Passa ai contenuti principali

Quando Superman "brandisce una spada laser" a mo' di Guerre Stellari...




I Have a dream...o meglio, lo avevo.

Rinunciare all'idea di diventare giornalista non è stato semplice, ancora oggi pensarci un po' mi deprime, ma per il semplice fatto che questa mia storia altro non è che un doppione di mille e altri mila milioni di casi umani, come il mio. Uguale uguale. La storia dei casi umani che si ripetono identici è la seguente: vuoi diventare giornalista? Hai studiato per farlo? Ma davvero pensi di poter campare scrivendo?

Se la risposta è sì, be', siete casi umani anche voi. 
Se la risposta è "sì, ma ci ho rinunciato come si rinuncia a Satana", allora siete ex casi umani. Come me.

In entrambi i casi è chiaro e lampante, il fatto che io rinunci non è che l'ennesima sconfitta alla quale siamo destinati un po' tutti, noi giovani intendo. Ma alla fine uno arriva a quel punto limite, le gambe cedono, la voce si stacca non ha voglia di venir fuori, le mani si legano e il tuo computer diventerà un amico carissimo, con il quale condividere qualche nottata in bianco, a buttar giù righe, ma stavolta no, non hai scadenze, non hai margine di battute, niente. E' così che si abbandona un sogno, lentamente, inevitabilmente.

Ma la vita ci offre di tanto in tanto, dei buoni motivi per credere che in fondo, mettere da parte quel sogno, ti abbia effettivamente aiutato a capire che non era quello giusto. Che ce ne sono altri di sogni da prendere, altre strade, altre possibilità. 

Guardate il Giornalismo, il mio vecchio sogno, per esempio.

Oggi la mia amica Bolla, nonché autrice del mitico Bollalmanacco di Cinema, mi mette al corrente di un articolo pubblicato su Libero. Lei fa questo perché sa che mi fanno incazzare certe cose, ma anche perché mi vuole bene e vuole che io le sappia, queste maledettissime "cose". E io sono felice, anche perché se proprio devo esserne al corrente, preferirei che mi venissero dette da persone in grado di contrastare con la loro affabilità, l'attacco di ira che segue alla presa di coscienza sulla "dura verità". Ecco.


Detto questo, grazie alla Bolla e grazie agli ignoranti incompetenti che ogni giorno occupano una preziosa sedia che potrebbe essere di un qualsivoglia giovane brillante e talentuoso - e non lo è - io capisco che quel sogno era il sogno sbagliato. Sì - "Davvero vuoi riempire pagine di giornali ridicoli e occupare un posto soffocato dal peso di una casta che puzza di muffa e corruzione?" - Be', NO!

Vuoi arrivare a questo? Vuoi che Superman prenda in mano una spada laser alla maniera di Guerre Stellari?
Vuoi che il mondo venga invaso da fatidici VILLAI?
Vuoi che i fumetti siano solo roba per minorenni?
Vuoi un EPPOI e non un e poi sulla tua coscienza?
Vuoi "un trailer dove si mette mostra la nuova Bat-Mobile lasciata anche troppo spesso in garage negli ultimi episodi del Cavaliere Oscuro"?
E per finire, vuoi che vinca "la notissima Marvel o la un po' meno nota DC"?

Un'ultima domanda...
-No, no. Basta.
"Io Rinunciooooooooo".


*La foto da cui l'autore dell'articolo ha tratto ispirazione, altro non è che uno scherzo del regista Zack Snyder, il quale ha postato l'immagine su Twitter, in segno di omaggio alla celebre saga.

Cara Vale, è tempo di capire che il tuo sogno è sbagliato. Forse complice il fatto che questo paese, sia il posto sbagliato per eccellenza e per ogni ambizione. Soprattutto, è tempo di capire che il giornalismo italiano, è morto! 

Defunto, schiattato, andato, caput, out, sayonara.


Commenti

  1. Libero non è giornalismo. è il male, la morte nera (giusto per restare in tema Star Wars ;) )

    RispondiElimina
  2. Non so che dire..sicuramente Libero non è, come dice Dantes, l'esempio migliore di giornalismo...e questo, spiace ammetterlo, non è un paese dove il merito paga..

    RispondiElimina
  3. L' "eppoi" se fosse in corsivo potrebbe pure essere una presa in giro e passare (io lo faccio in continuazione quando scrivo con termini inesistenti ma lo faccio con consapevolezza, sigh!)...a me preoccupa di più "l'affare è così grosso è che progetti..."
    Che Libero bruci all'inferno...

    RispondiElimina
  4. Ho fatto il tuo stesso ragionamento leggendo quella roba (ma la definizione di manga su la repubblica?) ma perché devono mandare questa gente su argomenti su cui sono così vergognosamente inesperti? Comunque oltre allo sdegno tu devi continuare a coltivare il tuo sogno di essere pagata un giorno per scrivere (che poi sarebbe anche il mio solo che io la scuola l'ho finita da poco quindi è una cosa nuova per me, pensa proprio oggi mi hanno offerto una collaborazione in un sito con una mia rubrica pensavo avessero sbagliato persona XD).

