Oggi voglio parlarvi di Antonio Prisco, un giovane graphic designer per la moda e regista sperimentale. Antonio ha realizzato un corto, uno shortmovie/denuncia rivolto a un mondo che sempre più tragicamente annega nei pregiudizi, nelle discriminazioni e sempre meno è pronto a rapportarsi con "l'altro". Dando per scontato che "l'altro" non sia mai egli stesso...
Il giovane regista napoletano affronta con la stessa determinazione di un regista "maturo", tematiche forti, impregnandole di immagini che nel loro susseguirsi portano lo spettatore a scontrarsi con la realtà omofoba e ottusa, la stessa che troppe volte sfocia poi nella violenza e nelle barbarie di chi non è mai pronto ad accettare qualcosa di "non omologato". Protagonista del "piccolo" film è Lia Zeta, transgender che appare come la trasfigurazione di Gesù Cristo inchiodata al confine tra dea/santa e vittima da crocifiggere. Tra croci e passi del vangelo e fotogrammi rapidi sul volto ecclesiastico per eccellenza, Ratzinger, il messaggio pieno di rabbia di Antonio Prisco arriva e si prepara a raggiungere il nostro paese, puntando molto sulla diffusione tra i giovani e destinato a stuzzicare il destinatario "ideale".
Il film sarà in concorso nei Festival di cinema internazionali da novembre,
nell'attesa di sapere il riscontro che ha avuto l'anteprima italiana de Icontroversy facciamo ad Antonio il nostro caldissimo in bocca al lupo...
"Il mio piccolo film nasce dal desiderio di esprimere un punto di vista sul clima di ostilità nei confronti delle minoranze in un momento storico difficile per l’Italia. Leggo dovunque commenti imbarazzanti sulle priorità del paese e che dovremmo preoccuparci di sfamare le famiglie piuttosto che fare leggi contro l’omofobia o per il rispetto delle minoranze. Questo genere di cose mi lasciano molto perplesso. Mi irrita l’idea di sentire cose del genere nel 2012. Così ho preso in mano un iphone, ho cominciato a dire la mia anche io. E’ nato tutto per un desiderio di libertà, di esprimere un’opinione, di dire che non sono d’accordo. Nel cortometraggio ci sono molti simboli religiosi. In realtà non è una critica alla Chiesa, voglio solo dare una visone di ciò che ho letto nella Bibbia alternativa".
(Antonio Prisco)
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