Dopo aver raccontato fallimenti e peripezie varie, dei tre coinquilini "per caso" in Posti in piedi in paradiso, Carlo Verdone torna con fare tragicomico, all'interno delle mura domestiche.
Questa però è una famiglia abbiente, Federico Picchioni ha tutto ciò che gli serve. Una bella casa, soldi, una donna affascinante...finché la vita non decide di metterlo duramente alla prova.
E per un uomo si sa, la prova più dura è quella della paternità. Così Federico si ritrova i suoi due figli in casa, vent'anni e voglia di fare pari a zero. D'altronde nessuno poteva immaginare un evento tragico, come la morte della madre di Lia e Nicolò, nessuno. Tantomeno Federico...
Fare il padre all'improvviso con l'aggravante di un lavoro perso e una reputazione in pericolo. E la bella donna...be' anche lei, quando le cose si mettono male si fa prima a fare le valigie.
Così è stato.
Da solo con due figli che non riesce a comprendere né a domare, una nipotina figlia di un rapporto fugace, oppure semplicemente figlia di un padre vigliacco, Federico racconta in prima persona la sua storia. E il film riesce poiché mantiene un tempo perfettamente allineato con gli stati d'animo del protagonista. Sempre un filo esasperato, ipocondriaco, orgoglioso e diplomatico, Carlo Verdone torna a confrontarsi con l'altra metà della mela. Stavolta a fare da spalla è l'ironia malinconica della bravissima Paola Cortellesi. Una vicina estrosa e tuttofare, la quale però vive nel tormento di un lavoro poco nobile, eppure necessario. Non è il lavoro più antico del mondo eh?
Luisa licenzia la gente, tutto qui. Con calma e rispetto, lentezza e senso di colpa lancinante.
E qui risiede il maggior slancio di un film che avrebbe potuto incepparsi e annoiare a morte lo spettatore. Non è più il duetto alla Bernardo e Camilla (Maledetto il giorno che t'ho incontrato), qui Federico impara a vivere grazie alla forza e all'ironia di Luisa. Impara a gestire i suoi figli, a dare loro un po' di fiducia e a riceverla di rimando. Nonostante il personaggio di Federico si evolve insieme al rapporto con Luisa, sullo sfondo emerge la storia triste di un paese che ha davvero poco o nulla da offrire.
Un paese che scambia l'anima per depressione, un paese corrotto e criminale. E alla fine anche l'uomo migliore è condannato a restare un po' solo, a guardare i figli volare lontano, via dall'Italia.
Tra siparietti esilaranti e momenti poco più spenti, Verdone torna a fare ciò che gli riesce meglio.
Il papà delle storie semplici e burattinaio di quelle maschere dal volto incerto, alle prese con i drammi quotidiani. I suoi personaggi visti nell'insieme, sono l'Italia. Siamo noi.
Un po' zoppicanti andiamo avanti, molti di noi ci provano e restano, altri emigrano, con la speranza che, una qualche buona stella, sia sempre disposta a brillare.
Recentemente Verdone è stato nella mia cittadina a fare una conferenza sulla sua vita.
RispondiEliminaDi questo film, ha dichiarato di avere un bel ricordo.
Vedendolo ho pensato che non è il miglior Verdone, ma non il peggiore degli ultimi tempi.
Per gradire, Liebster Award per te, da me!!!
RispondiEliminaPer gradire, Liebster Award per te, da me!!!
RispondiEliminaPremesso che sono di parte (a me Verdone fa ridere anche quando non parla... certe sue smorfie sono sempre esilaranti!), direi che bisogna dargli atto di essere ancora capace, dopo tanti anni, di saper raccontare ancora quelle storie malincoMiche che lo hanno reso celebre. E anche di avere il coraggio di provare a rinnovarsi, buttando uno sguardo sul presente: il film infatti non è banale (si parla di precarietà, vacuità delle relazioni, dinamiche familiari...). A dargli una grossa mano c'è Paola Cortellesi, una delle poche attrici 'televisive' davvero brave.
RispondiEliminaPersonalmente ho molto amato questo film. Come scrissi tempo fa anche nella mia recensione, Carlo Verdone è riuscito a raccontare, in maniera agrodolce, una storia attualissima nel contesto contemporaneo, cogliendone gli aspetti più importanti, senza soffermarsi troppo ma con una regia decisa e un tono misurato. E appoggiandosi su una Paola Cortellesi veramente in stato di grazia. I personaggi di Federico e Luisa sono assolutamente riusciti. Le ultime commedie di Carlo non mi hanno mai deluso e non hanno neppure quel senso di incompiuto che i film italiani da qualche anno lasciano. Tra i suoi film migliori.
RispondiEliminaVero Marco, non il migliore ma comunque piacevole e malinconico. ;-)
RispondiEliminaEvviva, ho vinto un Liebster!!! ^_^
RispondiEliminaGRAZIE. <3
Sono assolutamente d'accordo con te caro Sauro. E credo anch'io che la spalla abbia influito parecchio. La Cortellesi sa essere comica e drammatica al tempo stesso, e sa gestire il personaggio. Accanto a Verdone sta una meraviglia secondo me. =)
RispondiEliminaP.S. anche a me basta che Verdone muova un po' la bocca e stropicci gli occhi, gli voglio bene come uno zio, si può dire? ;-)
Vero Peppe, ricordo ne parlasti più che bene a suo tempo. ;-)
RispondiEliminaA me piacque molto anche Posti in piedi in paradiso, e ricordo con piacere Il mio miglior nemico, fosse anche solo per avermi fatto apprezzare Muccino jr...=)
@Vale: certo che si può dire! E' come avere uno zio o un vecchio amico per cena... :)
RispondiEliminap.s. non c'entra niente col film ma... sai bene che all'ultima Mostra di Venezia Verdone era in giuria: ecco, io avrei pagato (giuro!) per assistere alla discussione sui premii: ma ce lo vedi Verdone insieme a Desplat e Tim Roth? Già immagino i dialoghi:
- "a me 'sto Konchalovskij m'ha fatto lascià le palle sulla poltrona" (Verdone)
- "What?" (Tim Roth)
- "You understand very well! I left the ball on the armchair! " (Verdone)
Uno spettacolo nello spettacolo :)
Ahahahah, sto morendo Sauro!
RispondiEliminaSolo al pensiero, sarebbe stato magnifico assistere. Senz'altro.
Io ho avuto la fortuna di conoscerlo all'Isola del Cinema due estati fa. Ho letto il suo libro e sono tornata a casa con autografo e selfie. ^_^
Lui è proprio così come lo vediamo sullo schermo. Incredibile!!!
L'ho trovato abbastanza triste: precariato, padri che non sann fare i padri, figli abbadnonati a sè stessi, quando si ritrovano i figli devono espatriare....
RispondiEliminaLo credo anch'io, che sia stato un film piuttosto amaro, perché riflette il nostro stato d'animo generale.
RispondiEliminaVisto ieri. Mi è piaciuto come tutti i film di Verdone, forse un po' troppo malinconico, ma ci sta ogni tanto un film, seppur commedia, che affronti tematiche sociali in maniera diretta
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