Avevo promesso a me stessa che mai avrei ceduto all'istinto, almeno non nel momento in cui so che sto per mettermi a scrivere, non esageratamente, non così.
Ho aspettato che passasse tutta la notte, ci ho dormito sopra, non ci ho voluto più pensare. Ho chiuso gli occhi dicendomi che, "domani", avrei avuto tutto più chiaro, in ordine.
Ma quale ordine? Ma cosa vuoi chiarire ancora?
La verità (volete la verità?) è che a volte tutto diventa inutile, miseramente superfluo, tranquillamente evitabile. Ecco, ci sono momenti in cui, che tu scriva o meno, alla gente non importa. Non importa nemmeno a te stesso, ma tu non puoi farne a meno. E sai che nonostante ti farà schifo chi sei in quel preciso momento, nonostante le parole non ti verranno fuori disciplinate, corrette, pacate, sensate, tu non ti tiri indietro. Lo fai. Senza accendere il cervello, senza badare al fatto che, non averlo fatto (ecco, tipo adesso), implicherebbe un qualcosa di scomposto, di brutalmente primordiale. Come un grido nel silenzio, come la voglia di rompere per un istante ogni schema, ogni prassi.
Ho sempre creduto nella mia facoltà critica di vivere distaccata, per mia decisione, per rispondere alla mia libertà di essere umano che sceglie il cinema come un'alternativa. L'alternativa per eccellenza. Distaccarsi aiuta a capire meglio alcune sfumature proprie dell'Arte, della bellezza, del mondo circostante. Capirebbe ciò che sto dicendo Bertolt Brecht, colui che diede allo spettatore la possibilità di vivere in maniera critica ciò che vede.
Cosa c'entra tutto questo popo' di roba con Alabama Monroe?
C'entra, perché io oggi non sono né un critico né una spettatrice in grado di valutare un film in maniera distaccata, mi manca il punto di vista neutrale, l'essere imparziale. Se il cinema oggi mi ha messo al tappeto, è con buone probabilità legato al fatto che sia un soggetto facilmente suscettibile di fronte a certe storie. Sono una mamma. (Cristo Santissimo, sono una mamma, ma anche se non lo fossi stata avrebbe cambiato qualcosa?).
Odio le strategie mediatiche, odio tutto ciò che arrivi a speculare sul dolore, a schiaffarti in faccia il male fisico che spacca le ossa e l'anima. Odio chi ne approfitta per richiamare commozione, lacrime facili. Odio chi imbocca la via più spianata, quella che per esempio non risparmia la retorica del dolore. Se parliamo di bambini poi tutto si amplia, tutto assume sembianze abnormi, mostruose. Ma non è colpa del cinema. Questa è la vita, e io lo so. Ma oggi non ci sto.
Film come Alabama Monroe non dovrebbero esistere. Perché ti fanno odiare lo schermo, la vita, il mondo tutto. Ti fanno vomitare l'anima sopra ogni cosa, sopra il tuo voler essere un critico, uno che rimane per indole e autodifesa, distaccato. E se non ci riesci cessi di esistere. Non ha alcun senso chi sei, che fai, come lo fai e perché. Io mi rifiuto. Rifiuto il mondo, rifiuto il cinema oggi, rifiuto le lacrime che non ho saputo versare. Le stesse che mi stanno scavando da ore un solco che non so riempire. Fanculo il cinema. Mi devasti. Ti odio. Oggi ti odio.
E comunque sì, La guerra è dichiarata credo abbia trovato la giusta via, il modo non convenzionale di trattare il dolore. Altro film, stessa storia, stesso dolore.
Ma un altro film...
ogni regista valuta quello che per lui è un metodo di rappresentazione utilizzabile
RispondiEliminaSe io facessi un film su dei malati terminali,inquadrerei macchine,corpi che si lasciano andare verso la morte,e tutto il resto. Senza ironia,positivismo,eccetera eccetera.Mi si potrebbe dire: ricatto morale. No,è la morte e la malattia. Come li vedi
Però comprendo il tuo punto di vista - come l'ho compreso quando scrivesti di adele- e mi piace questo tuo sfogo,che fa sempre bene. Ciao!
Vale d'accordissimissimo con te! Io per riuscire ad estraniarmi dalla storia l'ho attaccato dove fa acqua da tutte le parti e cioè quelle sparate gratuite, il fatto di voler mettere insieme tante, troppe cose...è vero ci sono altri modi per raccontare il dolore, forse più difficili ma decisamente più apprezzabili.
RispondiEliminaNon commento il film perché non l'ho visto. Penso che un critico non sempre possa distaccarsi dalla pellicola. Quello che riesce ad entrarci, a restarne rapito, anche se offeso o brutalmente inorridito, ma da dentro, è uno che riesce a sentire il film, viverlo su di sè... Fino ad odiare quasi il cinema.
