidio quando vedo le bandiere espsoste solo per i mondiali - e solo quelli di calcio, peraltro...), ma, se così non sarà, emergerà invece l'autentico sostrato di conflitti che ci portiamo dietro da secoli. Per il resto, credo che A.R. abbia sintetizzato perfettamente, mi ritrovo in ogni sua parola!
RispondiEliminaCondivido quanto dici, Andrea. Ma vedi io intendo per coerenza più un atto di lealtà verso noi stessi. E sono d'accordo quando dici che ad esserlo in modo cocciuto si corrono grossi rischi, ma secondo me aiuterebbe in questo senso, dare alla nostra coerenza un buon motivo per non vergognarsi ad emergere. Sono coerente nel momento in cui do alle mie scelte un briciolo di senso, non per forza queste devono restare immutate e immutabili nel corso del tempo, anzi. Credo che la coerenza sia anche l'intelligenza di cambiare strada, talvolta. Buona domenica a te e grazie per esser passato di qua. ;)
RispondiEliminaA.R. non aggiungerei altro a quanto hai scritto tu. E ribadisco quel "mah". ;-)
RispondiEliminaAthenae ed è così che finirà nel caso in cui più nessuno canterà "Super Mario olé". Siamo ipocriti e fasulli, e ci nascondiamo dietro la metafora del pallone che corre, e noi dietro come pecorelle smarrite, convinte che prima o poi quello (il pallone) si fermi e avvenga il miracolo...
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