Ancora protagonista la città di Torino tra le news di oggi. Voglio infatti segnalarvi la serata di ieri, 16 ottobre, al Museo Nazionale del Cinema con Werner Herzog. In attesa della 30° edizione del Torino Film Festival il regista tedesco ha presentato la miniserie televisiva sulla pena di morte Death Row, girata per il canale Investigation Discovery (per gli amici torinesi ricordo la replica prevista per lunedì 22 ottobre, alle ore 16.30). Questa serie di quattro puntate, da 52' ciascuna, propone al pubblico le riflessioni di un uomo europeo di fronte al sistema giudiziario statunitense. I quattro episodi raccontano la vita dei detenuti nel braccio della morte e hanno in qualche modo l'obiettivo di far riflettere lo spettatore sull'umanità di questi assassini (o presunti tali).
Herzog ha incontrato i detenuti nel braccio, ha parlato con gli uomini e le donne destinati alla pena capitale. Utilizza inoltre i filmati realizzati dalla polizia sulle scene del crimine, estratti di servizi tv , fotografie e materiale di diverso tipo.
"Uno Stato non dovrebbe permettere - in nessuna circostanza - l'esecuzione di nessuno per nessuna ragione. Come ospite degli Stati Uniti, essendo io tedesco, sono rispettosamente in disaccordo con la pratica della pena capitale. Sono l'ultimo a dover dire agli americani come gestire la loro giustizia criminale" ha dichiarato il regista.
Il documentario racconta la storia di queste cinque persone condannate all'iniezione letale negli USA. C'è James Barnes, condannato per l'omicidio della moglie e per aver confessato un precedente, con violenza sessuale. C'è Hank Skinner, un uomo che si dichiara innocente e che, Herzog, ha accompagnato quasi fino all'esecuzione, per il presunto omicidio della ragazza e dei suoi due bambini. Joseph Garcia e George Rivas, fuggiti da un prigione texana per poi esser catturati di nuovo e condannati a morte per l'uccisione di un agente. Per finire Linda Carty, una donna di colore accusata di aver fatto uccidere la madre di un neonato per appropriarsi del piccolo.
Interessanti le parole del regista, il quale dichiara di aver pensato questa serie proprio per un pubblico femminile, vediamo perché: "Ho girato questo film e soprattutto il primo episodio per le donne: le Crime Series americane sono seguite da un pubblico composto al 70% da donne - lo si capisce dal tipo di pubblicità presente tra i vari blocchi - e questo mi ha incuriosito perché dovrebbero essere proprio loro le prime a temere uomini come James Barnes... Io ho voluto mostrare al mio audience la reale brutalità di questo uomo, ma al tempo stesso tranquillizzarle: ora è in prigione e non farà più male a nessuno''.
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