RispondiEliminaDavide è vero quanto dici. Io uscendo dalla sala ho iniziato a pensare a ciò che del film non mi stava bene, poi ho cercato di capire il perché. Ed effettivamente centra la nostra non solo sensibilità, ma soprattutto la nostra predisposizione a farci "violentare" o meno, dalle immagini. Io vedo il ricatto, ma sinceramente non saprei dirti se dipenda dalla mia impossibilità a giudicarne il tutto e farlo in modo imparziale. Oh non mi succedeva questa cosa dai tempi di Carnage di Polanski...
RispondiEliminaEcco spiegato perché molte volte detesto il cinema seppure lo ami, non so che dire molti hanno parlato appunto di un film dalla lacrima facile io non sono interessata a guardarlo, non più almeno mi è bastato Miss Violence questa stagione
RispondiEliminaGiorgia finalmente posso dire di trovarmi in perfetta sintonia con la tua recensione. L'ho letta ieri sera di ritorno dal cinema. Condivido tutto. E capisco benissimo la tua critica perfino al Romeo dei poveri e alla massima "L'amore è cieco". Ora lo capisco. ;-)
RispondiEliminaVero Manuela, e devo dire che era molto tempo che non mi capitava più una cosa simile.
RispondiEliminaNon so che dire Barbara, capisco la tua conclusione, è identica al mio stato d'animo di oggi. Però credo che bisogna comunque vedere. Soffrire, farsi del male, ma vedere.
RispondiEliminaPer dire, Miss Violence mi manca, e non è che mi terrorizza. Di piùùùù. ;-)
Più che altro non lo guardo perché non mi ispira mentre miss violence ero molto interessata a vederlo e ho sofferto molto però di meno rispetto al mio amato kyndontas
RispondiEliminaGuardi ogni scena e continui a ripeterti: perché? ma cosa c'entra? perché? Mi rifarò con Pinuccio Lovero! :D
RispondiEliminaa me carnage ad esempio non è piaciuto:esercizio di stile su cose risapute,non così sconvolgente come mi dicevano. Ho notato,visto,metabolizzato la rappresentazione e ho visto 4 attori,validissimi,in una gara di bravura.Ma niente altro,invece una pellicola come la mia amatissima daisy diamond..ehhhh! ehhhhhhhhhhhhh!!!! come direbbe vasco
RispondiEliminavalentina, mi sa che la visione di troppi episodi di peppa pig t'ha rovinata :)
RispondiEliminaCi ho (l'ho scritto volutamente così) la recensione in testa da un paio di settimane, son distratta dai preparativi bacarospici e non riesco a scriverla, prima o poi comparirà anche dalle mie parti. Un film che ti resta appiccicato addosso per tantissimi motivi, una pellicola che è impossibile guardare con distacco. Ho sofferto come un cane, eppure l'ho amata tantissimo.
RispondiEliminaCannibal potrebbe essere così! XD
RispondiEliminaUn film splendido proprio per la sua infinita tristezza e crudeltà.
RispondiEliminaNegare l'evidenza della vita con favolette - come era La guerra è dichiarata, quello sì un film ricattatorio - è controproducente.
Meglio un tatuaggio che fa male, o un film che ha il coraggio di fare male.
Lo guarderò domani e il tuo post mi è piaciuto, mi ha incuriosito e poi ti dico una cosa: la critica dovrebbe sempre essere sanguigna, forte, audace e soggettiva. Che vadano a quel paese quelli che dicono che la critica deve essere oggettiva, il Sommo Roger Ebert diceva a proposito del lavoro del critico che "conta la nostra sensazione soggettiva, e riportarla con onestà", se no "diciamo cosa dovremmo provare e non cosa proviamo".
RispondiEliminaAd esempio un film come "Somewhere" mi ha fatto incazzare perché vedere quel coglione che non si fila di pezza la figlia ha toccato mie corde interiori molto sensibili, al di là del fatto che il film è una merda.
Insomma, anche io a volte detesto il cinema: perché se mi fossi innamorato del mattone e delle cazzuole a quest'ora avrei un lavoro invece di rincorrere un sogno.
Ti farò senz'altro sapere quale effetto mi avrà fatto questo film.
No, Vale. Tranquilla. Anche se tu non fossi una mamma non sarebbe cambiato niente: questo è un film che PRETENDE di essere giudicato prima con la pancia, poi col cuore, e solo per ultimo col cervello... e a me questi ricatti fanno incazzare di brutto. Come ho scritto anche dalle mie parti, pura e semplice speculazione del dolore. Se vedo un film devo essere io a decidere in che modo valutarlo, non il film a farlo per me. Capisco perfettamente il tuo sfogo.