    RispondiElimina
  5. Dantès "La morte nera del giornalismo" ci sta benissimo, ahimè. ;-)

    RispondiElimina
  6. Beatrix è così. Parlare di "meritocrazia" oggi, in questo paese, significa imparare a pensare con la forza dell'immaginazione. Inventando o reinventando magari, valori ormai cancellati e gettati nel dimenticatoio. Calpestati tutti i giorni. E questo è il risultato.

    RispondiElimina
  7. Vero Giorgia, mi sono documentata non appena letto l'agghiaccianDe articolo XD
    E pare in effetti che l'eppoi in forma univerbata si possa utilizzare, a discapito della forma scissa. Certo è, come dici tu, che bisogna saperlo fare, è comunque una forma arcaica, ormai in disuso e solamente alcuni giornalisti capaci di rendere il suono alle parole scritte, possono permettersela. =)

    RispondiElimina
  8. La cosa grave è che qualcuno paga e impiega parte del suo tempo prezioso per leggere quella roba! Il giornalismo italiano è sempre peggiore!

    RispondiElimina
  9. La DC è talmente meno nota, che i due SUPEREROI per eccellenza, ovvero Superman e Batman, portano il suo Marchio di Fabbrica. Ma poi quello dove l'ha vista la spada de foco???? ahahahahaha

    RispondiElimina
  10. No ma questo genio del male di Giorgio Carbone ha già scritto altre castronerie dello stesso livello ed è stato già più volte sbertucciato su internet. Quindi, mi chiedo, perché lo tengono ancora a scrivere??

    RispondiElimina
  11. Ormai certe cose ci scivolano addosso...
    Le fanno sempre grosse!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Tema: il mio futuro

Oggi farò qualcosa di insolito, non proprio sulla stessa scia dei post che vi è capitato di leggere su CriticissimaMente fino ad ora. Nonostante questo, però, vi sorprenderete (e mi sorprenderò), di quanto questo, sappia raccontare meglio di me, il senso e le ragioni, se mai ce ne fossero, di tutto ciò che anima questo blog, fin dal principio. In effetti provare a spiegare le ragioni è sempre un po'scomodo, qualunque esse siano, soprattutto se in ballo c'è una persona normale, che ha i suoi alti e, i suoi bassi. Laddove gli alti siano mantenuti e rafforzati da una strana malattia che affligge noi uomini, che ci fa sognare ancora e ci manda continuamente a sbattere contro i muri senza mai farci rinsavire o spronarci a cambiare strada. Questa è la tenacia , la testardaggine. Qualcosa che, se ce l'hai, ce l'hai e basta. Ce l'avevi ieri, ce l'hai oggi e non potrai farne a meno nemmeno domani... Questo accade quando tua madre un pomeriggio come tanti, decide...

Dylan Dog, il film. Ogni cinefilo ha il suo incubo.

Licantropi e vampiri , direi che ne abbiamo fin sopra ai capelli di queste trovate alla Meyer , almeno nel mio caso, il primo pensiero finisce inesorabilmente lì. Non so quanto e come poi, questo abbia influenzato il mio giudizio. Solamente posso dire che, quando decisi di vedere Dylan Dog, il film , non immaginavo (al di là delle comuni perplessità) che avrei avuto a che fare con quello che, a tutt'oggi, io considero: il peggior film della mia vita!!! Abbandoniamo il rimando al film di Giovannesi , che qui a confronto è una boccata d'ossigeno per ogni cinefilo, e torniamo al film di Kevin Munroe . Il regista canadese aveva esordito nel 2007 con TMNT  (Teenage Mutant Ninja Turtles), dopo aver scritto e coprodotto nel 2001, un altro film d'animazione del regista Tony Shutterheim , Donner . Non è chiaro, tuttavia, quale malsano meccanismo sia scattato nella mente di Munroe quando, nel 2010, decise di portare sullo schermo la storia di un personaggio tanto popola...

Quel mostro di me

Certi giorni mi vanno stretti, ci sto dentro a metà. Altri mi sembrano grandi come l'oceano. Sguazzo, mi perdo, sto serena. Scrivere Madrepàtria - Racconti dell'umana sorte ha significato molto per me.  Fin dal principio ho capito che quello, era il mio modo di esorcizzare i mostri più radicati nell'anima. Forse scrivere è davvero un atto terapeutico ancor prima che creativo. Ma certi mostri non li puoi cacciare via definitivamente, devi imparare a conviverci.  Questi racconti hanno avuto la forza di tenerli lontano da me, quei mostri, almeno per un po'. Di guardarli con scherno, prima da dentro e poi a distanza di sicurezza. Ma quali sono davvero questi mostri? Cos'è che sto allontanando? Ho paura che si tratti di me.  Di un ruolo sbagliato (così dicono), che ho rincorso a fatica, che poi ho cambiato, che poi ho abbandonato. Mi adatto continuamente, e continuamente non mi ritrovo. Scrivo, metto da parte, allontano i mostri, allont...