Vi parlai di Simone Avincola un po' di tempo fa, il cantautore romano di "così canterò tra vent'anni", nonché ospite ormai fisso dell' Edicola Fiore.
Ed è proprio da un'idea apparentemente folle di Fiorello, che arriva l'ultimo brano firmato Avincola.
#FamoseNserfi è lo specchio della realtà imbrattata dai vizi e dai tic che permeano l'era moderna, l'era del cosiddetto 2.0. E il videoclip, uscito oggi giovedì 13 novembre, è quanto di più facilmente riscontrabile ci sia al di qua e al di là dello schermo del nostro pc, del nostro smartphone...del nostro iPhone.
Non ci sono Polaroid che tengano, noi dell'era del 2.0 veniamo al mondo in posizione verticale, e non piangiamo più come i neonati di una volta. Cerchiamo la posa migliore, un bel sorriso sgargiante e...CLICK!
L'originalità è nei due atti del video, il primo ambientato in una sala parto, dove Simone appena nato avrà modo di realizzare il suo primo selfie. Il secondo (girato a Circo Massimo) - e qui si fa il salto nella citazione di classe - è ispirato invece al maestro del Western Sergio Leone. Non è più Per un pugno di dollari, piuttosto "Per un pugno di selfie", e non sto qui a svelarvi l'esito del duello finale tra l'uomo con la Polaroid e l'uomo con l'iPhone.
Il brano scritto da Simone è geniale e carico di ironia, assurdo nel suo coincidere a puntino con il mondo reale. Siamo schiavi di noi stessi, delle cose che possediamo (Tyler Durden insegna!) e invece di curarci facciamo sorrisi, magari è folle, magari no.
E nel dubbio, sapete cosa?
#FamosenSerfi, anche se non serfie a niente.
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