Passa ai contenuti principali

"Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo"



I Rolling Stones cantavano "Time is on my side", il tempo è dalla mia parte, quando avevano vent'anni. E cantano ancora. Un antico proverbio afgano dice: "Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo", un motto contro la frenesia occidentale. Qualche capello bianco insegnerà anche a noi a ridurre la velocità e a investire nella saggezza. La prossima puntata sta per iniziare.

Così Federico Rampini introduce il lettore al suo "Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo", un libro che sembrerebbe più una scossa che porti a riflettere, "un manifesto generazionale per non rinunciare al futuro". Il titolo del libro (che leggerò a breve) si rifà a un motto afghano, e non cambia di una virgola, è esattamente così. Pensare che noi occidentali abbiamo tutto a disposizione, abbiamo la supermegatecnologia e una percentuale di successo che potrebbe (e non lo fa), garantire la migliore delle vite possibili, a chiunque. Facciamo passi da giganti ovunque, smartphone in grado di chiacchierare con noi, la vocina ammaliante di una donna virtuale che si preoccupa del nostro stato d'animo. Navigatori ci portano ovunque, i nostri hard disk vorrebbero esplodere poiché costretti a conservare tutti i nostri lavori, i nostri vezzi più o meno inutili, le nostre preziose "cose da occidentali". Foto, video, film, bollette da pagare o già pagate, ricevute e bollettini di ogni genere. Promemoria per questo, promemoria per quello e chi più ne ha più ne metta. 


Eppure, di tutto questo mare innovativo e sempre all'avanguardia, non rimane che il sapore di un corredo superficiale. Abbiamo gli orologi, ma non abbiamo il tempo. Ed è così che viviamo la nostra era cazzuta e tecnologica. Incapaci di vivere nonostante "tutto". Che te ne fai del tuo iPad o del tuo iPhone, delle tue memorie esterne megagalattiche pronte a salvare ogni cosa, se poi non sei in grado di fermarti un attimo a godere del tuo tempo, a respirare la vita per quella che è?

Penso al resto del mondo, e a quanti uomini vivano la giornata secondo una concezione del tempo, completamente diversa dalla nostra. Guardare come cambia la luce del sole, capire che è il momento giusto per un pranzo, per coricarsi o per iniziare una nuova giornata. Senza robot o macchine che lavorino al posto loro. "Loro". E noi?

Noi siamo l'homo sapiens evoluto all'ennesima potenza, sì. Quello che non ha mai tempo per gli amici, per le feste dei compagni di scuola dei figli. Quello che...
"Ciao, ho esaurito le vite a Candy Crush, puoi aiutarmi?"


Commenti

  1. Va beh ma parlare del libro? Cioè se sbatti cosi titolo e copertina e poi parli di altro è proprio pubblicita nuda e cruda...
    Che poi, non è che il titolo sia chissa quale pozzo di filosofia, se uno ha tutto il tempo dell'universo ma non il metodo di applicarlo in maniera proficua è come avere il petrolio ma nessuna raffineria... non puoi di certo berlo...

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Tema: il mio futuro

Oggi farò qualcosa di insolito, non proprio sulla stessa scia dei post che vi è capitato di leggere su CriticissimaMente fino ad ora. Nonostante questo, però, vi sorprenderete (e mi sorprenderò), di quanto questo, sappia raccontare meglio di me, il senso e le ragioni, se mai ce ne fossero, di tutto ciò che anima questo blog, fin dal principio. In effetti provare a spiegare le ragioni è sempre un po'scomodo, qualunque esse siano, soprattutto se in ballo c'è una persona normale, che ha i suoi alti e, i suoi bassi. Laddove gli alti siano mantenuti e rafforzati da una strana malattia che affligge noi uomini, che ci fa sognare ancora e ci manda continuamente a sbattere contro i muri senza mai farci rinsavire o spronarci a cambiare strada. Questa è la tenacia , la testardaggine. Qualcosa che, se ce l'hai, ce l'hai e basta. Ce l'avevi ieri, ce l'hai oggi e non potrai farne a meno nemmeno domani... Questo accade quando tua madre un pomeriggio come tanti, decide...

Dylan Dog, il film. Ogni cinefilo ha il suo incubo.

Licantropi e vampiri , direi che ne abbiamo fin sopra ai capelli di queste trovate alla Meyer , almeno nel mio caso, il primo pensiero finisce inesorabilmente lì. Non so quanto e come poi, questo abbia influenzato il mio giudizio. Solamente posso dire che, quando decisi di vedere Dylan Dog, il film , non immaginavo (al di là delle comuni perplessità) che avrei avuto a che fare con quello che, a tutt'oggi, io considero: il peggior film della mia vita!!! Abbandoniamo il rimando al film di Giovannesi , che qui a confronto è una boccata d'ossigeno per ogni cinefilo, e torniamo al film di Kevin Munroe . Il regista canadese aveva esordito nel 2007 con TMNT  (Teenage Mutant Ninja Turtles), dopo aver scritto e coprodotto nel 2001, un altro film d'animazione del regista Tony Shutterheim , Donner . Non è chiaro, tuttavia, quale malsano meccanismo sia scattato nella mente di Munroe quando, nel 2010, decise di portare sullo schermo la storia di un personaggio tanto popola...

Quel mostro di me

Certi giorni mi vanno stretti, ci sto dentro a metà. Altri mi sembrano grandi come l'oceano. Sguazzo, mi perdo, sto serena. Scrivere Madrepàtria - Racconti dell'umana sorte ha significato molto per me.  Fin dal principio ho capito che quello, era il mio modo di esorcizzare i mostri più radicati nell'anima. Forse scrivere è davvero un atto terapeutico ancor prima che creativo. Ma certi mostri non li puoi cacciare via definitivamente, devi imparare a conviverci.  Questi racconti hanno avuto la forza di tenerli lontano da me, quei mostri, almeno per un po'. Di guardarli con scherno, prima da dentro e poi a distanza di sicurezza. Ma quali sono davvero questi mostri? Cos'è che sto allontanando? Ho paura che si tratti di me.  Di un ruolo sbagliato (così dicono), che ho rincorso a fatica, che poi ho cambiato, che poi ho abbandonato. Mi adatto continuamente, e continuamente non mi ritrovo. Scrivo, metto da parte, allontano i mostri, allont...