domenica 13 maggio 2012

Dark Shadows



Sapevo che non sarebbe stato affatto semplice recensire Dark Shadows, e questa mia consapevolezza nasce per diversi motivi, molti dei quali però ancora oscuri a me stessa. Forse il mio più grande ostacolo, che incontro ogni volta io cominci a parlare di “Tim”, è rappresentato dalle critiche gratuite e spesso sconnesse di tanti (“ex”) burtoniani pronti sul tempo a puntare il dito appena sentono nell’aria il profumo di un nuovo lavoro diretto da Burton. Io so che questa premessa potrebbe, e magari lo è, suonare come insensata o addirittura fuorviante dal momento che il mio intento è (o meglio era…) quello di raccontarvi un film cercando di amalgamare un po’ di critica cinematografica, un po’ di giornalismo e, un po’ di “me”…

Negli anni ’60 la ABC trasmette una soap destinata a diventare un cult. Siamo in America, è il 1966 e Dan Curtis vede realizzarsi sullo schermo il “suo” Dark Shadows. Una serie melodrammatica, fatta di mostri e colpi di scena distribuita in circa 1200 puntate. Punto forte della serie era proprio Barnabas Collins, il cui personaggio tra l’altro subentra nel cast solo dopo una decina di puntate. Il vampiro di allora era Jonathan Frid, attore di cinema e teatro, spentosi proprio quest’anno all’età di 87 anni, un mese prima dell’uscita mondiale della release di Burton. L’interpretazione di Frid riuscì a dare all’icona terrorifica e malvagia del vampiro una sorta di aura positiva, tale da rendere il mostro dai denti aguzzi addirittura simpatico e a tratti divertente.
Insomma, le basi per una rivisitazione tipicamente burtoniana ci sono tutte…e dunque il nostro amato Tim non se la fa per niente sfuggire. In realtà l’idea di portare sul grande schermo la soap di Curtis è stata di Johnny Depp, il quale non ha mai nascosto il suo grande desiderio di vestire i panni del vampiro Barnabas, amato e seguito fin da bambino. Depp, interpreta e co-produce Dark Shadows ma non è l’unico fan accanito della vecchia serie televisiva, non perdevano infatti nemmeno una puntata la bella Michelle Pfeiffer e lo stesso Burton.

Il povero Barnabas Collins è vittima di una maledizione fatta dalla terribile strega  Angelique (Angie). Costretto a vivere come un vampiro per l’eternità, viene rinchiuso in una bara e sepolto vivo. Si risveglia dopo quasi due secoli e ad attenderlo c’è un mondo completamente nuovo, quello degli anni ’70...

Tim Burton rivisita la serie culto degli anni ’60 e la “burtonizza” a mestiere. Fin qui nulla da dire o da contraddire; Al di là delle fattezze visive del film, dunque prettamente dark e alle caratterizzazioni dei personaggi sempre entro i canoni più noti che vanno dal capolavoro di Edward mani di forbice, passando per La Sposa cadavere fino al più recente e (stra)discusso Alice in Wonderland. E parlare di canoni con Burton, significa parlare dell’ emarginazione, del diverso e di tutto quel che si lega ai problemi di inserimento e di accettazione da parte di una società e di un mondo poco aperto al confronto e a tutto ciò che non sia terribilmente omologato. Parliamo del concetto di “mostro”, di cosa realmente significhi avere paura o su cosa sia davvero mostruoso per un bambino che la notte a fatica riesce ad addormentarsi. In Dark Shadows non si perde l’occasione di marcare l’importanza della famiglia, del rispetto e della fiducia, e del fondamentale compito che un padre svolga all’interno di essa. Il piccolo David (Gulliver McGrath), un bambino diverso che vede cose strane come i fantasmi e che piange solamente quando capisce che il proprio padre non esita ad abbandonarlo quando Barnabas lo mette di fronte a una scelta. Chi è il vero mostro? Una creatura costretta ad uccidere per sopravvivere, condannato da una perfida strega, o due genitori che preferiscono rinchiudere la propria figlia in un manicomio perché parla con le bambole?

A questo punto potreste chiedervi cosa c’entri tutto questo con la critica cinematografica e penserete a me come a una povera pazza che pecca di soggettività. Ma io non voglio contraddirvi, non voglio nemmeno giustificare quel che le mie righe lasciano trapelare. Voglio soltanto urlare le mie emozioni e le mie ragioni, le stesse che mi portano a schierare nella cerchia dei “pro-Dark Shadows”.

Io non accetto il fatto che si dica che l’essenza di Burton sia morta dopo, o addirittura prima di, Sweeney Todd, non lo posso accettare perché chi conosce e ama la poetica di Burton non può considerarla morta anche dopo aver visto il film in questione.

Dark Shadows mescola al melodrammatico una buona dose di humor e fa del film una horror-comedy degna del nome che porta. I personaggi sono a mio avviso indovinati e messi lì mai a casaccio. Non parliamo di Depp, perché lui è terribilmente perfetto…ma Eva Green nei panni della strega Angelique Bouchard, ossessionata dall’amore non ricambiato di Barnabas è fantastica. Una delle poche volte in cui lo spettatore presti un attentissimo sguardo a qualcuno messo a ronzare attorno all’impeccabile Depp. Perfetta la Pfeiffer in veste di “capo-famiglia Collins”, Elizabeth Stoddard. Helena Bonham Carter è la dottoressa Julia Hoffman, Chloe Moretz, già vista in Hugo Cabret nei panni della giovane Isabelle, è Carolyn Stoddard. Bella Heathcote è Victoria Winters e Jonny Lee Miller interpreta Roger Collins.


Un vampiro impacciato e assetato di sangue, che vede nella M luminosa di McDonalds la personificazione di Mefistofele e che considera Alice Cooper la donna peggiore del mondo o la tv uno strano sortilegio…una strega spietata  dal corpo di porcellana che arriva a strapparsi il cuore poco prima dell’ultimo battito (una delle scene più significative del film).
Questo ho visto io in Dark Shadows…e il che mi basta per dire che Burton c’è…



3 commenti:

  1. Ciao, grazie di essere passata a trovarmi su mio blog e ben accolta la correzione Deep Depp di cui non mi ero proprio reso conto...

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    Cinepolis
    Dino Romans

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  2. Ciao Dino e grazie anche a te per essere passato di qua...allora giro a te il tuo stesso invito a "seguire il mio blog", io lo farò senz'altro, anzi sarà aggiunto alla lista dei miei siti/blog amici. Se ti va e trovi il mio blog interessante puoi iscriverti, sai che è sempre un immenso piacere. A presto
    Valentina

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  3. Ciao.
    Facendo un giro per vari blog, notavo che la maggior parte delle persone che recensivano un film, lo facevano seguendo la propria emozione; e comunque, tendevano molto a criticare la scelta del cast, apportavano quelle che secondo loro potevano essere le migliorie, e concludevano con un voto, legato perlopiù all'unione degli elementi cast-trama che ritenevano validi. Non so come, ma sono giunta in questo blog. Ho letto questo tuo commento a Dark Shadow, che ho visto appena è uscito, e ho notato la differenza con i precedenti citati. Per il momento ho letto solo quest'articolo, e apprezzo i riferimenti storici, cronologici, del film, e i collegamenti realmente utili. Posso dire che una persona che non ha visto Dark Shadow capirebbe. Quindi complimenti, penso di iscrivermi, e se ti va puoi passare dal mio blog.

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