Significato o etimologia?
Io ho sempre pensato le generazioni come un gruppo di sfigati nati all'incirca nello stesso periodo, tipo noi.
Ho sempre immaginato lo scorrere del tempo e con esso, le generazioni che si danno il cambio. Un gesto che lascia ai posteri un po' delle vecchie usanze, moda e costumi, manie e debolezze.
Il fenomeno che ha segnato la mia vita, vorrei che segnasse anche la tua, "oh mia nuova generazione che ti accingi a succedere la mia". Certo devo volerti proprio male... se voglio a tutti i costi lasciarti le mie sventure. Ma non è questo il punto.
Il punto è, che io ho iniziato a pormi certe domande in età piuttosto avanzata. Ripeto, la generazione era semplicemente tutto ciò che riguardava me, il tempo presente e le cose comuni. Se un bambino faceva le stesse cose che facevo io, ero certa che quello fosse un sintomo, inequivocabile, della mia stessa e identica generazione. Non le davo un nome proprio, era l'idea. Se mi usciva di dire "generazione" era per sentito dire, nulla più.
Mio figlio invece ne parla come se il termine "generazione" lo avesse coniato lui.
Sette anni. Un metro e venti di inspiegabile saggezza.
"Ma è davvero mio figlio?"
Me lo chiedo spesso.
"Ma è davvero figlio di questi tempi? Di questa misera, sfortunata, e coraggiosissima generazione?"
Sì. Lo è.
Dal punto di vista sociologico, le generazioni si riallacciano un po' al discorso fatto sopra.
"Il termine generazione identifica un insieme di persone che è vissuto nello stesso periodo ed è stato esposto a degli eventi che l'hanno caratterizzato" (Wikipedia).
Dal punto di vista etimologico invece, "Il termine generazione (dal latino gĕnĕrātĭo, -onis derivato dal verbo gĕnĕro "io genero" a sua volta affine al sostantivo gĕnŭs, gĕnĕris "genere, discendenza, specie, stirpe, nascita, origine, prole, popolo"; cfr. greco γένος, -ους, da una radice γενεσ- da cui, per rotacismo il latino gĕnŭs, gĕnĕris) viene utilizzato per definire tutte le persone dello stesso livello in un albero genealogico. Ad esempio un fratello una sorella e un cugino fanno parte della stessa generazione".
Io non pensavo che la mia generazione fosse pure il mio albero genealogico.
Voglio dire, una generazione sfigata, che non ho scelto e mi scorre pure nelle vene...
Al di là del mio ottimismo, vorrei concludere con un pizzico di poesia e saggezza di cui solo i bambini sono capaci. Credete a me, ne ho le prove.
"Mamma, io e Alessia mi sa che ci siamo fidanzati".
Faccio la vaga e fingo un sorriso.
"Ma dai? Bene..."
"L'hai vista ma', era quella che ho salutato all'uscita".
"Ah, ecco. Sì... molto carina".
Lui sorride.
"Però ma', mi sono accorto di una cosa..."
Sembra grave, così indago subito.
"Di cosa ti sei accorto?"
"Eh... sulle moltiplicazioni siamo bravi tutti e due. Sul calcio lei è così e così. Italiano è brava e mi sa che è pure un po' ricca".
Muoio.
"E cos'è che hai scoperto di così grave?"
"Ma'... non sa le generazioni!"
Me lo dice con una faccia che non so nemmeno raccontarvi.
"In che senso?"
"Io gliel'ho detto. Ma tu le sai le generazioni?"
"E lei?"
"E lei ha detto di no".
"E tu lo sai cosa sono, le generazioni?"
"Ma'... certo che lo so. Sono le famiglie che passano".
Capita di rado, e solo grazie ai miei figli. Ma poi ci penso davvero...
Forse questa nuova generazione sarà migliore.
Ma che bello, mamma mia sono momenti impagabili.
RispondiEliminaQuanta tenerezza e saggezza nei piccoli! *__*
RispondiEliminaVero Massimiliano. Irripetibili, ed è per questo che ho bisogno di scriverne. Per non dimenticarli. =)
RispondiEliminaUh... ne hanno da vendere. Ci si potrebbe sfamare il mondo con la loro saggezza. =)
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