Passa ai contenuti principali

La Coccoina - il profumo di un ricordo



I ricordi hanno una forma, sempre un posto nel nostro cuore. Appena sotto la pelle, in superficie. Pronti a riaffiorare quando meno te lo aspetti, i ricordi, riescono soprattutto a sfruttare la loro enorme forza sensoriale che coinvolge l'olfatto. I ricordi hanno un odore ben preciso, mai uguale l'uno all'altro, perché la vita ci sposta in continuazione e tutto ciò che di noi e in noi, rimane, non avrà mai stessa dimora.

Nell'aria l'odore di terra appena bagnata, e quella fragranza che sa di bosco e di muschio. Non può che aver piovuto un attimo fa...quel profumo di montagna che ti accarezza il viso e ti inumidisce la pelle, è inconfondibile.

L'odore del caffè la mattina, il fischio della moka che ti invita a prendere quel pezzetto di tempo per te. E il ricordo è nel viso di tuo padre che ti fa i suoi cenni, e tu che devi sbrigare le ultime imprese mattutine prima della scuola, e la sigla del tg delle sei, l'ora esatta e quella faccia da povera disgraziata, la tua.

L'odore di plastica e di carta dei libri nuovi, quello più "stagionato" che sa quasi di albero e di casa, dei libri vecchi.

Lo zaino della scuola e l'odore della merenda, misto a quello dei colori a matita e della gomma da cancellare che annusavi appena potevi, perché aveva un profumo straordinario (che poi, ancora non si è capito, ma quelle gomme, di cosa profumavano?).

Il forno che scalda la casa e la cucina che diventa soffice come una ciambella enorme e destinata a te, a te soltanto. La mamma e prima di lei la nonna, oggi tu. Con il grembiule disegnato apposta per te, le mani sporche di farina, e i bambini che aspettano il dolce. Un profumo intimo, delicato, forse quello che amo di più da quando esisto...mi dà sicurezza, mi coccola un po'. 

La camicia da notte e la stanza dell'ospedale, una borsa piena di paure e di sorprese. L'odore dell'attesa, dei detergenti delicati e di gel freddo sulla pancia. L'odore della vita, il miracolo per eccellenza. La pelle di tuo figlio e la tua, la prima volta in cui hai capito che essere madre, ha un odore che non si può spiegare. Liscio, morbido, infinito, pungente, scivoloso...

Poi un giorno tu sei madre, tuo figlio un po' più grande, e ti parla della colla che usava all'asilo, per fare i lavoretti di ogni genere con il cartoncino. E tu, mentre sei al reparto scuola del supermercato (quello che ami di più, da sempre) ti ritrovi a gestire un ricordo lontanissimo ma ancora così nitido. È mandorla, è un gioco con le mani impastate di qualcosa che allora, sembrava un atto illecito. È l'odore del tempo che corre, della vita che va a duemila all'ora, dei ruoli che si succedono. 

E in quel tubetto tu rivedi una ragazzina che si sporcava le mani di colla, passandola sotto banco ai compagni. Ripensi alle volte in cui ti ammutolivi e ti fermavi, solo per annusare quella magica pasta bianca chiamata Coccoina. Era la reginetta delle nostre malefatte, dei nostri momenti di ristoro dalla gioia inconsapevole che ci abbracciava. Era morbida ma mai troppo, si poteva lavorare e la si poteva plasmare secondo i nostri umori, i nostri sogni di bambini. 
Senza pretese, felici per poco.

Come adesso. 

Commenti

  1. Volevo fare un commento intelligente...ma a parte post meraviglioso non mi viene altro..sarà che mi son commossa un pò?Adoro anche io il reparto scuola...ancora oggi, quando sono un pò giù compro penne e matite per rallegrarmi un pò...

    RispondiElimina
  2. Mio marito mi rompe sempre perché dice che ormai sono "grande" per le penne e le matite...menomale che tra di noi ci si capisce!!! Grazie sorè, un abbraccio! :-*

    RispondiElimina
  3. E' bellissimo ricordare attraverso i profumi, notare le analogie del presente col passato, il nostro essere, in fondo, ancora le bambine di un tempo amando queste cose... Non credo riuscirò mai a crescere da questo punto di vista!

