Truman conduce una vita apparentemente "normale", una moglie, un
migliore amico sempre pronto "all' occorrenza" ad offrire quattro
birre, un lavoro come assicuratore nell' isolotto dove egli da sempre vive, Seahaven. Eppure, qualcosa di terribilmente insolito nella vita di Truman
c'è...
Peter Weir mette in scena una storia davvero originale, scritta da Andrew Niccol, questa, prende vita sullo schermo attraverso una
serie di flashback riguardanti i ricordi e la vita del protagonista, Truman Burbank ( un Jim Carrey strepitoso ), il quale scoprirà solamente all' età di trent' anni di
essere l' inconsapevole
"star" di uno show televisivo seguito praticamente da tutto il mondo.
The Truman Show sarà infatti il titolo del film, nonché dello stesso (show)
seguito da milioni di persone ormai "assuefatte" a seguire 24 su 24
la vita di Truman, vittima di un progetto mediatico mai realizzato fino ad
allora.
Il mondo di Truman non è altro che un mondo di cartapesta, di celluloide nel senso più lettereale del termine
poiché tutto ciò che lo circonda, compresi il cielo e il suo alternarsi dal
giorno alla notte sono controllati da una produzione che lavora
ininterrottamente. A Seahaven niente e nessuno è
messo li per caso, "attori", ogni singolo individuo che vediamo
interagire con la vita di Truman è li perché è un copione a volerlo. Un copione
scritto e diretto da Christof (Ed Harris), il "creatore" dello show, un uomo talmente invaghito del suo
totale "controllo" sulla vita di Truman da arrivare a mettere la sua
stessa vita (quella di Truman) in pericolo, dal momento che il povero
protagonista stava, sempre di più, avvicinandosi alla sconcertante verità.
Nonostante la realtà di Truman sia del tutto paradossale, egli vive i suoi
giorni senza alcun sospetto; tuttavia le sue giornate appaiono agli occhi di
chi guarda (non lo show diretto da Christof, bensì il "film" di Weir)
a tratti comiche, basti pensare ai continui "bombardamenti"
pubblicitari che fanno da frastornanti "intermezzi".
Saranno poi una serie di inconvenienti tecnici a portare Truman verso la strada
della verità, gli stessi che faranno tornare alla mente le parole del primo
"vero" amore di Truman, Lauren/Sylvia (Natascha McElhone), la ragazza fatta fuori dalla produzione perché considerata pericolosa
per il bene dello show, la sola a voler restituire davvero a Truman il
controllo della propria vita.
Ostacolato fino alla fine e con ogni mezzo, Truman sarà alla fine in grado di
fare una "scelta libera", un diritto negatogli fin dalla
nascita. Vissuto da sempre con il terrore dell' acqua, inculcatogli da una
terribile trovata da soap opera, che lo riportava al dolore per la perdita del
padre morto in mare, ( il povero Truman fin da bambino sognava di diventare un
esploratore ) troverà il proprio riscatto avventurandosi su di una barca, la
"Santa Maria" ( curiosa e non
priva di significato la scelta del nome per la "caravella" ) con la
quale Truman raggiungerà "il mondo nuovo", quello reale.
Un finale per così dire, da
"almanacco", uno di quei momenti cinematografici da prendere e
conservare "per sempre" nel nostro prezioso bagaglio filmico.
Film assolutamente carico di messaggi importanti, sottili e più che mai
pungenti le "condanne" verso un mondo mediatico che di lì a poco
sarebbe sprofondato negli abissi delle logiche da "reality"; nel centro del mirino anche " gli
spettatori ", un pubblico che pur di mettere il naso nelle vite degli
altri è disposto a dimenticare le proprie.
A prescindere dalle varie interpretazioni che si possono dare a questo film (
ce ne sono davvero molte ), non si può non citare il celebre "occhio"
del Grande Fratello di George Orwell, che, come Christof, soddisferà la propria brama di potere controllando la
vita degli altri.
Merita d' esser sottolineata inoltre, la cura con la quale sono stati scelti i
nomi dei personaggi e dei luoghi per questo film, a partire dallo stesso protagonista
Truman il cui nome è carico di significato poiché letteralmente significa
" true=vero, man=uomo ", l' unico infatti a non recitare una parte
nello show. Evidente poi il riferimento a "Cristo" nel personaggio di
" Christ(of) ", ovvero il "creatore" del Truman Show.
Da non sottovalutare la colonna musica scritta da Philip Glass e Burkhard von Dallwitz, la quale comprende pezzi incantevoli estratti dal
repertorio di grandi maestri come Mozart, Chopin e Brahms.
(Non avete ancora visto questo film?
Beh, cosa aspettate...)
Peter Weir, USA 1998, 103'
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