A volte la determinazione arriva da un male instaurato, troppo grande, poco governabile.
A volte è vero, come direbbe Leopardi, che alla tempesta segue inevitabilmente il sole.
Ma per riemergere dall'oscurità, ci vuole un gran fisico, e non è un gioco di parole stupido. Perché per affrontare la vita è necessario sapersi tenere in piedi, ci vuole quel coraggio che cammina sotto braccio all'ignoranza, forzata dalle circostanze non volute.
Così una ragazzina di sedici anni spacca la vita e le sue maledette prove da superare. Così una ragazzina obesa e mezza analfabeta, trova la forza di ricominciare, partendo dalla sola ed unica buona "alternativa" che la vita le abbia mai offerto. Una scuola diversa, che l'avrebbe accettata, voluta, guardata, considerata anche se quella sua seconda gravidanza risultasse ingombrante al mondo intero.
Quando racconti il male, corri il rischio di inciampare nell'accusa di speculazione del dolore (ne parlammo a proposito di Alabama Monroe), ma un bravo regista sa come evitare ogni rimprovero. Ad esempio Lee Daniels (che con questo film, si aggiudica numerosissimi premi, tra i quali due Oscar) trova un canale di comunicazione del tutto delicato, seppur nella sua cruda bruttezza. La violenza viene sconfitta nel momento in cui il dolore di un essere umano, trova la forza di crearsi da se un mondo parallelo e alternativo. Un nuovo modo di vivere una vita ormai messa all'angolo. Nonostante tutto, nonostante il banco sia troppo piccolo, nonostante un uomo bianco e bellissimo non mi guarderà mai con desiderio. Nonostante i miei figli siano il segno lasciato sulla pelle, di un incesto che fa male. Nonostante la mia fantasia sia più forte della realtà, ed è con lei che vinco tutto lo schifo e il male che la vita mi ha dato; è grazie a lei che il mio corpo di disadattata di tanto in tanto, veste i panni di una regina, di una star, di una donna amata.
Le lezioni più importanti a volte, vengono dalle pagine scritte senza rigore, pessima calligrafia, ortografia primitiva. Ma una vita così logorata, sostenuta da un corpo troppo grande e troppo giovane, è un delitto di cui il mondo è colpevole. E fa male.
Ma Precious ce la farà. Ritroverà la sua strada. Starà bene e si sentirà finalmente parte di quel mondo che fino a ieri non capiva.
E poi, è così bello sentirsi "qui".
un grande, grandissimo film, molto commovente :)
RispondiEliminaVero Arwen! Pensare per assurdo, che la mia commozione è esplosa nel momento in cui la madre fa il suo monologo pietoso ai servizi sociali. ;)
RispondiEliminaNon l'ho mai visto.. rimedierò!
RispondiEliminaUn bacione :*
Pensa che, invece, io lo trovai molto retorico e buonista. Curioso. ;)
RispondiEliminaconvergenze parallele:
RispondiEliminaun film retorico e buonista e contemporaneamente un grande, molto commovente :)
a me piacque....veramente un bel film...
RispondiEliminaLa cosa che più mi piace del film è la scena dove appaiono alcuni spezzoni de "La Ciociara".
RispondiEliminaUn po come se volesse dire: "Noi siamo il nuovo neo-realismo"
Merita E., poi mi fai sapere. Bacio! :-*
RispondiEliminaEh sì Ford, abbiamo dei sensori invertiti io e te. In fondo è normale, il buonismo e la speculazione del dolore sono delle fastidiosissime interpretazioni di cui non si può fare a meno a volte, ma ognuno le vede in maniera differente. ;-)
RispondiEliminaIsmaele invece è l'eccezione che (s)conferma la regola. =)
RispondiEliminaBradipo sì, piaciuto molto anche a me. =)
RispondiEliminaBellissima sequenza Marco. =)
RispondiEliminaStupendo questo film, non ne avevo mai sentito parlare!! Grazie per averlo condiviso!
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