    RispondiElimina
  4. A me la coccoina ricorda i libri di Paolo Villaggio su le tragica vita Fantozzi.
    C'era la frase "Questi giovani che si fumano la coccoina..."

    RispondiElimina
  5. Vero Letizia, se rimanere bambine questo significa, lo credo anch'io! =)

    RispondiElimina
  6. Cannibal non è mai tardi per la Coccoina. Puoi provarla ora, se lo fai mi dici che effetto ha? ^_^

    RispondiElimina
  7. Leggevo anche me in queste tue righe. Quanti ricordi. Mi sembra di sentire l'odore..

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Dylan Dog, il film. Ogni cinefilo ha il suo incubo.

Licantropi e vampiri , direi che ne abbiamo fin sopra ai capelli di queste trovate alla Meyer , almeno nel mio caso, il primo pensiero finisce inesorabilmente lì. Non so quanto e come poi, questo abbia influenzato il mio giudizio. Solamente posso dire che, quando decisi di vedere Dylan Dog, il film , non immaginavo (al di là delle comuni perplessità) che avrei avuto a che fare con quello che, a tutt'oggi, io considero: il peggior film della mia vita!!! Abbandoniamo il rimando al film di Giovannesi , che qui a confronto è una boccata d'ossigeno per ogni cinefilo, e torniamo al film di Kevin Munroe . Il regista canadese aveva esordito nel 2007 con TMNT  (Teenage Mutant Ninja Turtles), dopo aver scritto e coprodotto nel 2001, un altro film d'animazione del regista Tony Shutterheim , Donner . Non è chiaro, tuttavia, quale malsano meccanismo sia scattato nella mente di Munroe quando, nel 2010, decise di portare sullo schermo la storia di un personaggio tanto popola...

Quel mostro di me

Certi giorni mi vanno stretti, ci sto dentro a metà. Altri mi sembrano grandi come l'oceano. Sguazzo, mi perdo, sto serena. Scrivere Madrepàtria - Racconti dell'umana sorte ha significato molto per me.  Fin dal principio ho capito che quello, era il mio modo di esorcizzare i mostri più radicati nell'anima. Forse scrivere è davvero un atto terapeutico ancor prima che creativo. Ma certi mostri non li puoi cacciare via definitivamente, devi imparare a conviverci.  Questi racconti hanno avuto la forza di tenerli lontano da me, quei mostri, almeno per un po'. Di guardarli con scherno, prima da dentro e poi a distanza di sicurezza. Ma quali sono davvero questi mostri? Cos'è che sto allontanando? Ho paura che si tratti di me.  Di un ruolo sbagliato (così dicono), che ho rincorso a fatica, che poi ho cambiato, che poi ho abbandonato. Mi adatto continuamente, e continuamente non mi ritrovo. Scrivo, metto da parte, allontano i mostri, allont...

Tv e divulgazione: Alberto Angela e quella "chiamata da Londra"

Dopo lo speciale "La Sicilia di Montalbano", Alberto Angela torna con "Ulisse, il piacere della scoperta", su Rai 1, proponendo quattro episodi dedicati a personaggi illustri e luoghi incantevoli. La storia del divulgatore che ama raccontare il passato, scegliendo con cura le parole più semplici per rendere accessibile a chiunque la complessità della storia, dell'arte, di ogni ramo della conoscenza, è nota e molto cara a tutti noi. Come potrebbe, d'altronde, quel sentimento tanto nobile come la gratitudine, non essere comune a ognuno di noi quando parliamo di Alberto Angela? Un "ricercatore prestato alla televisione", si è definito lui stesso in questi termini, ebbene, io direi una ventata d'ossigeno puro e una luce che scalda e fa vibrare il desiderio di conoscenza. In questi tempi freddi e sciatti, poveri di pensiero critico e di quell'amore curioso nei confronti del mondo che rese grandi e immortali gli uomini e le donne del passato, Al...