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La signorina che aspetta l'autobus



Delle tante complicazioni riguardanti il mondo, quella delle "signorine che aspettano l'autobus" non è che una delle tante, delle più scoperte, sotto gli occhi di tutti. Quei tutti che ormai sono vittime di omertà forzata, di silenzi che una volta spezzati, urlerebbero l'ennesima vergogna della quale l'uomo riesce ad essere spettatore e protagonista insieme. 
Inutile chiedersi come sia possibile, basta uscire di casa almeno una volta al giorno per imbattersi lungo quelle strade ai cui bordi, come tanti cantoni piazzati qua e là, donne di ogni età e colore, aspettano di vendere il proprio corpo al miglior offerente.

Accettare realtà sgradevoli eppure così edificate, non è mai facile, seppur noi tutti ormai proviamo a conviverci. Ma come le spieghi certe cose a un bambino? 

Le difficoltà ci sono, quando si toccano certe questioni. Ci sono, esistono per noi grandi, e spesso si crede che per i bambini c'è ancora tutto il tempo di questo mondo perché loro le affrontino. Ma loro vedono le stesse cose che vediamo noi, si pongono le stesse domande, con la differenza che magari a loro ancora è concessa la meraviglia della scoperta. L'ignoto che diventa lentamente noto. Le risposte che piano piano arrivano.

Chi è genitore sa, che la responsabilità più grande è proprio quella che risiede nel guidare i figli verso la risposta che stanno cercando. Aiutarli a capire, a scoperchiare le cose che li circondano.

Oggi Luca per la prima volta mi ha chiesto di loro, delle ragazze della strada, donne da marciapiede, prostitute, "puttane". E tutti i dispregiativi che l'italiano consente. Ma a tuo figlio devi offrire un modo diverso di guardare le cose, lo capisci nel momento in cui ti guarda, mentre siete in macchina, e ti dice: "Mamma, che fa quella signorina sulla strada?".

Il tempo per pensare è poco, devi agire in fretta, avere una risposta e dimenticare tutto quello che il mondo, te compresa, pensa di una puttana che si vende per strada. Dimenticalo!

-"Amore, la signorina sta aspettando l'autobus".

Vi state chiedendo se la risposta a Luca sia piaciuta o meno, vero?
Be' credo di sì, perché dopo aver detto "autobus" lui si è preso una lunghissima pausa per pensare. Dando a me il modo di riprendere aria, di respirare e prepararmi alla domanda successiva.

Vivendo in campagna, prima di arrivare a casa bisogna percorrere una lunga strada principale, lungo la quale tante signorine, aspettano il loro autobus.

Fatto sta che Luca, appena arrivati, accompagnando lo sportello della macchina (di solito lui non lo chiude, lo sbatacchia alla maniera di Hulk), mi fa:
"Mamma, ma perché se vicino casa nostra passano tutti questi autobus, noi non ne abbiamo mai preso uno?".

Eh...(pausa)

-"Ma noi abbiamo la macchina, che è moooolto meglio dell'autobus".

*L'immagine è stata presa da roma.repubblica.it 

Commenti

  1. Ma sai che mia madre mi diede la solita risposta? :)

    Un bacione

    RispondiElimina
  2. Stessa richiesta di mio figlio...ed io stessa risposta. Peccato che lui di rimando disse. "Ma si sono sbagliate, qui la fermata non c'è..."

    RispondiElimina
  3. mi piace assai questo post...
    ha un linguaggio delizioso ed eloquente, una semplicità di schema e mi è proprio piaciuto

    RispondiElimina

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