RispondiEliminacome ti ho detto di là a me questo film ha smosso poco perchè ho vissuto e sto ancora vivendo una situazione simile a quella descritta nel film...il dolore per la malattia di un figlio ti rende ebete ti istupidisce e io sono riuscito a capire poco il modo di reagire dei due protagonisti...perchè io ho fatto altrimenti, anche io non posso giudicarlo serenamente un film come questo, direi formalmente piuttosto fighetto, perchè il mio vissuto è entrato in campo e mi ha impedito di empatizzare i personaggi....
RispondiEliminaappunto per questo è bello, perchè ti spacca in due dal dolore, non è ipocrita, è sincero e va lodato per questo, la stessa sensazione l'ho avuta dopo la visione di Antichrist, avrei voluto picchiare Lars Von Trier perchè m'ha fatto stare male hahaha :)
RispondiEliminaIn pratica hai detto con parole molto molto belle che questo film è un capolavoro. E io sono d'accordo con te.
RispondiEliminaIeri ho letto in diretta su FB il tuo commento, mi hai fatto venire la pelle d'oca per la forza delle tue parole
RispondiEliminaFord sì è vero, ma io non volevo favolette. Assolutamente! Però mi pare eccessivo pure affrontare la morte a suon di banjo e tatuaggi. Musicalmente poi per carità, il film ha il suo fascino. Ma solo quello. Il country è l'unico vero protagonista del film, l'unico che arriva senza spingersi troppo oltre, sfacciatamente. Lo so che deve far male, ma io non lo accetto, non così. Bello parlarne peché sto vedendo quante sfumature la nostra sensibilità abbia, così diversi siamo di fronte a certi film. Bello. Sì. =)
RispondiEliminaDenny ci innamoriamo delle cose più improbabili eh? ;-)
RispondiEliminaGrazie per aver apprezzato il post, attendo la tua. Credo anch'io nel fascino e nel potere della critica sanguigna, spietata. A volte è come se mi dominasse e mi controllasse lei, non posso metterla a freno. A presto caro Denny un abbraccio. =)
Sauro è così, almeno credo sia così. Speculazione del dolore o meno, non lo si può dire in maniera definitiva, però a me è arrivato questo. Qualcosa che ha impedito a me di amare e capire e di lasciarmi andare a ciò che il film stava raccontando. E alla fine ti incazzi, ancor di più se non riesci a mettere a fuoco le tue sensazioni "bollenti". ;-)
RispondiEliminaBradipo c'ho pensato anch'io infatti, e mi chiedevo (ho pensato anche a te...) come avrei potuto reagire a una tragedia simile. Ma poi sai, mi rifiutavo, e ho pensato che non avrei nemmeno immaginato perché il dolore non si immagina. E non c'è un "modo" per raccontarlo, così come non c'è un modo per amarlo, quel modo di raccontare. Come fai ad amare e a giudicare in maniera distaccata un dramma simile? Tutto complicato è vero, però rimane il fatto che anche a me, questa scelta di rendere tutto un po' matto e country, mi sia sembrata scorretta. Un abbraccio Bradipo!
RispondiEliminaArwen più che bello io direi: "bastardo inside". ;-)
RispondiEliminaMari il tuo commento mi ha un attimo destabilizzata.
RispondiEliminaPerché mi fa pensare che questo mio sfogo è talmente grezzo da poter essere preso e interpretato addirittura in chiavi diverse...
woow =)
Marco davvero quando leggo commenti simili io volo (no Fabio eh?)...GRAZIE!!! =)
RispondiEliminaDavide devo vedere Daisy Diamond!!! Urge recupero. ;-)
RispondiEliminaValentina, tutt'altro! Ho amato molto il tuo post, è molto coinvolto e coinvolgente, sebbene la mia opinione sul film sia diversa! Intendevo dire che il Cinema, quando trasmette emozioni così potenti da farsi addirittura odiare, è perché sta facendo bene il suo lavoro. Il fallimento dell'Arte è non trasmettere nulla. Mi sono espressa male e ti chiedo scusa:)
RispondiEliminaMa scherzi Mari??? Non devi affatto scusarti, e in ogni caso mi piaceva davvero il tuo commento, forse mi sono espressa male io. ^_____^
RispondiEliminaProprio stasera avevo voglia di vederlo! :-)
RispondiEliminaIo (ciao, sono Anna, non ci conosciamo) ho letto la tua recensione, l'ho trovata molto bella e sono assolutamente d'accordo con Mari. Non ho visto il film, ma dalla tua recensione l'unica cosa che davvero per me emerge è che un film che ti smuove in questo modo, dev'essere un capolavoro.
RispondiEliminaCaratteri contrari vale comunque la pena, forza e coraggio, ma va visto. ;-)
RispondiEliminaCiao Biondesita, ho capito chi sei perché ti ho collegato subito alla Poison (chissà perché) ^_^ Grazie per vedere bellezza in questa recensione per me confusa e di pancia. A smuoverti ti smuove, fin troppo. E lo so, è questo che fa il cinema. =)
RispondiElimina